David Bowie

David Bowie

nato il 8.1.1947 a Brixton, London Borough of Lambeth, Gran Bretagna

morto il 10.1.2016 a New York City, NY, Stati Uniti d'America

David Bowie

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David Bowie (IPA: /ˈdeɪvɪd ˈboʊ.iː/)[3], pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016[4]), è stato un cantautore e attore britannico.

La passione per la musica portò Bowie ad imparare a suonare il sassofono quando era ancora giovanissimo.[5] Dopo aver partecipato alla formazione di varie band, raggiunse il successo da solista nei primi anni settanta, attraversando cinque decenni di musica rock e conquistandosi la fama di inventore del glam rock.[6] La sua natura poliedrica e camaleontica lo portò a reinventare nel tempo il proprio stile e la propria immagine, creando numerosi alter ego come Ziggy Stardust, Aladdin Sane, Halloween Jack, The Thin White Duke e Nathan Adler.

Significative le collaborazioni con Tony Visconti e Brian Eno,[7] altro reduce con i Roxy Music dal glam rock dei primi settanta, con i quali instaurò una proficua e profonda amicizia che durò svariati anni.[8][9]

Pur non essendo le sue attività principali, Bowie si dedicò anche alla pittura e al cinema. Tra i vari film in cui recitò, vi sono L'uomo che cadde sulla Terra, Furyo, Miriam si sveglia a mezzanotte, Absolute Beginners, Labyrinth, Basquiat e The Prestige.

Nel 2008 fu inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, che ha individuato tra i suoi migliori brani Life on Mars?, Space Oddity, Fame e "Heroes".[10] Nel 2007 fu indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco al mondo.[11]

Biografia

Infanzia e adolescenza (1947-1961)

David Robert Jones nacque a Brixton l'8 gennaio 1947 da Margaret Mary Burns, cassiera presso un cinema, e Haywood Stenton Jones, da poco ritornato dal fronte.[12] All'età di sei anni si trasferì con la famiglia dalla casa natale di Stansfield Road in una nuova abitazione a Bromley, nel Kent,[13] e cominciò da subito a mostrare interesse per la musica che giungeva dagli Stati Uniti: «Quando ero molto piccolo vidi mia cugina ballare Hound Dog di Elvis», raccontò in seguito, «e non l'avevo mai vista alzarsi e dimenarsi a quel modo per nessun'altra canzone. Il potere di quella musica mi colpì moltissimo».[13] David iniziò sin dall'età scolastica ad ascoltare dischi di Fats Domino e Little Richard e a coltivare un crescente interesse per il rhythm and blues, lo skiffle e il rock 'n' roll, oltre che per altre forme d'arte. Quando un insegnante gli chiese cosa volesse fare da grande, rispose di voler diventare l'Elvis britannico.[14]

Un ruolo fondamentale nella sua formazione musicale lo svolse il fratellastro Terry Burns, nato nel 1937 da una precedente relazione della madre. «Terry è stato l'inizio di tutto per me», raccontò David anni dopo, «leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grande influenza su di me».[13] Affetto da schizofrenia paranoide[15] e confinato nel reparto psichiatrico del Cane Hill Hospital di Londra dagli anni settanta al 1985, anno in cui si tolse la vita gettandosi sotto un treno,[16] Terry avrebbe ispirato il cantante in diverse circostanze come dimostrano l'album The Man Who Sold the World del 1970 o brani come The Bewlay Brothers del 1971 e Jump They Say del 1993.[17][18][19]

Nel 1958 David iniziò a cantare come corista nella chiesa di St. Mary, insieme agli amici George Underwood e Geoffrey MacCormack,[13] e l'anno successivo ricevette in regalo dalla madre il primo sassofono. Consigliato da Terry cominciò a prendere lezioni dal sassofonista jazz Ronnie Ross, che in seguito avrebbe eseguito il celebre assolo in Walk on the Wild Side di Lou Reed:[20] «Per me il sassofono rappresentava la Beat Generation della West Coast, quel periodo della cultura statunitense mi affascinava molto. Quello strumento divenne per me un emblema, un simbolo di libertà».[20] Nel corso della carriera avrebbe imparato a suonare molti strumenti, dimostrando più estro alla chitarra ritmica rispetto a quella solista.[21]

Un'altra esperienza formativa nell'educazione musicale di David fu il breve impiego nel negozio di dischi di Bromley, durante il quale restò affascinato dalla musica di James Brown, Ray Charles e Jackie Wilson, all'epoca ancora poco conosciuti in Europa.[20] Nel 1960 entrò in un gruppo di studenti della Bromley Technical High School interessati all'arte e le sue doti creative furono incoraggiate dall'insegnante progressista Owen Frampton, padre del chitarrista Peter Frampton con il quale avrebbe collaborato in seguito.[20] Due anni dopo si presentò la possibilità di entrare con George Underwood in uno dei gruppi musicali della scuola e l'avventura artistica di David ebbe inizio.[20]

Gli anni pre-Deram (1962-1966)

« Io volevo vedere e capire quello che capitava. La mia paura era di passare di fianco a una nuova moda che stava per arrivare. Non desideravo altro che locali. Ci andavo sia per l'esperienza sia per riempirmi le orecchie. Per il volume alto, per ascoltare Georgie Fame, per scoprire il jazz. »

(David Bowie, 1993[12])

A metà del 1962 David e Underwood si unirono ad alcuni studenti che avevano formato un gruppo chiamato The Kon-rads.[20] «All'inizio entrai come sassofonista», disse in seguito, «ma poi il nostro cantante Roger Ferris venne picchiato da alcuni greaser al Civic di Orpington e allora mi misi a cantare io».[20] David cambiò il nome in Dave Jay, ispirato dal gruppo beat Peter Jay and the Jaywalkers,[22] e iniziò a comporre brani originali, alcuni dei quali furono aggiunti al repertorio che comprendeva prevalentemente cover di canzoni da classifica.[23] Fu in questo periodo che Underwood, durante un litigio a scuola a causa di una ragazza di nome Carol Goldsmith,[24] lo colpì con un pugno nell'occhio sinistro e con l'anello che portava al dito gli causò una midriasi traumatica cronica.[23] Il risultato fu la dilatazione permanente della pupilla, che avrebbe caratterizzato per sempre il suo sguardo e che lo avrebbe lasciato con una percezione alterata della profondità e della luce.[25][N 1]

Nell'agosto 1963 il manager della Decca Records Eric Easton invitò i Kon-rads per un'audizione nella quale eseguirono I Never Dreamed, brano che David aveva scritto basandosi sulla notizia di un incidente aereo e che rappresentò la sua prima registrazione in studio di cui si abbia notizia.[26] L'audizione non ebbe però buon esito e probabilmente contribuì alla sua uscita dal gruppo.[27] Di breve durata fu anche il trio che David e Underwood formarono subito dopo con il batterista Viv Andrews, The Hooker Brothers, e dopo alcuni concerti i due cominciarono a gettare le basi per The King Bees, con cui avrebbero inciso il primo 45 giri intitolato Liza Jane.[28]

Nella primavera del 1964 David entrò in contatto con il manager Leslie Conn, che procurò ai King Bees un'audizione con la Decca e la possibilità di registrare il singolo, nonché una serata al Marquee Club e la partecipazione ai programmi televisivi della BBC Juke Box Jury e The Beat Room.[29][30] Ciò nonostante, Liza Jane vendette pochissime delle 3500 copie stampate.[31] Ad agosto si unì ai Manish Boys, già attivi da quattro anni e considerati all'avanguardia nel cosiddetto Medway beat,[29] e alla fine dell'anno concesse la sua prima intervista televisiva: accompagnato da una fluente chioma bionda, nel tentativo di farsi pubblicità sostenne di aver fondato un'associazione chiamata "Lega Internazionale per la Salvaguardia del Crine Animale".[32]

All'inizio del 1965 la band venne notata dal produttore statunitense Shel Talmy, grazie al quale pubblicò il 45 giri I Pity the Fool con il contributo dell'allora sconosciuto turnista Jimmy Page.[33] Il singolo non trasse beneficio dalla pubblicità derivata dal passaggio televisivo nel programma della BBC Gadzooks! It's All Happening e David si separò anche dai Manish Boys.[33] Dopo alcune audizioni al Marquee Club per gruppi tra cui gli High Numbers, che di lì a poco sarebbero esplosi come The Who,[22] ad aprile fece il suo ingresso nei Lower Third con i quali pubblicò il singolo You've Got a Habit of Leaving e subito dopo lasciò Leslie Conn per il suo primo manager a tempo pieno, Ralph Horton.

La prima intervista di David Bowie
Melody Maker, 26 febbraio 1966

L'uscita di Can't Help Thinking About Me fruttò a David la sua prima intervista ufficiale su una rivista musicale, dal titolo A Message to London from Dave: «Senza dubbio David Bowie ha talento. E senza dubbio lo sfrutterà», riportò Melody Maker descrivendolo come un "colto studente di astrologia" che oltre a cantare e scrivere musica disegnava camicie e abiti per John Stephen di Carnaby Street e stava progettando uno show televisivo. Dal canto suo Bowie anticipò due degli interessi che sarebbero diventati più evidenti nell'immediato futuro, la recitazione e il buddhismo. «Voglio recitare, mi piacerebbe interpretare dei ruoli... e voglio andare in Tibet, è un luogo affascinante. Mi piacerebbe fare una vacanza e dare un'occhiata all'interno dei monasteri».[34]

In questo periodo il cantante adottò ufficialmente il nome d'arte "David Bowie", per evitare di essere confuso con Davy Jones dei Monkees. In seguito raccontò di aver scelto quel nome ispirandosi agli omonimi coltelli da caccia: «Volevo qualcosa che esprimesse un desiderio di tagliare corto con le bugie e tutto il resto».[35] A quanto pare, l'ispirazione venne a David dopo aver visto il film La battaglia di Alamo del 1960, nel quale il creatore dei coltelli Jim Bowie era interpretato da Richard Widmark.[36]

I Lower Third si assicurarono un contratto con la Pye Records, che di lì a poco avrebbe fruttato il 45 giri Can't Help Thinking About Me, ma il trattamento preferenziale riservato a David durante la campagna pubblicitaria fu determinante nel creare una frattura tra lui e il resto del gruppo.[37] Uscito all'inizio del 1966, il singolo si rivelò l'ennesimo flop ma suscitò interesse sufficiente da fargli guadagnare la sua prima intervista su Melody Maker[38] e la partecipazione al programma Ready Steady Go! di ITV, dove il 4 marzo eseguì il brano accompagnato da una nuova band, The Buzz.[39]

Con il nuovo gruppo incise il 45 giri Do Anything You Say, stavolta accreditato al solo David per evitare i passati equivoci sul ruolo degli altri musicisti, ma i risultati in termini commerciali non furono diversi dai precedenti.[37] Ad aprile i Buzz cominciarono una serie di concerti domenicali al Marquee Club chiamati "Bowie Showboat", che si sarebbero tenuti fino al mese di novembre, e dopo aver assistito al secondo di questi concerti Kenneth Pitt divenne ufficialmente il manager di Bowie.[40] Nel frattempo, delusa dai risultati di vendita del nuovo singolo I Dig Everything, la Pye Records liberò Bowie dal suo contratto ma il nuovo manager riuscì a suscitare l'interesse della Deram Records e del produttore Mike Vernon, con il quale avrebbe presto registrato il suo album di debutto intitolato semplicemente David Bowie.[41]

La nuova direzione narrativa in cui si muovevano le canzoni di Bowie fu all'origine di alcune controversie con i Buzz: «Trovo incredibile che il 99% dei nostri pezzi dal vivo fossero soul, e che io scrivessi in uno stile così da musical/vaudeville», ha osservato il cantante nel 1999.[41] Il gruppo cessò di esistere il 2 dicembre, anche se partecipò alla registrazione dell'album e dei singoli Rubber Band e The Laughing Gnome, e alla fine dell'anno David scrisse la canzone Over the Wall We Go, pubblicata nel gennaio 1967 come singolo dall'attore e cantante inglese Paul Nicholas.[42]

Space Oddity e i primi successi (1967-1969)

Sempre più orientato verso una carriera da solista, nel 1967 Bowie fece parte per brevi periodi di più formazioni e con i Riot Squad incise Little Toy Soldier, bizzarra canzone a tema sadomasochistico con evidenti richiami a Venus in Furs dei Velvet Underground.[43] La vena decadente di Lou Reed lascia il posto a un'atmosfera da music-hall arricchita da schiamazzi, colpi di tosse, molle scricchiolanti, esplosioni e altri rumori opera dell'ingegnere del suono e futuro produttore di Space Oddity, Gus Dudgeon.[43][44][45][46][47]

Nell'aprile successivo uscì il nuovo 45 giri The Laughing Gnome, definito da Roy Carr e Charles Shaar Murray di New Musical Express «senza dubbio l'esempio più imbarazzante dei iuvenalia di Bowie», e dal biografo David Buckley «completamente stupida, anche se perversamente accattivante».[48]

Malgrado lo scarso successo del singolo, nel giugno del 1967 uscì il suo primo album, intitolato semplicemente David Bowie, rivelatosi deludente sotto il profilo commerciale nonostante avesse ricevuto alcune critiche positive.[49] Nel frattempo vennero registrate altre tracce per la Deram, che però rifiutò di pubblicarle,[50] anche per le scarse vendite dell'album. L'attore e mimo Lindsay Kemp in seguito affermò: « [...] l'ho ascoltato fino a consumarlo.»[51]

Nell'autunno dello stesso anno furono registrate Let Me Sleep Beside You e Karma Man. Anche queste non vennero pubblicate dalla Deram, ma la prima delle due rappresentò l'inizio di una delle collaborazioni fondamentali di Bowie, quella con Tony Visconti, conosciuto negli studi del proprio editore David Platz.[52]

In questo stesso periodo ebbe inizio anche l'esperienza cinematografica di Bowie con la partecipazione al cortometraggio di Michael Armstrong The Image. Riparlandone nel 1983, il cantante lo descrisse come « [...] roba d'avanguardia underground in bianco e nero, fatta da un certo tizio... Voleva fare un film su un pittore che fa un ritratto ad un teenager, ma il ritratto prende vita e, in pratica, si scopre che è il cadavere di qualcuno. Non ricordo bene la trama... era terribile».[53]

Dopo l'esecuzione del nuovo singolo Love You Till Tuesday nel programma televisivo olandese Fanclub e l'esibizione allo Stage Ball di Londra, ballo per l'organizzazione di beneficenza British Heart Foundation, dove cantò accompagnato dalla Bill Savill Orchestra, il 18 dicembre fu il giorno della prima "BBC session" per il programma radiofonico Top Gear di John Peel, nella quale Bowie fu accompagnato dai sedici elementi dell'orchestra di Arthur Greenslade. Inoltre, il 28 dicembre del 1967, alla Oxford Playhouse, si concluse una prima serie di fortunate repliche dello spettacolo Pierrot in Turquoise, imperniato su un triangolo amoroso tra Pierrot, Colombina e Arlecchino. Il ruolo di Cloud, interpretato da Bowie, fu quello di una sorta di personaggio-narratore, i cui continui mutamenti erano impegnati a illudere e ingannare lo sfortunato protagonista. Durante lo spettacolo interpretò When I Live My Dream e Sell Me a Coat, insieme a tre composizioni scritte appositamente per l'occasione (Threepenny Pierrot, Columbine e The Mirror), tutte accompagnate al piano da Michael Garrett. Il locale quotidiano Oxford Mail scrisse: «David Bowie ha composto alcune affascinanti canzoni, che canta con una splendida voce da sogno», pur trovando che lo spettacolo nel suo insieme «riesce solamente ad accennare alle verità universali che Marcel Marceau riesce ad esprimere».[54]

