Count Basie Orchestra

Count Basie Orchestra

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La Count Basie Orchestra è una big band il cui organico può includere dai 16 ai 18 elementi ed è una delle formazioni più celebri dell'epoca swing, periodo nel quale questo genere suonato prevalentemente dalle big band, era il più ascoltato e popolare negli USA. L'orchestra si è anche fregiata di importanti collaborazioni con cantanti quali Frank Sinatra, Ella Fitzgerald e Billy Eckstine. Fondata e diretta dal pianista Count Basie, continua tuttora dopo la sua morte, avvenuta nel 1984, ad essere attiva sotto la guida di celebri musicisti che ne fecero parte nel periodo d'oro.[1]

Origini

La Count Basie Orchestra ha origine nel 1935, anno in cui William Allen Basie, che proprio in questo periodo assunse il soprannome di "Count", il Conte[1], seguendo l'esempio di "Duke" Ellington e di Earl Hines, forma il gruppo Barons of Rhythm insieme con Buster Smith, Jo Jones, Walter Page, Freddie Green e in seguito Lester Young. La trasmissione per radio della musica del gruppo, nel 1936, portò a contratti con un'agenzia di spettacoli nazionale e con la casa discografica Decca Records. Il contratto si fece più importante e nel giro di un anno la Count Basie Orchestra, come ormai si era chiamata, diventò una delle principali big band dell'era dello swing. Tra i solisti si distinguevano Young, Hershel Evans e Jack Washington (sax), Buck Clayton e Harry "Sweets" Edison (trombe), Vic Dickenson e Dickie Wells (tromboni); cuore della band era la sezione ritmica, forse la più famosa nella storia delle big bands, che comprendeva Jo Jones alla batteria, Walter Page al basso, Freddie Green alla chitarra e lo stesso Basie al piano. Suonò al Grand Terrace a Chicago e al Roseland di New York per poi tornare a Chicago, al Ritz Carlton Hotel e infine ancora a New York, nel piccolo club Famous Door. Alla fine degli anni trenta, la band aveva acquisito fama internazionale con pezzi come One o'clock jump (1937), Jumpin' at the Woodside (1938) e Taxi War Dance (1939). Nel 1939 passò dalla Decca alla Columbia, e si spostò sulla Costa Ovest, dove ebbe modo di apparire, insieme alla sua band, in cinque film usciti a poco tempo l'uno dall'altro, nel 1943: Hit Parade of 1943, Reveille with Beverly, Stage Door Canteen, Top Man e Crazy House.

Lo scioglimento e la ricostruzione

Tuttavia, nel 1950 la popolarità della band era in declino e problemi finanziari costrinsero Basie a scioglierla (come furono costrette allo scioglimento tutte le grandi orchestre del tempo, all'infuori di quella di Duke Ellington). Per i seguenti due anni diresse un gruppo con un numero di componenti variabile tra sei e nove; tra i suoi compagni c'erano Clark Terry, Wardell Gray, Buddy DeFranco, Serge Chaloff e Buddy Rich. Una vera e propria band Basie la rimise in piedi nel 1952, con l'aiuto del cantante e suo grande amico Billy Eckstine (per la cui orchestra scriveva gli arrangiamenti a metà degli anni quaranta). In seguito a numerose registrazioni, in studio e dal vivo, Count Basie divenne un punto di riferimento del jazz e la sua band una sorta di istituzione e scuola per giovani musicisti, come Frank Foster, Frank Wess, Eric Dixon, Eddie "Lockjaw" Davis (sax), Thad Jones, Joe Newman, Sam Noto (trombe), Al Grey e Jimmy Cleveland (trombone), Sonny Payne (batteria). Nel 1954 compì il primo tour in Europa, arrivando anche in Scandinavia: il cantante della band in questo giro europeo era Billy Eckstine (col quale nel 1959 avrebbe registrato un disco considerato uno classico nell'ambito della storia del jazz, canto e big band: "Basie and Eckstine Inc.", che si avvale degli arrangiamenti di Quincy Jones). L'orchestra continua ad essere attiva anche dopo la morte di Count Basie, avvenuta nel 1984 a seguito di un infarto cardiaco, e diretta da alcuni dei più importanti musicisti che ne fecero parte come i già citati Eric Dixon, Thad Jones e Frank Foster.[1] Uno degli ultimi lavori è la partecipazione al disco Ray Sings, Basie Swings del 2006 di Ray Charles e pubblicato postumo.[2]

Note

  1. ^ a b c The Count, su jazzitalia.net. URL consultato il 14 dicembre 2013.
  2. ^ Ray sings, Basie swings, su ilpopolodelblues.com. URL consultato il 14 dicembre 2013.

Collegamenti esterni

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