David Bowie e il buddhismo

Alla fine del 1967 l'interesse di Bowie per la dottrina tibetana raggiunse il suo apice, incoraggiato da Visconti e dall'amicizia con il rifugiato Chime Tulku Rinpoche, tant'è che trascorse un periodo d'isolamento monastico con quattro Lama tibetani in Scozia, insieme alla compagna Hermione Farthingale.[55] Bowie continuerà ad essere attratto dalle filosofie orientali anche in seguito e nel 1996 dichiarò a Mick Brown del Daily Telegraph: «Molto di quello che all'inizio mi aveva attratto del buddhismo è rimasto con me, l'idea della transitorietà e che non c'è niente cui aggrapparsi pragmaticamente, che ad un certo punto dobbiamo lasciare andare ciò che consideriamo a noi più caro, perché la vita è molto breve. La lezione che ho probabilmente imparato più di qualsiasi altra cosa è che la mia soddisfazione viene da quel tipo di investigazione spirituale. E questo non significa che voglio trovare una religione a cui aggrapparmi, significa cercare di trovare la vita interiore delle cose che mi interessano».[56]

Il 27 febbraio 1968 Bowie si recò ad Amburgo per registrare tre canzoni per il programma 4-3-2-1 Musik Für Junge Leute della rete ZDF. Al suo ritorno registrò con Visconti In the Heat of the Morning e London Bye Ta-Ta, ma l'ennesimo rifiuto della Deram alla pubblicazione spinse il cantante a lasciare definitivamente la casa discografica.[51]

Nella primavera proseguirono con un certo successo le rappresentazioni di Pierrot in Turquoise al Mercury Theatre e all'Intimate Theater di Londra. Bowie registrò quindi la seconda sessione BBC,[57] seguita da un concerto al Middle Earth Club di Covent Garden, dove fece da supporto ai Tyrannosaurus Rex e uno alla Royal Festival Hall. In entrambe le apparizioni eseguì il breve brano di mimo Jetsun and the Eagle, che diede origine a Wild Eyed Boy from Freecloud, ispirato al religioso e poeta tibetano Milarepa e recitato con un sottofondo musicale che incluse Silly Boy Blue.[58]

Dopo una fugace apparizione in The Pistol Shot, sceneggiato della BBC basato sulla vita di Aleksandr Sergeevič Puškin, Bowie andò a vivere con la compagna Hermione a Londra, nell'elegante quartiere di South Kensington e cominciò a progettare un one man show pensato appositamente per il circuito dei cabaret[59] mettendo insieme un repertorio che alternava le sue canzoni (When I'm Five, Love You Till Tuesday, The Laughing Gnome, When I Live My Dream, Even a Fool Learns to Love) a cover dei Beatles come Yellow Submarine e All You Need Is Love; nell'estate tenne due audizioni per proporre il suo spettacolo ma entrambe non ebbero successo.[59] Mise quindi in piedi il trio acustico Turquoise insieme a Hermione e a Tony Hill, ex chitarrista dei Misunderstood, con un repertorio che incluse alcune delle sue composizioni più bizzarre, tra cui l'inedita Ching-a-Ling e una selezione di cover che rappresentarono la prima sortita di Bowie nell'opera di Jacques Brel.[59]

Il primo vero concerto di Bowie si tenne il 14 settembre alla Round House di Londra ma dopo poche date il chitarrista Tony Hill se ne andò e venne sostituito da John Hutchinson. Ribattezzato Feathers, il gruppo debuttò il 17 novembre al Country Club di Haverstock Hill.[60] Oltre alle canzoni i componenti del trio si alternarono nel recitare poesie mentre Bowie interpretò il suo brano di mimo The Mask.

Mentre i due gruppi Slender Plenty e The Beatstalkers pubblicarono il brano che Bowie aveva scritto l'anno precedente, Silver Tree Top School for Boys,[61] gli ultimi impegni dell'anno furono entrambi per la televisione tedesca: la seconda apparizione in 4-3-2-1 Musik Für Junge Leute e quella a Für Jeden Etwas Musik, dove Bowie recitò un pezzo per mimo e cantò una canzone.

All'inizio del 1969 avvenne un altro incontro importante per Bowie, quello con la diciannovenne statunitense Mary Angela Barnett, che quattro mesi più tardi diventò la sua compagna e poi sua moglie nel marzo 1970; ma l'incontro con Barnett fu legato soprattutto alla frequentazione comune di Calvin Mark Lee, direttore per l'Europa della divisione A&R della Mercury Records di New York, che Bowie conobbe già nel 1967, all'incontro con il direttore generale Simon Hayes.[62] Stando a quanto dichiarato dai biografi Peter e Leni Gillman, sembra inoltre che Calvin Mark Lee fosse coinvolto con il cantante in un rapporto che andasse al di là della semplice amicizia e sarebbe forse stato questo il "rapporto a tre" a cui fece riferimento Bowie molti anni più tardi quando affermò in un'intervista di aver conosciuto la futura moglie quando «entrambi uscivamo con lo stesso uomo».[62]

Il 22 gennaio Bowie registrò uno spot pubblicitario per il gelato Luv della Lyons Maid, diretto da Ridley Scott[63] e quattro giorni dopo cominciò le riprese del videoalbum Love You Till Tuesday. Fu un periodo molto intenso per Bowie, che in quel periodo eseguì insieme a John Hutchinson la sua prima performance dal vivo dell'anno all'Università del Sussex. Partecipò anche ad alcune date del tour dei Tyrannosaurus Rex, interpretando sequenze di mimo, e tentò senza successo un provino per il musical Hair allo Shaftesbury Theatre di Londra.[60]

Negli stessi giorni Bowie e Hutchinson abbandonarono mimo e poesia e si concentrarono su sonorità folk più sofisticate, basate su due chitarre acustiche gemelle e sulle armonie vocali. Registrarono un demo con dieci pezzi acustici, che costituì la base per il nuovo album.[60]

Prima dell'estate il cantante e la sua nuova compagna, la giornalista del Sunday Times Mary Finnigan, fondarono un club folk al pub Three Tuns di Beckenham e cominciarono a organizzare riunioni settimanali alle quali parteciparono sempre più persone tra intellettuali, poeti, studenti di cinema e altri creativi.[64] Questa nuova realtà venne battezzata Growth.

Il 14 giugno Bowie e Visconti furono ospiti degli Strawbs nel programma Colour Me Pop della BBC e pochi giorni dopo ai Trident Studios di Soho iniziarono le registrazioni del nuovo LP, dove l'ingegnere del suono Dudgeon supervisionò le due tracce che costituirono il primo 45 giri estratto dall'album, Space Oddity e Wild Eyed Boy from Freecloud.[62] Queste sessioni rappresentarono per Bowie l'occasione per suonare con nuovi musicisti che in seguito lavorarono ancora con lui: il bassista Herbie Flowers, che avrebbe fatto parte della formazione di Diamond Dogs, Rick Wakeman, che partecipò alla lavorazione di Hunky Dory, e lo stesso Visconti.[60]

Dopo sole tre settimane dall'incisione e in tempo per la storica impresa dell'Apollo 11, il 45 giri Space Oddity venne pubblicato l'11 luglio 1969 in due versioni differenti su entrambe le coste dell'Atlantico, con una buona accoglienza da parte della stampa specializzata.[65]

Alla fine del mese il cantante e Pitt si recarono a La Valletta per il festival della canzone di Malta, dove Bowie eseguì When I Live My Dream e l'inedita No-One; Someone,[60] mentre pochi giorni dopo vi fu la sua prima esibizione in Italia a Monsummano Terme, per il Premio Internazionale del Disco, dove vinse il suo primo riconoscimento per When I Live My Dream.[66]

Le registrazioni dell'album proseguirono per tutta l'estate e Visconti reclutò per l'occasione vari altri musicisti e il chitarrista dei Rats, Mick Ronson,[67] che fece il suo esordio ufficiale con il cantante inglese suonando un breve assolo di chitarra nella sezione centrale di Wild Eyed Boy from Freecloud.[68]

A metà agosto si tenne un festival gratuito organizzato dal Growth, il laboratorio artistico di Bowie, al Beckenham Recreation Ground, proprio mentre migliaia di persone si stavano raccogliendo sull'altra sponda dell'Atlantico per la seconda giornata del celebre Festival di Woodstock. Il più modesto contributo britannico, nel quale si esibirono anche gli Strawbs, si rivelò comunque un relativo successo con circa 3.000 partecipanti e venne immortalato nel brano Memory of a Free Festival, anche se pare che quel giorno l'umore di Bowie fosse in contrasto con i sentimenti nostalgici espressi nella canzone, forse per via della morte di suo padre, scomparso pochi giorni prima a causa di una polmonite.[64][69] Il festival di Beckenham rappresentò tuttavia il commiato di Bowie dal movimento hippy, disgustato dalla mediocrità e indolenza di molti dei suoi aderenti, nonché l'ultimo atto del laboratorio artistico Growth, frequentato essenzialmente da spettatori apatici anziché da attivi collaboratori come si era prefisso.[70]

Alla fine di agosto, dopo aver registrato una versione di Space Oddity per il programma televisivo olandese Doebidoe, Bowie riuscì a ottenere da Pitt un contratto con la Mercury Records per un nuovo disco da distribuire nel Regno Unito dall'affiliata Philips. La scelta del produttore inizialmente cadde sul cosiddetto "quinto Beatle" George Martin ma poi venne scelto Tony Visconti.[62]

Dopo un'esibizione dal vivo ai Library Gardens di Bromley, in ottobre Bowie registrò la sua prima partecipazione al programma della BBC Top of the Pops dove eseguì Space Oddity, che nel frattempo raggiunse la 5a posizione nella classifica inglese rappresentando il primo vero e proprio successo di Bowie.[71] Seguì una registrazione alla BBC con i Junior's Eyes per il Dave Lee Travis Show.[60] Nello stesso periodo Bowie e Barnett si trasferirono nello spazioso edificio edoardiano di Haddon Hall, a Beckenham, che negli anni successivi diventò lo studio di registrazione non ufficiale, nonché studio fotografico e area comune per l'entourage del cantante. In questo periodo eseguì in diverse occasioni il pezzo del momento, Space Oddity, tra le quali i programmi Hits à gogo della televisione svizzera e 4-3-2-1 Musik für Junge Leute della ZDF.

In novembre ebbe inizio un primo breve tour scozzese che coincise con l'uscita del suo secondo album, distribuito nel Regno Unito col titolo David Bowie, ovvero lo stesso titolo del primo LP, e negli Stati Uniti come Man of Words/Man of Music; soltanto nel 1972 venne ripubblicato dalla RCA col titolo Space Oddity, con il quale è tuttora maggiormente conosciuto.[60] Il vinile si è aggiudicato nel 2016 il titolo di disco più costoso in assoluto venduto sulla piattaforma Discogs.[72] Bowie, che interpretò una serie di brani estratti dal nuovo LP alternati ad alcune cover, non aveva ancora molte esperienze dal vivo e quelle poche si limitavano soprattutto al rhythm and blues amplificato, pertanto non fu pronto alla fredda accoglienza riservata a quel suo nuovo stile acustico: « [...] non mi ero reso conto di com'era il pubblico a quei tempi. C'era un revival mod che poi si era trasformato nel movimento skinhead. Mi trovavano insopportabile».[73]

Se lo stile di Bowie stava cambiando, lo stesso accadde per il suo aspetto e il suo atteggiamento; i capelli con il taglio militare, che aveva dovuto rasare qualche mese prima per la partecipazione al film The Virgin Soldiers nel quale interpretò il ruolo di un soldato, erano ricresciuti e il cantante si presentò con una disordinata permanente riccia, che avrebbe continuato a sfoggiare fino ai primi anni settanta.

Verso la fine del 1969 Bowie partecipò a un concerto di grande successo alla Royal Festival Hall anche se l'assenza di giornalisti impedì di far conoscere l'evento alla stampa nazionale. Tra i pochi che recensirono il concerto vi fu Tony Palmer dell'Observer che lo definì «rovente» e disse che Space Oddity fu «spettacolarmente bella», anche se altre esibizioni come An Occasional Dream vennero da lui definite come «cupe, monotone e piene di autocommiserazione».[65]

Il 1969 si concluse con la registrazione di Ragazzo solo, ragazza sola, la versione italiana di Space Oddity, seppur con un testo non attinente all'originale, e dell'inedita Hole In The Ground, che venne eseguita al concerto di beneficenza Save Rave '69. Nonostante il secondo album si fosse rivelato un fallimento commerciale, con le vendite che nel marzo 1970 avevano superato di poco le 5.000 copie nel Regno Unito, Bowie venne votato miglior artista emergente in un sondaggio fra i lettori di Music Now!, mentre Penny Valentine di Disc and Music Echo nominò Space Oddity album dell'anno.[74]

La metamorfosi: dal «folk» al «glam rock» (1970-1971)

I primi impegni del 1970 furono la registrazione di The Looking Glass Murders, adattamento televisivo di Pierrot in Turquoise, le cui riprese si tennero al Gateway Theatre di Edimburgo,[75] e l'incisione di The Prettiest Star, con la partecipazione di Marc Bolan alla chitarra solista. Le carriere delle due future stelle, entrambe prodotte da Visconti, si incrociarono più volte nel corso degli anni settanta.[76] Nel frattempo, a un concerto al Marquee Club ci fu un nuovo incontro con Mick Ronson, che divenne a tempo pieno il chitarrista di Bowie,[77] affiancando Visconti e il batterista dei Junior's Eyes, John Cambridge. Il nuovo gruppo fu chiamato Hype, abbreviazione di hypocritical (ipocriti), ironia di Bowie sull'ipocrisia che circondava il mondo della musica alternativa. «Ho scelto deliberatamente quel nome perché volevo qualcosa che apparisse un po' forte, così ora nessuno può dire di essere stato tratto in inganno», racconterà Bowie a Melody Maker.[78] Il nuovo quartetto debuttò alle BBC sessions del febbraio successivo.[79][80] Poco dopo gli Hype esordirono in concerto alla Roundhouse di Londra e qui, dopo mesi di esperimenti personali con costumi e trucco, avvenne la metamorfosi: Bowie costrinse il gruppo a indossare gli stravaganti abiti cuciti dalla moglie e dalla fidanzata di Visconti. Ciascun componente assunse anche l'identità di un personaggio dei fumetti e Bowie, in calze di lurex multicolore, stivali alti e mantello azzurro, divenne "Rainbowman".[81] Il concerto è considerato l'atto di nascita del glam rock,[82] ma l'accoglienza del pubblico fu fredda;[83] gli stessi membri degli Hype apparirono scettici, tranne Bowie che sembrò non avere dubbi: « [...] dopo quel concerto mi fermai, non sperimentai altre cose perché sapevo che andava bene», raccontò su New Musical Express alcuni anni dopo, « [...] sapevo bene che cosa volevo fare ed ero certo che l'avrebbero fatto anche molti altri. Ma io sarei stato il primo».[82]

Subito dopo Bowie tornò in Scozia, ospite del programma Cairngorm Ski Night di Grampian TV; accompagnato da una grande orchestra televisiva eseguì London Bye Ta-Ta e si esibì in un numero di danza con Angela e Lindsay Kemp.[84] Nel frattempo Visconti e Ronson allestirono uno studio di registrazione a Haddon Hall, dove venne realizzata buona parte del materiale di questo periodo. Frequenti furono le visite allo studio di Terry Burns, fratellastro di Bowie che,[85] seppur residente volontario al Cane Hill Hospital, si intrattenne spesso con il gruppo: queste frequentazioni ebbero un'influenza fondamentale su alcune composizioni che finirono nel nuovo album.

Successivamente fu pubblicato il 45 giri The Prettiest Star, vera e propria dichiarazione d'amore alla Barnett, ricevendo considerevoli attenzioni da parte delle riviste musicali inglesi dal momento che uscì dopo il successo di Space Oddity. La buona accoglienza della stampa non trovò però riscontro commerciale e il singolo non superò le 800 copie vendute.[76] Per il mercato americano la Mercury Records preferì invece puntare su una nuova registrazione più concisa ed energica di Memory of a Free Festival, ma l'operazione si rivelò un insuccesso.[86]

Il 20 marzo del 1970 David Bowie e Angela Barnett si sposarono nel municipio di Bromley, con una cerimonia informale a cui parteciparono pochi amici e la madre di Bowie. Cinque giorni dopo gli Hype registrarono un'altra sessione alla BBC per lo show di Andy Ferris, dopodiché si sciolsero e il gruppo tenne l'ultimo concerto allo Star Hotel di Croydon.[87] In quel periodo Angela lavorò duramente per aiutare David, tenendo ad esempio i contatti con i promoter e curando in genere le pubbliche relazioni, prenotando le sale dove il marito doveva esibirsi, controllando luci e audio per i concerti ecc. Avrebbe inoltre contribuito alla nuova immagine androgina del marito consigliandolo tra l'altro nella scelta di costumi, acconciature e atteggiamenti da tenere in pubblico.[88]

Bowie continuò quindi ad esibirsi dal vivo come solista, proponendo soprattutto brani tratti da Space Oddity ma anche anticipazioni delle tracce che finirono negli album successivi. In questo periodo registrò anche il brano rimasto inedito Tired of my life, che secondo alcune fonti Bowie scrisse quando aveva 16 anni,[89][90] e venne pubblicato The World of David Bowie, prima raccolta ufficiale contenente tracce dell'album d'esordio e alcuni brani inediti. Dal 18 aprile al 22 maggio ai Trident Studios iniziarono le sessioni di registrazione di The Man Who Sold the World. Cambridge venne sostituito alla batteria da Mick "Woody" Woodmansey, ex collega di Ronson nei Rats,[85] mentre Visconti trascorse la maggior parte delle sessioni cercando di stimolare il novello sposo, combattendo contro la sua apparente apatia per il progetto.[91] Gli elementi del gruppo diventarono cinque con l'arrivo del tastierista Ralph Mace, un dirigente della Philips Records diventato il riferimento di Bowie all'interno dell'etichetta all'inizio dell'anno, durante la registrazione di The Prettiest Star.[85]

Finite le registrazioni, l'attività di Bowie subì un rallentamento e, scontento della direzione che Pitt tentò di imprimere al suo lavoro, si presentò con il giovane consulente legale Tony Defries a casa del manager, che acconsentì a sciogliere ogni obbligo professionale.[92] I due si separarono amichevolmente e Defries divenne il manager dell'artista a tempo pieno. Pitt rimase comunque uno dei personaggi più influenti del periodo d'esordio del cantante inglese, con notevoli investimenti personali anche se decisamente inferiori ai fondi resi disponibili dal collega di Defries, Laurence Myers, con cui aveva appena creato il Gem Music Group;[93] l'ultimo impegno con Pitt fu la cerimonia degli Ivor Novello Awards, svoltasi il 10 maggio al Talk Of the Town di Londra: Bowie cantò Space Oddity e vinse un premio. La canzone fu eseguita con un ampio arrangiamento orchestrale organizzato da Paul Buckmaster e diretto da Les Reed, e l'esibizione venne trasmessa via satellite in Europa e negli Stati Uniti, mentre in Inghilterra venne diffusa soltanto alla radio.[87]

Nel frattempo il successo ottenuto l'anno prima con lo stesso brano andò esaurendosi e quindi a ottobre Defries trattò un'offerta con la Chrysalis Records, riuscendo ad ottenere un accordo ed un anticipo di 5.000 sterline, mentre Bowie canalizzò le sue energie in un periodo di scrittura intensiva.[94] Il 4 novembre 1970 The Man Who Sold the World uscì negli Stati Uniti e ricevette una buona accoglienza da parte della critica nonostante le scarse vendite.[95] La chitarra hard rock di Ronson rappresentava una vistosa novità rispetto alle atmosfere prevalentemente folk e acustiche dell'album precedente. I testi apparvero più complessi e meno lineari rispetto al passato e i più profondi temi affrontati sarebbero stati ripresi nelle opere successive di Bowie: ambiguità sessuale, sdoppiamento di personalità, isolamento, pazzia, falsi guru, totalitarismi. Bowie pensò presto all'album successivo. Bob Grace, general manager della Chrysalis, affittò gli studi londinesi di Radio Luxembourg dove il cantante iniziò a registrare nuovo materiale, tra cui il brano Oh! You Pretty Things.

L'anno successivo venne pubblicato il nuovo 45 giri, Holy Holy, malgrado il ritardo di sei mesi dalla registrazione causato da trattative contrattuali.[96] Pochi giorni dopo il brano venne eseguito nel programma Six-O-One: Newsday di Granada TV, ma senza riscuotere successo.[97] Il 1971 rappresentò per la carriera di Bowie un momento cruciale, nel quale Defries fu fondamentale per realizzare e promuovere le idee partorite dal genio del cantante; il manager stava rivoluzionando radicalmente tutta l'organizzazione che ne aveva contraddistinto la carriera fino ad allora e lo convinse a interrompere il rapporto con Tony Visconti, reo di mantenere i rapporti con Marc Bolan, che a quel punto contendeva a Bowie il ruolo di primadonna del glam rock.[93] Visconti se ne andò e si concentrò sulla produzione di Marc Bolan e dei T. Rex, mantenendo il nome Hype e ingaggiando il cantante dei Rats, Benny Marshall, che andò ad aggiungersi a Ronson e Woodmansey. Avrebbe ripreso la collaborazione con Bowie nel 1974, quando i rapporti tra il cantante e Defries si stavano deteriorando.[93]

Il progetto Arnold Corns

Dopo il tour promozionale negli Stati Uniti del febbraio 1971, oltre a lavorare al nuovo album, Bowie registrò anche le prime versioni di Moonage Daydream e Hang On to Yourself con Mick Ronson, Trevor Bolder e Mick Woodmansey e con il chitarrista Mark Carr Prichard, uno studente di Dulwich. Il general manager della Chrysalis, Bob Grace, propose di pubblicarle come 45 giri per recuperare le spese di registrazione e, per aggirare il contratto con la Mercury , venne deciso di farlo sotto falso nome. Nacquero così The Arnold Corns, a quanto pare da Arnold Layne, la canzone dei Pink Floyd preferita da Bowie e il singolo venne pubblicato a maggio dalla B&C Records.[98] Anche se il progetto non ebbe nessun impatto commerciale, diede modo a Bowie di indulgere in un episodio "warholiano". Freddie Burretti, vero nome Frederick Barrett, è un diciannovenne disegnatore di moda, dichiaratamente omosessuale, che Bowie incontrò al Sombrero, il locale gay all'epoca più in voga a Londra. Burretti, che fornì a Bowie e Angela alcuni dei suoi vestiti, venne rinominato "Rudi Valentin" e presentato come voce solista del gruppo, sebbene non avesse mai partecipato alle incisioni.[98] Di fatto il progetto Arnold Corns non andò più in là di altre due canzoni, Man in the Middle, che sarà il lato B di Hang On to Yourself, di nuovo pubblicata nell'agosto 1972 e Looking For a Friend, nelle quali Burretti partecipò ai cori.

A febbraio Bowie affrontò il suo primo viaggio negli Stati Uniti per il breve tour promozionale di The Man Who Sold the World. Nonostante il matrimonio con Angela gli avesse permesso di ottenere la green card, Bowie non poté esibirsi a causa degli accordi sindacali dell'American Federation of Musicians e la promozione si limitò soltanto ad apparizioni personali e a qualche intervista a Washington, New York, Chicago, Filadelfia, San Francisco e Los Angeles.[99] In una di queste interviste annunciò a John Mendelsohn di Rolling Stone di voler «introdurre il mimo in un tradizionale ambiente occidentale, per attirare l'attenzione del pubblico con una serie di movimenti molto stilizzati, molto giapponesi». Nella stessa occasione dichiarò anche che la musica rock «dovrebbe essere agghindata come una prostituta, come una parodia di sé stessa, dovrebbe essere una specie di clown, di Pierrot. La musica è la maschera che nasconde il messaggio. La musica è il Pierrot e io, l'artista, sono il messaggio».[99]

Dopo questa breve parentesi americana Bowie tornò ai Trident Studios per completare il nuovo album Hunky Dory, realizzando nuovi brani tra cui Changes e Life on Mars?. Tra gli strumentisti impiegati inizialmente vi furono alcuni studenti di Dulwich che si erano dati il nome Runk, tra cui il chitarrista Mark Carr Pritchard, che era negli Arnold Corns, il bassista Polak de Somogyl e il batterista Ralph St. Laurent Broadbent. Per le successive registrazioni vennero presi in considerazione anche altri musicisti con cui aveva già collaborato nei mesi precedenti tra cui Terry Cox, il batterista di Space Oddity, e Tony Hill, che Bowie conosceva dal 1968.

L'album The Man Who Sold the World vide la luce anche in Gran Bretagna quasi un anno dopo la fine delle registrazioni, ma nonostante le critiche favorevoli, così come era accaduto oltreoceano, le vendite furono disastrose.[95] Il contratto che legava Bowie alla Mercury stava per scadere, ma la compagnia sarebbe comunque stata intenzionata a rinnovarlo per un altro album. Il mese successivo il rappresentante della casa discografica Robin McBride arrivò a Londra da Chicago per offrirgli un nuovo contratto di tre anni. Defries rispose che se la Mercury si fosse avvalsa dell'opzione di rinnovo per avere un nuovo disco, gli avrebbero consegnato «la più grande schifezza che avessero mai avuto», informandolo che in nessun caso Bowie avrebbe registrato un'altra nota con la Mercury, che acconsentì a rescindere il contratto.[100]

Bowie stava preparando il materiale del nuovo album a un ritmo forsennato e richiamò Ronson e Woodmansey; Ronson accettò e coinvolse il bassista Trevor Bolder per sostituire Visconti. Si cominciò così a delineare la formazione dei futuri Spiders from Mars.[100][101]

La band si trasferì a Haddon Hall per provare le nuove composizioni e Bowie decise di sfruttare l'imminente sessione alla BBC del 3 giugno come vetrina per la sua rinnovata cerchia di musicisti, tra cui gli amici Dana Gillespie, George Underwood e Geoffrey Alexander, per esibirsi con alcune nuove canzoni tra cui Kooks, composta per il figlio Zowie. Il 23 giugno Bowie partecipò al Glastonbury Fayre durante il quale si esibirono, tra gli altri, gli Hawkwind, i Traffic, Joan Baez e i Pink Floyd. La scaletta della sera precedente era stata allungata a dismisura e il concerto di Bowie era stato cancellato perché le autorità avevano insistito per concludere l'evento entro le 22:30; imperterrito, Bowie cominciò a suonare alle 5 di mattina con qualche inconveniente che interruppe Oh! You Pretty Things e proseguì con altri sei brani tra cui Memory of a Free Festival.[102]

L'incisione di Hunky Dory proseguì ai Trident Studios per tutta l'estate e ad agosto Defries volò a New York con 500 copie promozionali di un vinile chiamato BOWPROMO 1A1/1B1, con canzoni di Dana Gillespie da un lato e alcune nuove registrazioni di Bowie dall'altro, tra cui Andy Warhol, Queen Bitch e l'inedita Bombers. Dopo pochi giorni il manager tornò con un contratto con la RCA.[103]

Durante l'ultima fase di lavorazione di Hunky Dory comparve un altro elemento cruciale per la futura carriera di Bowie. Nell'estate del 1971 alla Roundhouse di Londra andò in scena la produzione statunitense intitolata Pork, un adattamento di Andy Warhol d'una raccolta di conversazioni registrate negli ambienti equivoci di New York, che metteva insieme il travestito Wayne County, le disinibite Geri Miller e Cherry Vanilla con Tony Zanetta nella parte dello stesso Warhol. Per il pubblico britannico le scene di masturbazione, omosessualità, droga e aborti di Pork rappresentarono un inaccettabile affronto al buon gusto. Lo spettacolo ebbe un'immensa pubblicità gratuita dai commenti scandalizzati della stampa, mentre per Bowie il contatto con la bizzarria di Warhol rappresentò un nuovo punto di svolta. Questo evento e l'incontro con l'artista americano che avvenne il mese successivo contribuirono a far nascere in lui l'intuizione della fusione tra musica e messa in scena, cambiando il proprio look e sfruttando i media per creare la nuova immagine da rock-star. Il suo ruolo sulla scena non si limitò più a quello di cantante-musicista con un buon uso delle movenze del corpo, bensì quello di attore-musicista.[103]

Attratto dalla loro sfacciataggine, dalla torbida sessualità, dallo stile da strada tipicamente newyorchese e dai legami con Warhol, Bowie si affrettò a presentare i componenti del nuovo cast a Defries al suo ritorno dagli Stati Uniti.[103] Quando nel 1972 Defries uscì dal Gem Music Group e fondò la MainMan Management, azienda di sua esclusiva proprietà con la quale gestì l'enorme mole di affari che Bowie sarebbe stato in grado di muovere,[104] alcuni dei protagonisti di Pork furono assunti ed ebbero ruoli di rilievo nell'azienda.[105]

Finito di incidere Hunky Dory, Bowie tornò in America con Angela, Defries e Ronson per firmare il nuovo contratto con la RCA. Come già accadde nel suo viaggio precedente, Bowie non riuscì a suonare, ma il soggiorno gli permise di conoscere personalmente Warhol, al quale fece ascoltare il brano a lui dedicato. Come rivelò Bowie nel 1997, Warhol non ebbe una reazione positiva: « [...] credo pensasse di essere stato umiliato dalla canzone o qualcosa del genere e davvero non era questa la mia intenzione, anzi, era un ironico omaggio. La prese molto male ma gli piacquero le mie scarpe... ne indossavo un paio che mi aveva regalato Marc Bolan, di un brillante giallo canarino, con tacco e punta arrotondata [...] siccome Warhol aveva anche il vezzo di disegnare scarpe, abbiamo avuto qualcosa di cui parlare».[106] Negli stessi giorni avvennero altri due importanti incontri: Dennis Katz della RCA gli presentò Lou Reed in un ristorante e la stessa sera, a una festa al Max's Kansas City, conobbe Iggy Pop, un incontro che in futuro si sarebbe rivelato fondamentale per la carriera di entrambi.[102]

Al ritorno in Europa gli impegni di Bowie proseguirono sia dal vivo che in studio, con le registrazioni di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, che iniziarono il 9 settembre con la cover di It Ain't Easy del cantautore statunitense Ron Davies.[107] Il 21 settembre vi fu una nuova sessione alla BBC per Sounds of the 70s con "Whispering" Bob Harris, nella quale Bowie e Ronson interpretarono Amsterdam di Brel. Quattro giorni dopo vi fu la prima esibizione dal vivo con i futuri Spiders from Mars, con l'aggiunta di Tom Parker al pianoforte, al Friars Club di Aylesbury.[108]

L'8 novembre ebbe inizio la prima vera sessione che produsse molte delle tracce destinate al nuovo album. Tra queste figurarono le nuove versioni di Moonage Daydream e Hang On to Yourself, la celebre Ziggy Stardust e Lady Stardust; le ultime due erano già state incise in un demo acustico agli studi di Radio Luxembourg alcuni mesi prima.[109] Tra i brani scartati vi furono Shadow Man, Sweet Head, Velvet Goldmine, una nuova versione di Holy Holy e un'interpretazione del brano Around and Around di Chuck Berry, reintitolato Round and Round.

Hunky Dory venne pubblicato il 17 dicembre 1971, quando Bowie era già a metà strada nella registrazione dell'album successivo e stava lavorando a un ulteriore cambio d'immagine e di stile. La nuova opera vide il ritorno a sonorità più folk dominate dal pianoforte di Rick Wakeman e dagli arrangiamenti operistici di Mick Ronson e soprattutto mise in luce l'abilità acquisita da Bowie come autore di canzoni ma, nonostante le brillanti recensioni della stampa specializzata e la pubblicazione del singolo Changes, la campagna promozionale risultò inadeguata e le vendite scarse. Negli Stati Uniti si fermò alla posizione n. 93 della Billboard 200 mentre nel Regno Unito si dovette addirittura attendere l'uscita di Ziggy Stardust per vederlo in classifica.[110] Hunky Dory venne comunque considerato con gli anni il suo primo, autentico album "classico".

L'epoca di Ziggy Stardust (1972-1973)

L'origine "extraterrestre" di Ziggy

Nell'intervista comparsa su Rolling Stone nel 1973, Bowie raccontò a William S. Burroughs che, contrariamente all'opinione comune, Ziggy Stardust non era un extraterrestre ma un umano che casualmente entrava in contatto con forze da un'altra dimensione attraverso la sua radio e che, scambiando i loro messaggi per rivelazioni spirituali, adottò sulla Terra un ruolo messianico, mentre gli "infiniti", creature aliene prive di passioni, lo utilizzarono come tramite per un'invasione che distruggerà il mondo.[113] «La fine arriva quando arrivano gli "infiniti". Ziggy è consigliato in un sogno dagli "infiniti" di scrivere la venuta di un uomo delle stelle, così ha scritto Starman, che è la prima notizia di speranza che le persone ricevono... Nello spettacolo teatrale, uno di loro assomiglia a Brando, un altro è un newyorchese di colore».[113] Ancora, «quando gli infiniti arrivano, prendono pezzi di Ziggy per renderli reali, perché nel loro stato originale sono anti-materia e non possono esistere nel nostro mondo. E lo fanno a pezzi sul palco durante Rock 'n' Roll Suicide. Appena Ziggy muore sul palco, gli infiniti prendono i suoi elementi e diventano visibili».[113] Se poco di questa storia risultò chiaro nell'album, c'è da considerare che, lungo la sua carriera, Bowie ha spesso reinterpretato il proprio lavoro per adattarlo alla tendenza del momento, come suggerì nella stessa intervista: «[...] quando un artista ha completato la sua opera essa non gli appartiene più... guardo semplicemente ciò che ne fa la gente».[113]

La vera consacrazione avvenne nel 1972, con l'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, in cui fu accompagnato dal gruppo musicale eponimo The Spiders from Mars e che contiene gran parte dei suoi classici, che continuarono ad essere ripetuti in qualunque suo concerto anche a trent'anni di distanza: da Starman a Moonage Daydream, da Rock 'n' Roll Suicide a Ziggy Stardust e Space Oddity di cui, sempre nel medesimo anno, Bowie eseguì una versione nel suo primo videoclip, girato agli RCA studios di New York.

Fra il 1972 e il 1973, portò in tournée uno show dove il vero Bowie e il personaggio di Ziggy Stardust finivano per confondersi. Vestito in attillate calzamaglie colorate, costumi sgargianti e capelli tinti rosso fuoco, Bowie diede il via al primo show di Ziggy nell'ambiente raccolto del Toby Jug Pub di Tolworth il 10 febbraio 1972.[114] Lo spettacolo, presentato in seguito a platee più numerose, catapultò definitivamente Bowie sotto la luce dei riflettori dei media britannici nel corso dei successivi sei mesi di tour, facendogli conquistare enorme popolarità e un crescente successo di pubblico e di critica. Frotte di ragazzini e ragazzine si affollarono ai suoi concerti colpiti dallo sferzante e melodico glam rock e dall'atteggiamento di libertà sessuale che traspariva dall'efebo Ziggy. The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, combinando gli elementi hard rock di The Man Who Sold the World con l'approccio maggiormente pop e sperimentale di Hunky Dory, fu pubblicato nel giugno 1972. Rimase in classifica per circa due anni e trainò al successo il precedente Hunky Dory, ormai vecchio di sei mesi, che rientrò in classifica. Allo stesso tempo il singolo John, I'm Only Dancing, non contenuto nell'album, e All the Young Dudes, canzone scritta e prodotta per i Mott the Hoople, divennero successi nel Regno Unito. Lo Ziggy Stardust Tour proseguì negli Stati Uniti d'America.[115]

La scandalosa intervista al Melody Maker

Sul numero del 22 gennaio 1972 della rivista musicale britannica Melody Maker comparve un'intervista a Bowie destinata a creare scandalo. L'articolo, intitolato "Oh! You Pretty Thing", descrisse il nuovo look di Bowie e riportò il suo ultimo exploit: «Sono gay, lo sono sempre stato [...]», rivelò al giornalista Michael Watts, «[...] anche quando ero David Jones».[116] L'intervista creò un certo clamore in un'epoca nella quale affermare la propria omosessualità non era cosa abituale. In pochi allora pensarono a una tattica sensazionalistica pianificata dal cantante alle porte del lancio di Ziggy Stardust, tranne forse lo stesso Watts che notò «una maliziosa allegria in quello che dice, un sorriso segreto agli angoli della bocca... se non è di sfida, è quantomeno divertito».[116] Del resto era lo stesso Bowie che, nella stessa intervista, provava a confondere le acque: «La mia natura sessuale è irrilevante. Sono un attore, recito una parte, frammenti di me stesso».[117] Il movimento gay britannico elesse Bowie a suo simbolo, mentre i benpensanti accolsero scandalizzati la dichiarazione.

In questo periodo, Bowie contribuì in veste di produttore e musicista, insieme a Ronson, al più grande successo commerciale della carriera di Lou Reed, l'album Transformer, considerato una pietra miliare del glam rock.[118]

Il successivo lavoro in studio fu l'album Aladdin Sane, che divenne il primo album di Bowie a raggiungere la vetta della classifica britannica. Descritto da Bowie stesso come «Ziggy va in America», per sottolineare l'americanizzazione del sound glam dell'anno precedente, il disco contiene brani scritti durante il viaggio attraverso gli Stati Uniti per le prime date dello Ziggy Tour, che proseguì in Giappone. Da Aladdin Sane furono estratti due singoli di successo, che raggiunsero i primi posti della classifica inglese: The Jean Genie e Drive-In Saturday.[119][120]

Il titolo nasce dal gioco di parole che riflette la doppia personalità di Bowie di quel periodo: da una parte il soprannaturale e sano Aladdin (Aladdin Sane) e dall'altra il ragazzo folle (A lad insane).[121] Celebre divenne l'iconica immagine di copertina del disco, una foto a mezzo busto di Bowie truccato da Aladdin Sane, con un fulmine rosso che gli attraversa il viso, una delle raffigurazioni più riconoscibili ed emblematiche dell'artista nel corso dei decenni.[122]

L'amore di Bowie per la recitazione e la teatralità lo portarono a un'immersione totale nel suo androgino alter ego musicale. A posteriori il musicista affermò: «Sul palco ero un robot mentre fuori dal palco invece provavo emozioni. È probabilmente per questo che preferivo vestirmi come Ziggy piuttosto che essere David». Con il successo arrivarono però anche difficoltà personali: recitare lo stesso ruolo in continuazione rese sempre più difficile a Bowie scindere i suoi personaggi dalla sua vera personalità; «Ziggy», disse Bowie, «non mi avrebbe abbandonato per anni. Quello fu il punto in cui tutto si spinse troppo in là [...] . La mia intera personalità ne risentì. Divenne molto pericoloso. Iniziai a dubitare seriamente della mia sanità mentale».[123]

Gli ultimi concerti di Ziggy, che inclusero canzoni sia da Ziggy Stardust che da Aladdin Sane, furono di una teatralità assoluta e compresero momenti studiati di pathos sul palco alternati a gesti sconcertanti, con Bowie che simulava una fellatio con la chitarra di Ronson.[124] L'artista diede fine a questo periodo con il drammatico annuncio del ritiro dalle scene del personaggio Ziggy durante il concerto all'Hammersmith Odeon di Londra, il 3 luglio 1973, proprio all'apice del successo.[125]

Dopo aver sciolto gli Spiders from Mars, Bowie cercò di allontanarsi definitivamente dal personaggio di Ziggy. A conferma del grande successo del momento, anche tutti gli album del suo catalogo passato vendevano bene: The Man Who Sold the World venne ristampato nel 1972 insieme a Space Oddity. Il brano Life on Mars? venne pubblicato su singolo nel giugno 1973 e raggiunse la terza posizione in classifica nel Regno Unito.[126] Pin Ups, una raccolta di cover di brani degli anni sessanta preferiti da Bowie, venne pubblicato in ottobre, raggiungendo il primo posto della classifica britannica. Nel 1973 erano sei gli album di Bowie presenti nella classifica britannica,[127] il successo commerciale, almeno in patria, era ormai ampiamente raggiunto.

Verso fine anno Bowie intrecciò un intenso quanto breve legame con Amanda Lear, che scoprì vedendola sulla copertina dell'album For Your Pleasure dei Roxy Music. Fu lo stesso Bowie a convincerla a tralasciare la professione di modella per abbracciare la carriera di cantante, finanziandole anche alcuni corsi di canto e danza.[128]

Il funk, il «plastic soul» e Diamond Dogs (1974-1975)

Nel marzo del 1974 Bowie si imbarcò sul transatlantico SS France, per raggiungere gli Stati Uniti il 1º aprile,[129] stabilendosi inizialmente a New York.

L'album Diamond Dogs dello stesso anno fu il risultato di due differenti idee: un abortito musical basato sul futuro apocalittico descritto nel romanzo di George Orwell 1984 e le prime influenze soul e funk che iniziarono ad insinuarsi nella musica di Bowie.[130]

Con brani di successo come Rebel Rebel e Diamond Dogs, il disco diventò numero uno in Gran Bretagna e numero cinque negli Stati Uniti. Per promuoverlo, Bowie diede il via allo spettacolare Diamond Dogs Tour, presenziando nelle maggiori città del Nord America tra giugno e dicembre del 1974. Il tour, fortemente scenografico e teatrale, coincise con l'aumento della dipendenza da cocaina del cantante, che gli causò svariati problemi fisici dovuti alla debilitazione.[131] Nell'aprile del 1975 si trasferì in California, in una casa sulle colline di Los Angeles; qui Bowie trascorse uno dei periodi più negativi della sua vita, ossessionato dalla sua passione per l'occultismo e debilitato dall'abuso di droghe pesanti.[132] Tuttavia questo periodo cupo contribuì in parte alla nascita del suo prossimo personaggio.

Bowie stesso, dato il suo precario stato di salute, commentò il successivo album dal vivo, David Live, dicendo ironicamente che avrebbe dovuto intitolarsi «David Bowie is alive and well but living only in theory».[133][134] Tuttavia David Live solidificò lo status di Bowie come rockstar, raggiungendo la seconda posizione in Inghilterra e l'ottava negli Stati Uniti. Dopo una pausa a Filadelfia, dove Bowie incise nuovo materiale, il tour proseguì con maggior enfasi sulla musica soul, ultima grande passione del cantante.[135]

Il frutto delle sessioni a Filadelfia fu l'album Young Americans edito nel 1975, nel quale l'artista, smessi definitivamente i variopinti panni dell'eroe glam rock, si gettò a capofitto nella black music americana. Il biografo Christopher Sandford scrisse: « [...] nel corso degli anni, molti musicisti britannici avevano cercato di diventare "neri" scimmiottando la musica nera statunitense ma pochi ci erano riusciti con successo come Bowie».[136]

Il particolare e artificioso sound dell'album, che Bowie stesso descrisse come "plastic soul", costituì una nuova e radicale svolta nel suo stile musicale.[136] Da Young Americans fu estratto il singolo Fame, composto con John Lennon e Carlos Alomar, che valse a Bowie la prima posizione in classifica, per due settimane, negli Stati Uniti. L'album segnò una fase importante per l'evoluzione musicale dell'artista: fu il primo dei suoi album ad abbandonare quasi del tutto il rock in favore di sonorità più funky e soul dando vita ad una sorta di "R&B bianco".

In quel periodo ebbe fine il rapporto tra Defries e Bowie, che era stato superficiale nel firmare il contratto con la MainMan, non lo aveva letto con attenzione e si era fidato di quanto gli aveva raccontato Defries. Convinto di essere coproprietario dell'azienda al 50% e di aver diritto a metà dei guadagni, solo nel 1974 fu informato che l'azienda era al 100% di Defries. Il contratto prevedeva 50% dei ricavi lordi a Defries e 50% a Bowie, il quale doveva però sobbarcarsi per intero il totale delle ingentissime spese e delle tasse.[137]

Quando Bowie venne a sapere tali dettagli, la MainMan era oberata da debiti, sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti molte fatture non erano state pagate e le spese erano aumentate, assieme agli investimenti sbagliati di Defries. Bowie si sentì tradito e sfruttato; la prima reazione fu di tagliare le esorbitanti spese per i concerti e adottare costumi e ambientazioni più sobrie, rinominando la tournée "Philly Dogs Tour". Il 29 gennaio 1975 andò negli uffici della RCA e annunciò la sua uscita dalla MainMan, ottenendo un anticipo per Young Americans di imminente pubblicazione. Il giorno dopo la lettera di rescissione dal contratto arrivò alla MainMan.[138]

Dopo la risoluzione del contratto nel 1975, Bowie avrebbe dichiarato di essere stato trattato come uno schiavo da Defries e di non essere riuscito a fare soldi. Le trattative per la risoluzione del contratto furono lunghe e difficili e alla fine Bowie fu costretto a riconoscere a Defries il 50% delle royalty dei lavori realizzati da Hunky Dory fino a quel momento ed il 16% su quelle di tutte le proprie attività fino al 1982.[138] Defries continuò a mantenere una parte del copyright sui dischi di Bowie fino al 1997, quando il cantante riscattò le quote dell'ex manager e divenne proprietario al 100% di tali diritti.[139] Nuovo manager di Bowie, nonché suo avvocato, fu per breve tempo Michael Lippman.

Gli anni del «Duca Bianco» e la trilogia di Berlino (1976-1979)

Alla pubblicazione del successivo album Station to Station nel gennaio 1976, fece seguito in febbraio una tournée di tre mesi e mezzo in Europa e Stati Uniti per promuovere l'album e le drammatiche performance del nuovo personaggio di Bowie, il Thin White Duke, ovvero lo "snello Duca Bianco".

Questo nuovo alter ego segnò una delle tante svolte artistiche nella sua carriera, ormai lontana dal chiassoso clamore multicolore del glam rock di pochi anni prima. Il "Duca Bianco" impersonava un aristocratico personaggio con un abbigliamento sobrio ed elegante, ipotetiche simpatie destrorse e una forte infatuazione per l'occultismo. Seppur molti di questi elementi furono soltanto trovate sceniche del poliedrico artista, il nome "White Duke" entrò nell'immaginario collettivo del pubblico, divenendo presto il suo più consueto soprannome per il resto della carriera.

I brani più significativi di questo periodo furono la title track del disco, influenzata dal sound di gruppi tedeschi krautrock, le ballate Word on a Wing e Wild Is the Wind, cover di un brano reso famoso da Nina Simone, e i brani funky TVC 15 e Stay. La band che accompagnò Bowie sul palco comprendeva il chitarrista Carlos Alomar, il bassista George Murray e il batterista Dennis Davis, sezione ritmica che lo avrebbe affiancato fino alla fine del decennio. Il tour riscosse grande successo ma generò anche polemiche di natura politica, come quella sorta durante una data a Stoccolma, in cui Bowie venne imputato di aver rilasciato la seguente dichiarazione: « [...] la Gran Bretagna trarrebbe beneficio dall'avvento di un leader fascista [...]»; inoltre poco dopo la polizia di frontiera lo fermò sul confine russo-polacco per possesso di alcuni cimeli nazisti.[140]

La controversa vicenda culminò a Londra nel maggio seguente in quello che divenne noto come "l'incidente della Victoria Station". Nel pomeriggio del 2 maggio 1976, tornato in Gran Bretagna dopo due anni di assenza, Bowie lasciò la stazione salutando la folla di fan adoranti con un gesto del braccio sinistro che venne scambiato per un saluto nazista, episodio fotografato e pubblicato su New Musical Express. Bowie dichiarò che il fotografo aveva semplicemente "congelato" il gesto del suo braccio a mezz'aria nel corso di un normale saluto.[141] La maggior parte della stampa britannica ignorò l'incidente, tuttavia i vari tabloid scandalistici specularono non poco sulle presunte tendenze naziste del cantante, alimentando il tutto con citazioni riciclate dagli anni precedenti, come quella rilasciata da Bowie in un'intervista a Cameron Crowe dove affermava che «Adolf Hitler è stato una delle prime vere rockstar [...]», oppure citando la canzone Somebody Up There Likes Me contenuta nell'album Young Americans, in cui parlava del ritorno di Hitler.[142] Successivamente Bowie si scusò pubblicamente per questi ambigui atteggiamenti, imputandoli alla sua dipendenza dalla cocaina e all'eccessiva immedesimazione nel personaggio del "Duca Bianco":[143]« [...] ero fuori di testa, totalmente impazzito. Ero interessato principalmente alla mitologia più che all'intera faccenda su Hitler e il totalitarismo [...]».[144]

La fascinazione del Duca Bianco per l'occulto
Il soggiorno a Los Angeles del 1975-76

Nell'aprile 1975, Bowie si trasferì a Los Angeles in una villa presa in affitto al 637 di North Doheny Drive.[145] All'epoca faceva un uso smodato di cocaina e sigarette e si sosteneva con una dieta esclusivamente a base di caffè, latte e peperoni verdi e gialli, trascorrendo la maggior parte del periodo "in uno stato di costante terrore psichico" e debilitazione psicofisica arrivando a pesare solo una quarantina di chili.[146] Alcuni resoconti dell'epoca, principalmente derivanti da un'intervista fatta al cantante da Cameron Crowe, riportano che viveva in una casa piena di antichi manufatti egizi, candele nere sempre accese, circondato da varia iconografia nazista, intento a studiare trattati di magia nera e a conservare in frigorifero la propria urina imbottigliata,[147] terrorizzato dal fatto che un gruppo di streghe volesse rubare il suo sperma per qualche rito oscuro. Sosteneva inoltre di ricevere messaggi segreti da parte dei Rolling Stones sulle copertine dei loro dischi e minacce da Jimmy Page dei Led Zeppelin (notoriamente adepto di Aleister Crowley).[148] Questa ossessione per la magia, l'occulto e le teorie superomistiche del filosofo Friedrich Nietzsche non era nuova per Bowie che già ne aveva dato traccia in due canzoni presenti in Hunky Dory (1971), Oh! You Pretty Things e Quicksand, e in altri brani ancora precedenti come Cygnet Committee del '69 e The Supermen del 1970. Ma la scintilla di questo rinnovato interesse sembrò essere un incontro avvenuto a New York con il "regista maledetto" Kenneth Anger, autore del film satanista Lucifer Rising.[147]

In questo periodo, Bowie ebbe anche la sua prima vera esperienza in campo cinematografico recitando come protagonista nel film di fantascienza L'uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg, regista che lo scritturò dopo averlo apprezzato nel documentario Cracked Actor inerente al Diamond Dogs Tour dell'anno precedente. Per l'occasione David iniziò anche a comporre alcuni brani strumentali che avrebbero dovuto costituire la colonna sonora del film ma che invece confluirono nei suoi successivi prodotti discografici.

Nel 1976 Bowie si trasferì in Svizzera, acquistando una grande villa vicino Losanna, sulle colline a nord del Lago di Ginevra, dove il suo consumo di cocaina incrementò ulteriormente, iniziando a minacciargli seriamente la salute. Determinato a disintossicarsi e per distrarsi dallo stress dell'ambiente musicale, Bowie iniziò a dipingere producendo svariate opere post-moderniste. Prese anche l'abitudine di portarsi in tour un blocco degli schizzi per disegnare quando si sentiva ispirato e iniziò a fotografare qualsiasi cosa colpisse la sua immaginazione. Visitò anche molte gallerie d'arte a Ginevra, il Brücke-Museum di Berlino e divenne, nelle parole del biografo Christopher Sandford, «un prolifico produttore e collezionista d'arte contemporanea»;[149] i suoi quadri furono esposti in molte mostre personali e alcuni acquistati da musei britannici e statunitensi. Attraverso il proprio sito internet Bowieart.com, si impegnò anche nel promuovere e favorire la visibilità di opere di giovani artisti.[150]

Le controverse dichiarazioni
sul Nazionalsocialismo
«Adolf Hitler è stato la prima vera rockstar!»[142]

Nel periodo delle sessioni per l'album Station to Station, Bowie si immerse in intense letture su Hitler e la storia del Terzo Reich. Iniziò quindi a definire il proprio nuovo personaggio, The Thin White Duke, come una sorta di "vero ariano fascista" e a rilasciare dichiarazioni alla stampa in cui prevedeva l'imminente avvento di un nuovo regime fascista in Inghilterra. Nel maggio 1976 vi fu l'incidente alla Victoria Station, dove fu fotografato nel gesto di fare un saluto nazista rivolto alla folla, circostanza che Bowie smentì. A posteriori avrebbe affermato di essere stato affascinato dal lato puramente teatrale ed esoterico del nazismo, considerando il suo approccio politico dell'epoca "molto immaturo". A questo periodo Bowie farà riferimento parlando di: "...Visioni di svastiche nella mia testa, piani per chiunque..." in China Girl dell'album Let's Dance del 1983 e, in riferimento a quanti lo avevano attaccato per le sue smentite in materia, scrisse che essere insultato da questi fascisti è molto degradante", nel brano It's No Game presente in Scary Monsters (and Super Creeps) del 1980.

Prima della fine del 1976, l'interesse di Bowie per la scena artistica tedesca lo portò a trasferirsi a Berlino Ovest per disintossicarsi definitivamente e rivitalizzare la propria carriera. Qui iniziò la proficua collaborazione con Brian Eno e condivise un appartamento a Schöneberg con Iggy Pop e Corinne Schwab, sua assistente personale già a Los Angeles, a cui aveva affidato la maggior parte degli aspetti organizzativi e manageriali.[138]

La Schwab fu oggetto di grande gelosia da parte di Angie, moglie di Bowie, che dopo avere trascorso qualche giorno a Berlino si ritrasferì negli Stati Uniti. Bowie le dedicò il brano Be My Wife (incluso in Low), invitandola invano a rimanere con lui in questa nuova avventura. Il matrimonio era entrato in crisi a partire dal 1973, con la passione sessuale tra i due che si era affievolita e con le frequenti relazioni extra-coniugali di entrambi.[138] In seguito, Angie avrebbe affermato di non aver più voluto vedere il marito dopo il ripetersi degli episodi filo-nazisti come quello della Victoria Station.[151] Bowie sostenne invece che dal 1974 si vedevano occasionalmente e facevano vite separate.[152] Ne seguì la definitiva separazione e il divorzio del 1980.[153]

David iniziò a focalizzarsi sul minimalismo e sulla musica ambient, che caratterizzeranno gli album della cosiddetta "trilogia di Berlino".[154] In questo periodo aiutò anche a risollevare le sorti della carriera di Iggy Pop, producendone e scrivendone insieme il primo album solista The Idiot e il successivo Lust for Life. Nel tour di Iggy Pop in Europa e Stati Uniti nel marzo e aprile 1977, Bowie partecipò come tastierista.[155]

L'album Low del 1977 fu parzialmente influenzato dal krautrock di Kraftwerk e Neu! ed evidenziò un passo avanti per Bowie come compositore e artista concettuale, distanziandosi dal semplice pop e rock per produrre un'ambiziosa musica più astratta, dove le liriche erano sporadiche e non indispensabili. Malgrado le iniziali critiche negative ricevute per la sua apparente complessità e la non commerciabilità, Low arrivò alla seconda posizione nella classifica britannica, producendo anche il singolo di successo Sound and Vision. A posteriori si rivelerà un album di culto e porterà compositori d'avanguardia come Philip Glass a descriverlo « [...] un'opera geniale di incomparabile bellezza».[156][157][158] Lo stesso Glass comporrà un'intera sinfonia basata sulle musiche e le atmosfere dell'album, la Low Symphony del 1992.

Seguendo l'approccio minimalista di Low, il 23 settembre del 1977 uscì "Heroes" che include il celebre brano omonimo scritto insieme a Brian Eno; quest'album fuse pop e rock ampliandone i confini di genere e fu l'unico dei tre album della trilogia berlinese ad essere interamente registrato a Berlino. Come Low, anche "Heroes" risultò pervaso dallo zeitgeist della guerra fredda, stigmatizzato dal muro che divideva in due la città.[97] Fu un altro grande successo, raggiungendo la terza posizione in classifica nel Regno Unito. La title track, che raggiunse all'epoca soltanto la 24ª posizione nella classifica britannica dei singoli, divenne forse il brano più celebre e rappresentativo dell'intera carriera di Bowie, capace di resistere nel corso degli anni come sua canzone simbolo.[159] Verso fine anno, Bowie eseguì il brano sia allo show televisivo di Marc Bolan che allo speciale televisivo natalizio di Bing Crosby, con il quale si esibì in una versione di Peace on Earth/Little Drummer Boy. Il duetto si rivelò un successo mondiale nel 1982, conquistando la terza posizione nel Regno Unito.[160]

Dopo aver completato Low e "Heroes", Bowie promosse i due album passando la maggior parte del 1978 in una tournée a cui presenziarono un milione di spettatori nei 70 concerti che toccarono 12 nazioni. Dal tour venne ricavato l'album live Stage, pubblicato nel medesimo anno.[161] Sempre nel '78 uscì il film Just a Gigolò, con Bowie nella parte del protagonista. La pellicola riscosse un mediocre riscontro di pubblico e pessime recensioni da parte della critica.

Il capitolo finale della trilogia fu l'album Lodger del 1979, che a sua volta mostrò un approccio alla musica minimalista, ambient e complessa dei precedenti due dischi ma con un parziale ritorno al rock convenzionale basato su percussioni e chitarre. Il risultato fu un complesso mix di elementi new wave e world music,[162] con alcune influenze multietniche; alcune tracce furono composte utilizzando gli aforismi delle Strategie Oblique di Brian Eno e Peter Schmidt: Boys Keep Swinging nacque così, incoraggiando i musicisti a "percuotere" i propri strumenti, mentre per Move On si ricorse alla progressione di accordi di All the Young Dudes suonati al contrario e per Red Money utilizzando la traccia strumentale base di Sister Midnight, brano precedentemente composto insieme a Iggy Pop.[163] L'album venne registrato interamente nello studio di Bowie in Svizzera e segnò l'interruzione del rapporto collaborativo tra Bowie e Brian Eno, che sarebbero tornati a lavorare insieme negli anni novanta. Lodger raggiunse la quarta posizione in Gran Bretagna e la numero 20 negli Stati Uniti e dal disco furono estratti i singoli Boys Keep Swinging e DJ.[164][165] Anche se inizialmente fu recepito come una chiusura in tono minore della trilogia di Berlino, Lodger sarebbe stato rivalutato nel corso degli anni, anche in virtù del deludente risultato degli album di Bowie degli anni ottanta.

Il successo commerciale e di massa (1980-1989)

Negli anni ottanta Bowie fu molto impegnato nel cinema e nel teatro ed incrementò numero di tappe e grandiosità delle tournée, mentre la produzione discografica si basò su un raffinato quanto generico pop, con album contenenti alcune hits più commerciali, adatte ad una massiccia trasmissione radiofonica. Il successo di questi singoli fu alimentato dai suggestivi video che li accompagnarono; un fenomeno, quello dei video, che Bowie già conosceva e che sfruttò nel modo migliore, da poliedrico artista quale si è sempre dimostrato.

L'album Scary Monsters (and Super Creeps) del 1980 ebbe un buon successo, grazie anche ai contributi chitarristici di Robert Fripp, Pete Townshend e Tom Verlaine.[166] Produsse la hit da primo posto in classifica Ashes to Ashes, che conferì visibilità internazionale al movimento underground dei New romantic, quando per realizzarne il videoclip Bowie reclutò al night club "Blitz" di Londra diverse comparse, tra le quali Steve Strange dei Visage. Nel video Bowie è vestito da inquietante Pierrot, in uno dei suoi travestimenti più famosi.[167] Nel settembre del 1980 Bowie debuttò a Broadway nella pièce teatrale The Elephant Man interpretando la parte del deforme John Merrick, senza l'ausilio di nessun make up e riscuotendo critiche lusinghiere.[168]

Lo stesso anno fece un'apparizione nel film tedesco Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino la cui colonna sonora, composta esclusivamente dai suoi brani tratti da Station to Station, Low, Heroes e Lodger, fu pubblicata pochi mesi dopo e riscosse un buon successo. Nel 1981 Bowie collaborò con i Queen per il loro album Hot Space, duettando nella traccia Under Pressure con Freddie Mercury. Il brano si rivelò un grande successo, divenendo il terzo singolo numero 1 di Bowie nel Regno Unito. Sempre nel 1981 fu il protagonista nell'adattamento televisivo della BBC dell'opera di Bertolt Brecht Baal. Cinque dei brani tratti dal lavoro teatrale, incisi a Berlino, furono pubblicati nell'omonimo EP.

Grande successo ebbe l'album Let's Dance del 1983, co-prodotto insieme a Nile Rodgers degli Chic, che divenne disco di platino su entrambe le sponde dell'Atlantico. Dall'album furono estratte la title track Let's Dance, Modern Love e China Girl, che raggiunsero i primi posti in classifica un po' in tutto il mondo e furono accompagnate da acclamati video promozionali. L'uscita di Let's Dance fu seguita dal Serious Moonlight Tour, con la partecipazione del chitarrista Earl Slick e dei coristi Frank e George Simms. Il tour mondiale durò sei mesi e riscosse un enorme successo, anche se alcuni critici sottolinearono che la musica di Bowie aveva subito un'involuzione troppo "commerciale"[169] Durante il tour si esibì con un nuovo look dai capelli iper-ossigenati e fisico abbronzato, proponendo un accessibile dance-rock non scevro da passaggi con tematiche disturbanti e testi impegnati.

Sempre nel 1983 Bowie fu il protagonista del film Furyo, conosciuto anche con il titolo originale Merry Christmas Mr. Lawrence, diretto da Nagisa Ōshima e basato sul romanzo The Seed and the Sower di Laurens van der Post. La sua interpretazione fu lodata dalla critica e il film riscosse un buon successo di pubblico. Nel 1984 fu pubblicato Tonight, altro album dall'impronta dance e fortemente commerciale, al quale collaborarono Tina Turner e Iggy Pop. Tra le varie cover del disco vi è una criticatissima versione del classico dei Beach Boys del 1966 God Only Knows. Vi era inoltre la hit Blue Jean, che sarebbe stata inserita nel cortometraggio musicale Jazzin' for Blue Jean vincitore del Grammy Award for Best Short Form Music Video.

Nel 1985 Bowie si esibì al Live Aid nel vecchio stadio di Wembley a Londra. Durante l'evento fu proiettato il video realizzato appositamente dove Bowie duetta con Mick Jagger nel brano Dancing in the Street, che successivamente arrivò al primo posto delle classifiche. Lo stesso anno collaborò con Pat Metheny per l'incisione della canzone This Is Not America che, pubblicata su singolo, riscosse un buon successo sia in America che nel Regno Unito.[170] L'anno successivo recitò nel film Absolute Beginners, che ricevette critiche negative, ma il pezzo omonimo scritto da Bowie per la colonna sonora raggiunse la seconda posizione nel Regno Unito. Sempre nel 1986 interpretò il malvagio re dei goblin Jareth nel film fantastico Labyrinth - Dove tutto è possibile, per il quale Bowie scrisse e registrò cinque nuove canzoni.

Nel 1987 fu pubblicato l'album Never Let Me Down, che proseguì il discorso stilistico dei precedenti due dischi con marcate sonorità anni ottanta ma ricevette pessime critiche e un moderato riscontro nelle vendite, raggiungendo la sesta posizione nella classifica britannica. A posteriori Bowie lo avrebbe descritto come un disco orribile ed il suo peggiore in assoluto.[171] Per la promozione di Never Let Me Down, Bowie organizzò il mastodontico Glass Spider Tour che partì il 30 maggio 1987 e si protrasse con successo per 86 date in giro per il mondo. Il Glass Spider fu anche il primo tour di Bowie in Italia, dove si esibì a Firenze, Roma, Milano e Torino.

Il breve periodo con i Tin Machine (1989–1990)

Nel 1989 Bowie scelse di prendersi un periodo di riflessione e di rifugiarsi in un relativo anonimato entrando come cantante, chitarrista e sassofonista nel gruppo rock Tin Machine. Gli altri membri erano il chitarrista solista Reeves Gabrels e i fratelli Tony e Hunt Sales, rispettivamente bassista e batterista, con i quali David aveva già collaborato negli anni settanta per l'album di Iggy Pop Lust for Life.[172] e suonando le tastiere nel tour documentato dall'album live Tv Eye (1978).

Sebbene all'interno dei Tin Machine vigesse una democrazia assoluta, ben presto la natura da leader di Bowie iniziò a prevalere nelle dinamiche di gruppo, sia come compositore principale che come guida carismatica. Nel 1989 l'album di debutto della band, Tin Machine, venne inizialmente ben accolto da pubblico e critica, anche se l'eccessiva politicizzazione delle liriche provocò qualche perplessità. Il disco raggiunse la terza posizione in classifica nel Regno Unito e il primo tour mondiale dei Tin Machine si rivelò un successo commerciale, anche se parte della critica rimpiangeva i lavori del Bowie solista degli anni settanta.[173]

Dopo una serie di singoli fallimentari e un dissidio con la EMI, Bowie lasciò l'etichetta discografica. I Tin Machine si sciolsero dopo la pubblicazione di un secondo album in studio e di uno dal vivo entrambi male accolti da pubblico e critica. Bowie era però già tornato, prima della pubblicazione del secondo album del gruppo, all'attività da solista con il Sound+Vision Tour del 1990, che lo tenne impegnato per sette mesi nel portare in giro per il mondo i suoi vecchi successi, dopo la pubblicazione del lussuoso cofanetto "Sound and Vision", riscuotendo ottimi consensi e lauti guadagni.[174]. Un terzo album di studio dei Tin Machine era stato programmato, ma Bowie preferì ritornare all'attivista solista dopo avere reincontrato Nile Rodgers (il produttore di "Let's Dance"). Con Rodgers incise Real Cool World, title-track della colonna sonora del film Cool World, che fu pubblicata su singolo nell'estate 1992.

Elettronica, nuove sperimentazioni e il ritorno al passato (1990-1999)

Nel 1990 Bowie tornò definitivamente ad abitare a New York, trasferendosi in un grande appartamento affacciato su Central Park[175] e si dedicò alla sperimentazione progettando i futuri album, tutti molto diversi tra loro, che uscirono nei primi anni novanta. Per la loro realizzazione tornò ad avvalersi della collaborazione di Brian Eno esplorando i generi e le tendenze musicali di fine secolo, tra cui la musica hip hop, la jungle e la drum and bass.

Nell'aprile 1992 Bowie apparve al Freddie Mercury Tribute Concert in memoria del defunto leader dei Queen morto l'anno precedente. Nell'occasione eseguì Heroes, All the Young Dudes e, insieme a Annie Lennox, Under Pressure.[176] Il 6 giugno del 1992 Bowie sposò la modella somalo-americana Iman Mohamed Abdulmajid, con una cerimonia privata celebratasi presso la chiesa episcopale americana di Saint James a Firenze.

Il 1993 vide la pubblicazione di Black Tie White Noise, primo album solista dopo la collaborazione con i Tin Machine, influenzato da soul, jazz e hip hop, e caratterizzato da un largo impiego di strumenti elettronici. L'album, che riunì Bowie con il produttore di Let's Dance Nile Rodgers, confermò il suo ritorno al successo raggiungendo la vetta della classifica britannica e generando due singoli da Top 40 e uno da Top 10, ovvero il brano Jump They Say dedicato al fratellastro Terry.[177] Bowie esplorò in seguito nuove tendenze musicali ambient con The Buddha of Suburbia, colonna sonora dell'omonima mini serie televisiva tratta dal romanzo di Hanif Kureishi. L'album ricevette buone critiche ma fu un insuccesso commerciale, fermandosi alla posizione numero 87 della classifica britannica.[178]

Dalla collaborazione con Brian Eno fu realizzato 1.Outside, un concept album basato su un omicidio artistico rituale, che vide la creazione di diversi alter ego, ad ognuno dei quali viene affidata l'interpretazione delle tracce, sviluppando in tal modo la narrazione del racconto. Denigrato ed esaltato in egual misura, l'album riscosse consensi sia in America che in Europa e produsse anche alcuni dei singoli di maggior successo del Bowie anni novanta come la canzone Hallo Spaceboy, eseguita in seguito con i Pet Shop Boys.[179]

Il 17 gennaio 1996 Bowie venne introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame,[180] riconoscimento a cui si aggiunse la celebre stella sulla Hollywood Walk of Fame, posata nel febbraio 1997.[181] Nel dicembre del 1996 Bowie divenne la prima rockstar quotata in borsa, offrendo agli investitori obbligazioni collocate sulla piazza di Wall Street. I Bowie Bonds ebbero una validità decennale, furono garantiti principalmente dai proventi di 287 canzoni contenute nei suoi 25 album registrati prima del 1990, per un valore complessivo di 55 milioni di dollari e furono interamente acquistati dalla Prudential Insurance Company di New York. Quest'operazione tramutò Bowie in uno dei cantanti più ricchi del mondo e il suo esempio venne presto seguito anche da artisti come Elton John, James Brown, Ashford & Simpson e The Isley Brothers.[182]

Nello stesso periodo Bowie intuì le grandi potenzialità del web e, oltre al suo personale sito web www.davidbowie.com, nella primavera del 1996 inaugurò il BowieNet, primo portale tematico creato da un cantante,[183] attraverso cui era possibile collegarsi al web ma anche scaricare legalmente i suoi brani musicali.[184] in seguito il BowieNet fu candidato al Wired Award 1999 come miglior sito di intrattenimento dell'anno[185] e rimase attivo fino al 2012.

Nel 1997 uscì il nuovo album Earthling, che comprende nuove sperimentazioni di musica jungle e drum and bass; fu un successo più di pubblico che di critica e produsse la hit Little Wonder, brano con cui si esibì anche al 47º Festival di Sanremo in qualità di ospite. In occasione del nuovo album 'hours...' del 1999, Bowie cambiò nuovamente look abbandonando i capelli corti ramati alla volta di un look "capellone" analogo a quello degli esordi. L'album, caratterizzato dal singolo di successo Thursday's Child, è stato definito da Rolling Stone una sintesi della carriera di Bowie, in cui i suoi fan possono trovare tracce di album precedenti quali Hunky Dory, Ziggy Stardust, Aladdin Sane, Heroes e Low.[186]

Heathen, Reality e il ritiro dalle scene (2000-2009)

Nel 2000 ebbero luogo alcune sessioni per il progettato album intitolato Toy, che avrebbe dovuto essere una compilation di nuove versioni di alcuni dei primi brani di Bowie con l'aggiunta di tre nuove canzoni ma che rimase inaspettatamente inedito. Il 15 agosto dello stesso anno nacque Alexandria Zahra "Lexie" Jones, figlia di David e Iman.[187]

Nell'ottobre 2001, Bowie aprì il Concerto per New York City, un evento di beneficenza in favore delle vittime degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, con una performance minimalista del brano America di Simon & Garfunkel, seguita dalla classica "Heroes".[188]

Sempre nel 2001 interpretò una versione di Nature Boy per la colonna sonora del film Moulin Rouge!.

La collaborazione di Bowie con Tony Visconti proseguì nel 2002 con la produzione di Heathen, un album di brani inediti seguito dal lungo tour americano ed europeo del 2002 che prese il via dal Meltdown Festival di Londra, del quale Bowie fu quell'anno il curatore, invitando grandi artisti come Philip Glass, i Television e i The Dandy Warhols.

L'anno seccussivo invece pubblicò l'album Reality[189] e il tour promozionale ottenne un grande successo di pubblico ma fu interrotto drammaticamente il 25 giugno del 2004 quando, dopo il concerto all'Hurricane Festival di Scheeßel, Bowie venne ricoverato d'urgenza ad Amburgo per il grave blocco di una coronaria, i cui sintomi furono avvertiti già giorni prima. A seguito dell'operazione di angioplastica coronarica Bowie rientrò a New York, ma le restanti undici date finali del tour furono cancellate.[190][191]

Negli anni successivi Bowie rimase lontano dalle scene, se si eccettuano alcune rare apparizioni, tuttavia si dedicò alla registrazione di alcuni pezzi per il cinema, come il suo vecchio successo Changes in duetto con Butterfly Boucher per il film animato Shrek 2 del 2004 e scrisse il brano (She Can) Do That del 2005, realizzato con Brian Transeau, per il film Stealth - Arma suprema.[192]

Tornò ad esibirsi dal vivo l'8 settembre 2005 con gli Arcade Fire, per l'evento televisivo statunitense Fashion Rocks e si unì nuovamente alla band canadese una settimana dopo per la CMJ Music Marathon.[193] Alcuni mesi dopo cantò in un brano dell'album Return to Cookie Mountain dei TV on the Radio,[194]

L'8 febbraio 2006 gli fu assegnato il premio Grammy Award alla carriera[195] e, dopo aver annunciato in aprile che sarebbe rimasto lontano dalle scene per un anno,[196] il 29 maggio comparve a sorpresa al concerto di David Gilmour alla Royal Albert Hall di Londra. Alcune delle canzoni dell'evento furono incise per il DVD Remember That Night.[197]

Il suo ultimo concerto dal vivo fu quello del novembre 2006 con Alicia Keys per uno spettacolo di beneficenza alla Black Ball di New York.[198][199] Nello stesso anno, partecipò come attore al film The Prestige di Christopher Nolan nel ruolo di Nikola Tesla.

Nel 2007 registrò uno spot pubblicitario con Snoop Dogg per l'emittente americana XM Satellite Radio[200] e collaborò con Lou Reed nell'album No Balance Palace del gruppo rock danese Kashmir.[201] Tuttavia i suoi impegni artistici proseguirono e nel medesimo anno Bowie fu scelto come direttore artistico dell'High Line Festival di Manhattan,[202] e collaborò nell'album di Scarlett Johansson Anywhere I Lay My Head, che contiene cover di Tom Waits.[203] Nel 40º anniversario dell'allunaggio dell'Apollo 11, la EMI pubblicò nel 2009 le tracce della registrazione originale di Space Oddity in una competizione a cui fu invitato il pubblico per registrarne un remix.[204]

Nel gennaio del 2010 uscì il doppio album live A Reality Tour, contenente materiale registrato durante l'ultima tournée del 2003 e del 2004.[205]

Il 21 gennaio 2009, su alcuni blog si diffuse la notizia secondo la quale Bowie era a Berlino per la registrazione di un nuovo album, ma arrivò subito la smentita pubblicata anche sul sito ufficiale dell'artista.[206]

Nel marzo 2011, fu possibile scaricare da internet l'album inedito Toy, la cui pubblicazione era stata annullata nel 2001, che contiene alcuni dei brani usati per Heathen e la maggior parte dei lati B dei singoli provenienti dallo stesso disco.[207][208]

Nel 2012 la Louis Vuitton lo ingaggiò come nuovo testimonial per la nuova campagna americana del 2013.[209]

Il ritorno con The Next Day (2010-2013)

Dopo dieci anni di assenza (di cui un paio trascorsi con Visconti a lavorare in segreto a nuovi brani),[210] l'8 gennaio 2013 Bowie annunciò il nuovo album The Next Day.[211] A precedere l'album, fu lanciato da Bowie l'8 Gennaio 2013 (giorno del suo 66º compleanno) il nuovo singolo e il relativo video di Where Are We Now? realizzato da Tony Oursler, seguito da The Stars (Are Out Tonight), che fu pubblicato il 25 febbraio. The Next Day uscì il 12 marzo successivo ottenendo un ottimo successo di pubblico e di critica, piazzandosi in vetta alle classifiche in tutto il mondo.[212]

Il 5 novembre uscì The Next Day Extra, una speciale versione deluxe contenente anche un DVD con i videoclip di Where are we now?, The Stars are out Tonight, The Next Day e Valentine's Day e quattro canzoni inedite in aggiunta all'edizione standard.[213]

Nell'autunno 2014 Bowie pubblicò una nuova antologia: Nothing Has Changed, titolo derivato da un verso del brano Sunday presente in Heathen del 2002. La nuova raccolta fu pubblicata in diversi formati e contiene un brano inedito: Sue (In the Season of Crime), dal carattere decisamente jazz-funk e che è stato pubblicato anche come singolo. Il nuovo greatest hits ottenne un notevole successo, soprattutto in Europa e in particolar modo nel Regno Unito, dove Bowie da sempre ha lo "zoccolo duro" dei suoi fan. Nothing Has Changed raggiunse il nono posto nelle classifiche inglesi e si aggiudicò, dopo qualche mese, l'ennesimo disco d'oro per avere venduto oltre 100.000 copie.

Nell'ottobre 2015 John Giddins, storico organizzatore di concerti londinesi, rivelò che Bowie non si sarebbe più esibito dal vivo, con l'intezione di non intraprendere più alcun tour, compreso quello inerente all'uscita di The Next Day.[214]

L'ultimo album Blackstar e la morte (2013-2016)

Il 19 novembre 2015, a due anni di distanza dal precedente album, David Bowie ha lanciato il suo nuovo singolo Blackstar, il primo estratto dall'album omonimo e successivamente Lazarus,[215] anch'esso accompagnato da un apposito video musicale trasmesso in rete tre giorni prima della morte.[216][217] Con lo stesso titolo il 12 dicembre ha debuttato l'omonimo musical scritto e prodotto per Broadway da Robert Fox,[218] per cui la prima teatrale Bowie ha presenziato, compiendo la sua ultima apparizione pubblica.[219][220]

L'8 gennaio 2016, giorno del suo 69º compleanno, è uscito Blackstar (stilizzato come ★),[221][222] il suo ultimo lavoro in studio.[223] Due giorni dopo, nella notte tra il 10 e l'11 gennaio, il cantante è morto in una località non nota ma presumibilmente in una clinica oncologica di New York dove si ipotizza che si sia avvalso di una programmata pratica di eutanasia[224][225][226][227] a causa dell'irrimediabile aggravarsi di un tumore al fegato che non gli ha lasciato scampo[228][229] ma contro il quale ha combattuto in gran segreto per circa 18 mesi.[4] La notizia fu divulgata nel suo profilo Facebook ufficiale,[230] mentre nei giorni successivi lo stesso produttore Robert Fox, molto amico di Bowie, rivelò che gli aveva confidato di voler intraprendere una nuova cura sperimentale contro il cancro.[231][232] Egli raccontò inoltre che solo pochi amici e i familiari erano a conoscenza della sua malattia,[233] ma che altrettante persone, tra coloro addette alla registrazione dell'album, non erano a conoscenza della diagnosi fino al decesso dell'artista.[234][235]

Secondo quanto affermato dal produttore Tony Visconti durante un'intervista concessa ad RS America, Bowie avrebbe tratto ispirazione dall'album To Pimp a Butterfly del rapper Kendrick Lamar[236][237] e subìto l'influenza di gruppi alternative rock come i Death Grips.[238] Visconti avrebbe inoltre dichiarato la vera natura della gran parte dei testi dei brani inediti contenuti in Blackstar,[239] i quali farebbero riferimento alla malattia di Bowie e all'eventualità di una morte imminente,[240][241] tanto da portare il pubblico a concepire l'intero progetto come il suo testamento spirituale, una sorta di ultimo commiato al suo pubblico.[242]

(EN)

« He always did what he wanted to do. And he wanted to do it his way and he wanted to do it the best way. His death was no different from his life - a work of Art. He made Blackstar for us, his parting gift. I knew for a year this was the way it would be. I wasn't, however, prepared for it. He was an extraordinary man, full of love and life. He will always be with us. For now, it is appropriate to cry. »

(IT)

« Ha sempre fatto quello che voleva. E voleva farlo a modo suo, e voleva farlo al meglio. La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un'opera d'arte. Ha fatto Blackstar per noi, è stato il suo regalo di addio. Sapevo da un anno che sarebbe andata così. Non ero preparato, però. È stato un uomo straordinario, pieno di amore e di vita. Sarà sempre con noi. Per ora, possiamo solo piangere.[243] »

(Tony Visconti)

Il 12 gennaio 2016, Blackstar ha esordito in cima alla UK Albums Chart del Regno Unito, vendendo oltre 146.000 copie e venendo certificato disco d'oro in poco meno di un giorno dalla sua pubblicazione.[244] L'album in poco tempo si è imposto sulle classifiche mondiali, raggiungendo la prima posizione in35 Paesi, tra cui Australia, Belgio,[245] Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca,[246] Canada, Finlandia, Argentina, Italia,[247] Nuova Zelanda[248] e Stati Uniti, dove esordisce in prima posizione nella Billboard Albums Chart con 130.000 copie vendute nel corso della prima settimana, risultato mai ottenuto in precedenza da Bowie in così poco tempo.[249] Il catalogo di tutti i video di Bowie ha ricevuto l'11 gennaio su Vevo oltre 51 milioni di visualizzazioni in ventiquattro ore, superando il primato detenuto da Adele il giorno dell'uscita di Hello.[250]
Alcuni giorni dopo, Amazon.com ha rivelato di avere esaurito ogni edizione, sia in vinile che in formato CD, e di non aver registrato mai un tale numero di vendite in così poco tempo.[251]

Molte personalità del mondo della musica hanno partecipato al lutto: il 13 gennaio, durante un suo concerto a Los Angeles, Elton John ha interrotto la scaletta dello spettacolo per rendere omaggio alla rockstar. Il 12 gennaio anche Madonna, nella tappa di Houston del suo Rebel Heart Tour, ha voluto ricordarlo con una cover di Rebel Rebel.[252]

Mick Jagger ha ricordato a nome dei Rolling Stones su Twitter quello che Bowie fu per lui e per il gruppo: un uomo "meraviglioso e gentile":

« Siamo profondamente rattristati nell'apprendere della morte del nostro caro amico David Bowie. Non solo era un uomo meraviglioso e gentile ma era un artista straordinario, "the true original".[253] »

Il giorno della sua morte Facebook, Instagram e Twitter registrarono in poco tempo un forte flusso di informazioni e scambi di messaggi. Milioni di fan ma anche molti esponenti della musica, dello spettacolo e della politica (tra i quali David Cameron, Ariana Grande, Bryan Adams, Bruce Springsteen, J.K. Rowling, gli U2, Kanye West, Paul McCartney, Martin Scorsese, Barack Obama) si sono detti addolorati per la morte del cantante, lasciando dediche, messaggi di cordoglio ai familiari, fotografie e video sul web.

Il 14 gennaio alcuni tra i maggiori quotidiani statunitensi hanno diffuso la notizia secondo la quale le spoglie di Bowie furono cremate il 12 gennaio nel New Jersey secondo le sue disposizioni, senza alcun rito di suffragio e senza la presenza di familiari e amici.[254][255] In seguito, attraverso un comunicato su Facebook, la famiglia, i figli e gli amici più stretti del cantante hanno ringraziato i fan per la solidarietà e l'affetto mostrati e che avrebbero organizzato una personale cerimonia di commemorazione strettamente privata.[256]

Effettivamente, malgrado le numerose iniziative spontanee in tutto il mondo, non vi fu alcuna commemorazione pubblica ufficiale, a esclusione di un grande concerto previsto alla Carnegie Hall,[257] già programmato prima della sua scomparsa, ma divenuto ormai un tributo alla memoria e i cui biglietti, esauriti rapidamente, raggiunsero cifre incredibili. Tuttavia la famiglia del cantante ha precisato che tale evento non è stato da loro proposto od organizzato, continuando a mantenere il più stretto riserbo sull'accaduto.[258] Vista la grande affluenza prevista, gli organizzatori del tributo hanno aggiunto alla prevista data del 31 marzo anche quella del 1º aprile; a questo doppio tributo di Bowie hanno partecipato molti artisti tra cui: Michael Stipe, Blondie, Cyndi Lauper, Mumford & Sons, Pixies e il suo amico Tony Visconti.[259][260]

Alla fine di gennaio del 2016 alcuni quotidiani hanno reso noto i termini del testamento olografo depositato da David Bowie presso il tribunale di New York,[261] secondo cui era prevista la cremazione della salma e la dispersione delle ceneri. Il luogo indicato per lo spargimento è stato l'isola di Bali,[262] che David visitò più volte in vari viaggi, oppure un altro luogo a scelta più vicino,[263] purché venisse rispettato il rituale buddista.[264][265] Il testamento, firmato «David Robert Jones», ha stabilito la suddivisione dell'eredità di circa 100 milioni di dollari,[266] la cui metà è stata destinata alla vedova Iman,[267] comprendendo anche l'attico di Lafayette Street, mentre la restante metà è stata assegnata, un quarto ciascuno, al figlio primogenito Duncan e alla figlia Lexie, a cui è stato anche destinato un appartamento a Manhattan.[261] A beneficiare dell'eredità di David Bowie sono state anche Corinne Schwab, sua assistente personale da oltre trent'anni, a cui sono stati destinati 2 milioni di dollari[268] e Marion Skene, l'ex bambinaia a cui è stato versato un milione di dollari.[269]

Lo staff dell'etichetta discografica di Bowie ha inoltre comunicato che i ricavi di Blackstar incassati durante tutto il mese di gennaio 2016 sono stati devoluti interamente alla ricerca contro il cancro.[270]

Stile musicale

Lo stile musicale di David Bowie, assai difficile da classificare in maniera univoca,[271][272] è un art rock,[2] seppur caratterizzato da un'alternanza di sperimentazioni unite al sound tipicamente brit pop.

Inizialmente, la produzione musicale di Bowie si basò su sonorità nostalgiche influenzate dalla beat generation con brani acustici folk rock, cui sarebbe seguita la metamorfosi degli anni settanta, che portò Bowie a diventare uno dei primi e più importanti esponenti del glam rock con album come The RIse and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972) e Aladdin Sane (1973).

Durante gli anni settanta, lo stile di Bowie cambiò innumerevoli volte, diventando più intimista e ispirato a più riprese al rock progressivo,[273] al dance rock, di cui fu anticipatore[1][274] e al proto-punk.[1][275] A conferma dell'eclettismo di questi anni vi sono i cupi The Man Who Sold the World (1970) e Station to Station (1976), il più pop Hunky Dory (1971),[1] Young Americans (1975), che sposta l'attenzione sul genere soul con la creazione del soul bianco,[1][271] e la "trilogia berlinese", considerata la sua fase più sperimentale e d'avanguardia.[271] Durante quest'ultima, Bowie subì anche l'influenza del krautrock e del rock sperimentale,[271] interpretando le tendenze, i disagi e i fermenti tipici del tempo, ma anticipando anche la "new wave" degli anni a venire.

A parte la parentesi pop degli anni ottanta ben rappresentata da Let's Dance del 1983, lo stile di Bowie ritornò a nuove sperimentazioni, innanzitutto con la formazione del gruppo Tin Machine, avviato sul finire degli anni ottanta, in cui Bowie propose un rock che è stato definito "metallico" e "aspro".[271][276] Più in là, con incursioni sperimentali di elettronica e di industrial nell'album 1.Outside del 1995, fino a spaziare allo stile jungle nell'album Earthling del 1997.[271]

Dagli anni duemila lo stile musicale di Bowie tornò ad essere un raffinato rock, pur senza tradire le sonorità tipicamente brit pop delle origini; tuttavia negli ultimi album non mancano brani più introversi dal vago stile new wave.[277] L'ultimo album, Blackstar (2016), vede infatti l'artista cimentarsi in brani quasi d'avanguardia, fattore forse dovuto anche alla formazione jazzistica e sperimentale del complesso con cui sarebbe stato realizzato il disco.

Collaborazioni

Oltre alle già citate collaborazioni con Lou Reed, Iggy Pop e Brian Eno, Bowie collaborò con Bing Crosby in un duetto natalizio cantando Peace on Earth/Little Drummer Boy per il programma televisivo Merrie Olde Christmas del 1977.[278] Il brano fu però tenuto negli archivi dalla RCA, all'epoca l'etichetta discografica di cui faceva parte Bowie, finché nel 1982, prima che Bowie abbandonasse RCA per la EMI, fu pubblicato come singolo. Il disco raggiunse il terzo posto delle classifiche del Regno Unito diventando, col passare degli anni, un "evergreen" natalizio, sia come canzone che come video.

Nel 1981, Bowie collaborò con i Queen per registrare una versione quasi sconosciuta e inedita del brano Cool Cat e per la creazione di Under Pressure, nella quale duettò con il famoso gruppo rock inglese e che cantò anche al Freddie Mercury Tribute Concert insieme ad Annie Lennox e ai stessi Queen, orfani di Mercury. La canzone, inizialmente chiamata People on Streets, fu composta basandosi su un "riff" dal bassista John Deacon e accreditata ai Queen e Bowie; fu poi inserita nell'album Hot Space del 1982.[279]

Fra le altre collaborazioni del "Duca Bianco" vi fu anche quella col leader dei Rolling Stones, Mick Jagger. Insieme, nel 1985, a supporto del progetto Live Aid, realizzarono una versione della canzone di Martha & the Vandellas Dancing in the Street di cui si ricorda il videoclip.[280] Si dice anche che fra le due rockstar il legame fosse più che professionale[281] e che la celebre canzone Angie, che gli Stones realizzarono nel 1973 in controtendenza col loro stile, fosse ispirata ad Angela Bowie e indirettamente riferita a un'orgia a quattro fra lei, David, Mick e l'allora sua moglie Bianca Pérez-Mora Macias. Nel medesimo anno Bowie incise insieme a Tina Turner il brano Tonight, title track dell'omonimo album del 1984. I due, inoltre, duetteranno insieme durante una data del Private Dancer Tour di Tina Turner del 1985.[282]

Con NIN, Bowie aprì l'Outside tour negli Stati Uniti dove eseguirono insieme sia brani dell'artista, sia brani della band. La collaborazione con Trent Reznor, leader della band col quale Bowie strinse un forte legame di amicizia[283], vide la produzione di diversi remix, tra i quali I'm Afraid of Americans, nel cui video Reznor compare come coprotagonista.

Altra collaborazione fu quella con i Pet Shop Boys nel 1996, per il brano Hallo Spaceboy: forte del successo del brano, che venne lanciato come singolo, Bowie si esibì con i Pet Shop Boys sia in programmi musicali come Top of the Pops che ai prestigiosi BRIT Awards del 1996.

Dopo aver collaborato all'esordio dei Placebo portandoli in tour come suoi sostenitori, Bowie collaborò con loro in due occasioni: per il singolo Without you I'm nothing, estratto dall'omonimo album, realizzarono una versione a due voci, mentre nel febbraio 1999 si esibirono insieme ai Brit Awards per una cover di 20th Century Boy, che i Placebo tra l'altro interpretarono anche nel film Velvet Goldmine, come membri della band immaginaria Malcolm & The Flaming Creatures. Lo stretto legame tra la band e Bowie fu testimoniato da vari episodi, come la presenza alla festa per il 50º compleanno di Bowie al Madison Square Garden nel 1997, l'omaggio tributatogli con una versione acustica di Five Years realizzata nel 2004 durante un programma televisivo francese e la toccante lettera d'addio scritta da Brian Molko poco dopo la morte di Bowie e pubblicata sul sito ufficiale della band.

Vita privata

Dal 1992 Bowie era sposato con l'ex modella somala Iman Mohamed Abdulmajid, da cui nel 2000 ebbe una figlia, Alexandria Zahra "Lexie"; la coppia aveva anche un figlio ciascuno dai matrimoni precedenti: Duncan Zowie Haywood Jones, nato nel 1971 dal matrimonio (contratto nel 1970) di Bowie con Mary Angela Barnett, e Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman.

La presunta bisessualità

Alla fine del 1964, quando Bowie faceva parte dei Manish Boys, il gruppo fece un'audizione alla BBC per una serie di concerti allo Star Club di Amburgo. Il cantante si assicurò l'ingaggio giurando all'organizzatore tedesco di essere gay.[284] In seguito, malgrado i suoi ostentati atteggiamenti ambigui e trasgressivi portassero a ipotizzarne l'omosessualità, Bowie incontrò la quattordicenne Dana Gillespie, che divenne la sua ragazza e che continuò a frequentare fino agli anni settanta.[285]

Nel gennaio 1972 fu pubblicata l'intervista per Melody Maker in cui ammise di essere gay.[116] L'intervista creò un certo clamore e in pochi pensarono a una tattica sensazionalistica alle porte del debutto di Ziggy Stardust. Nonostante ciò, il movimento gay britannico elesse David a suo simbolo. Del resto i tabù esercitarono sempre una forte attrazione su Bowie e il suo anticonformismo lo spinse verso la sottocultura omosessuale.[286]

Malgrado ciò i commenti di David sull'argomento formulati negli anni successivi furono tutt'altro che chiarificatori: « [...] è vero, sono bisessuale»,[287] disse alla rivista Playboy nel settembre 1976, tranne poi rispondere poco tempo dopo alla domanda di un altro intervistatore affermando il contrario: « [...] era solo una bugia, mi appiccicarono quell'immagine e io mi ci adeguai piuttosto bene per alcuni anni».[286] Durante il tour in Nuova Zelanda del 1978 dichiarò nuovamente di essere bisessuale,[288] mentre in occasione del suo lancio sul mercato di massa, nel 1983, ritrattò le sue affermazioni precedenti, dicendo alla rivista Time che era stato «un grande equivoco» e su Rolling Stone lo definì «il più grande errore che abbia mai fatto».[289] Nel 1987, incalzato sull'argomento da Smash Hits, Bowie sottolineò divertito l'intera faccenda, consentendo alla rivista di pubblicare: «Ah ah ah! Non dovreste credere a tutto quel che leggete».[290] Nel 1993, sempre sulla rivista Rolling Stone smentì definitivamente la voce riguardante la sua bisessualità: « [...] non mi sono mai sentito un vero bisessuale ma ero magnetizzato dalla scena gay underground. Era come un'altra realtà di cui volevo acquistare una quota. Questa fase durò solo fino al 1974 e morì più o meno con Ziggy. Davvero, avevo solo fatto mia la condizione di bisessuale, l'ironia è che non ero gay».[291]

Discografia

La discografia di David Bowie consiste di 25 album in studio come solista e due con il gruppo dei Tin Machine di cui ha fatto parte. Lo stesso Bowie prima di morire, in una lettera a Brian Eno, si è riferito al suo ultimo lavoro come il suo 25º album.[292]

Oltre ai suoi venticinque album, si contano anche quattro colonne sonore, cinque EP, dieci album live, 48 raccolte e 113 singoli.[292]

Una stima ha valutato la sua produzione in circa 720 canzoni, per un totale di 147 milioni di album venduti in tutto il mondo.[293][294]

Album in studio

  • 1967 - David Bowie
  • 1969 - Space Oddity
  • 1970 - The Man Who Sold the World
  • 1971 - Hunky Dory
  • 1972 - The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars
  • 1973 - Aladdin Sane
  • 1973 - Pin Ups
  • 1974 - Diamond Dogs
  • 1975 - Young Americans
  • 1976 - Station to Station
  • 1977 - Low
  • 1977 - "Heroes"
  • 1979 - Lodger
  • 1980 - Scary Monsters (and Super Creeps)
  • 1983 - Let's Dance
  • 1984 - Tonight
  • 1987 - Never Let Me Down
  • 1993 - Black Tie White Noise
  • 1995 - 1.Outside
  • 1997 - Earthling
  • 1999 - 'hours...'
  • 2002 - Heathen
  • 2003 - Reality
  • 2013 - The Next Day
  • 2016 - Blackstar

Tin Machine

  • 1989 - Tin Machine
  • 1991 - Tin Machine II

Album live

  • 1974 - David Live
  • 1978 - Stage
  • 1983 - Ziggy Stardust - The Motion Picture
  • 1992 - Tin Machine Live: Oy Vey, Baby (con i Tin Machine)
  • 1999 - LiveAndWell.com
  • 2008 - Live Santa Monica '72
  • 2009 - VH1 Storytellers
  • 2010 - A Reality Tour
  • 2017 - Live Nassau Coliseum '76
  • 2017 - Cracked Actor (Live Los Angeles '74)

Colonne sonore

  • 1980 - Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
  • 1986 - Labyrinth
  • 1993 - The Buddha of Suburbia
  • 2016 - Lazarus

Videografia

Da sempre riconosciuto come uno dei pionieri del video musicale,[295] già nel 1969 Bowie aveva al suo attivo un numero di promo sufficiente a mettere insieme un lungometraggio, prima ancora di avere ottenuto il suo primo successo da classifica con un singolo. Il suo primo videoclip fu quello della canzone Space Oddity, pubblicato nel 1972 e diretto da Mick Rock agli RCA Studios di New York.

La videografia di Bowie comprende 71 videoclip promozionali da aggiungere ad altri quattro video di altri artisti a cui ha partecipato, 15 video album o compilation pubblicati in VHS, DVD e 18 apparizioni come ospite in video di altri artisti.

Creazioni più recenti come The Hearts Filthy Lesson, Little Wonder e Survive hanno confermato che Bowie continua a esplorare i confini del video musicale. Nel nuovo millennio collaborazioni con registi come Floria Sigismondi e Johan Renck e attori hollywoodiani come Gary Oldman e Tilda Swinton hanno portato i videoclip di Bowie ad avvicinarsi a veri e propri cortometraggi cinematografici.

Esibizioni dal vivo

I tour

Anche se il primo tour ufficiale fu lo Ziggy Stardust Tour del 1972, l'attività live di Bowie cominciò con i Kon-rads, nel 1962, e proseguì con i diversi gruppi che lo accompagnarono fino al 1971. Dai King Bees ai Lower Third, fino a progetti più improvvisati come The Riot Squad, Turquoise e Feathers, i gruppi eseguirono cover di brani rock e R&B ma anche le prime composizioni originali di Bowie e il cantante alternò i concerti alla sua attività di mimo.

Dal 1972 al 2004, anno in cui realizzò la sua ultima tournée, Bowie ha collezionato 16 tour con i quali ha attraversato i cinque continenti.

Esibizioni radiofoniche

Filmografia

Alla vita di David Bowie si è ispirato il noto film Velvet Goldmine del 1998, diretto da Todd Haynes con Jonathan Rhys-Meyers, Christian Bale e Ewan McGregor, prodotto da Michael Stipe.

Cinema

  • The Virgin Soldiers, regia di John Dexter (1969) - non accreditato
  • L'uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth), regia di Nicolas Roeg (1976)
  • Gigolò (Schöner Gigolo, Armer Gigolo), regia di David Hemmings (1978)
  • Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger), regia di Tony Scott (1983)
  • Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence), regia di Nagisa Ōshima (1983)
  • Jazzin' for Blue Jean, regia di Julien Temple (1984)
  • Tutto in una notte (Into The Night), regia di John Landis (1985)
  • Absolute Beginners, regia di Julien Temple (1986)
  • Labyrinth - Dove tutto è possibile (Labyrinth), regia di Jim Henson (1986)
  • L'ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ), regia di Martin Scorsese (1988)
  • The Linguini Incident, regia di Richard Shepard (1991)
  • Basquiat, regia di Julian Schnabel (1996)
  • Il mio West, regia di Giovanni Veronesi (1998)
  • B.U.S.T.E.D (Everybody Loves Sunshine), regia di Andrew Goth (1999)
  • Il segreto di Mr. Rice, regia di Nicholas Kendall (2000)
  • The Prestige, regia di Christopher Nolan (2006)
  • August, regia di Austin Chick (2008)

Camei

  • Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F.: Wir Kinder vom Bahnhof Zoo), regia di Ulrich Edel (1981)
  • Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo (Yellowbeard), regia di Mel Damski, 1983 - non accreditato
  • Fuoco cammina con me (Twin Peaks - Fire Walks with Me), regia di David Lynch (1992)
  • Zoolander, regia di Ben Stiller (2001)
  • Bandslam - High School Band, regia di Todd Graff (2009)

Televisione

  • Theatre 625: The Pistol Shot (1968) - serie TV
  • Baal (1982), di Alan Clarke - film TV
  • The Hunger (1997) - serie TV, dal 1999 al 2000
  • Extras (2006) - serie tv (2x2)
  • Twin Peaks (2017) - serie tv (3x15)[296]

Documentari

  • Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1973)
  • Cracked Actor (1974) (BBC)
  • Group Madness (1983)
  • Cool Cats: Twenty-Five Years of Rock 'N' Roll Style (1983)
  • Queen: The Magic Years (1987)
  • Imagine: John Lennon (1988)
  • Superstar: The Life and Times of Andy Warhol, regia di Chuck Workman (1990)
  • Travelling Light (1992)
  • Inspirations (1997)
  • Lou Reed: Rock and Roll Heart (1998)
  • Mayor of the Sunset Strip (2003)
  • Dave - A Radio Soulwax Project (2012)

Doppiaggio

  • Peter and the wolf, di Sergej Sergeevič Prokof'ev - CD (registrazione 1972-77, pubblicazione 1992)
  • Il pupazzo di neve (The Snowman), regia di Dianne Jackson - film d'animazione (1982)
  • Omikron: The Nomad Soul, di David Cage - videogioco (1999)
  • Arthur e il popolo dei Minimei (Arthur et les Minimoys), regia di Luc Besson - film d'animazione (2006)

Produzioni cinematografiche

  • Büvös vadász (1994) (alias Magic Hunter)
  • Passaggio per il paradiso, regia di Antonio Baiocco (1998)
  • Scott Walker: 30 Century Man (2006)

Doppiatori italiani

Nelle versioni in italiano dei suoi film, David Bowie è stato doppiato da:

  • Roberto Chevalier in L'uomo che cadde sulla Terra, Labyrinth - Dove tutto è possibile, The Prestige, Twin Peaks
  • Luciano Roffi in L'ultima tentazione di Cristo, Fuoco cammina con me
  • Michele Kalamera in Furyo, Zoolander
  • Gianni Williams in Tutto in una notte
  • Manlio De Angelis in Basquiat
  • Tonino Accolla ne Il mio West
  • Massimo Lodolo in Extras (2x2)

Premi e riconoscimenti

Commendatore dell'Ordre des arts et des lettres
— 1999

A partire dal 1970, Bowie ha collezionato 41 nomination e 16 premi (11 per l'attività musicale, 2 per quella cinematografica, 3 per l'attività multimediale). Tra i più importanti i 4 BRIT Awards (di cui 2 postumi), 7 Grammy (di cui 5 postumi), 3 MTV Europe Music Awards e 1 Saturn Award. L'artista fu ammesso nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1996[297] mentre l'anno successivo fu premiato per il suo contributo all'industria dell'intrattenimento con una stella sulla Hollywood Walk of Fame, all'esterno dell'Hollywood Galaxy Theatre.[298]

Nel 2000 Bowie rifiutò il titolo di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico e nel 2003 il titolo di Cavaliere dello stesso ordine.[299]

Note

Approfondimenti

  1. ^ In seguito si è diffusa l'erronea convinzione che l'occhio sinistro di David fosse affetto da eterocromia, anche se a causa della pupilla paralizzata si poteva avere l'impressione che l'occhio sinistro fosse verdastro, anziché azzurro come quello destro.

Fonti

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  291. ^ Intervista 1993, xoomer.virgilio.it. URL consultato il 18 dicembre 2013.
  292. ^ a b David Bowie Cronologia 1947-1966, Xoomer.virgilio.it. URL consultato il 1º ottobre 2009.
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  295. ^ (ES) David Bowie, pioniere del videoclip, elcultural.com, 12 gennaio 2016. URL consultato il febbraio 2016.
  296. ^ Nella serie, Bowie appare in un filmato preso da una scena di Fuoco cammina con me che si è rivelata essere importante per la trama. Secondo la produttrice della serie (Sabrina S. Sutherland) il cantante sarebbe stato scritturato per prendere parte alla serie, ma la sua morte ha impedito la sua presenza, sicché il personaggio è stato trasformato in una creatura soprannaturale e doppiato da un altro attore
  297. ^ Rock and Roll Hall of Fame, xoomer.virgilio.it. URL consultato il 9 aprile 2009.
  298. ^ Hollywood Walk of Fame, www.teenagewildlife.com. URL consultato il 9 aprile 2009.
  299. ^ (EN) Glenn Minnis, Celebs Who Spurned British Honors, in cbsnews.com. URL consultato il 25 gennaio 2010.

Bibliografia

  • (EN) David Buckley, Strange Fascination. David Bowie. The Definitive Story, Londra, Virgin Books, 2005, ISBN 978-0-7535-1002-5.
  • (EN) Eoin Devereux, Aileen Dillane, Martin Power (a cura di), David Bowie. Critical Perspectives, New York, Routledge, 2015, ISBN 978-0-415-74572-7.
  • (EN) Wendy Leigh, Bowie. The Biography, New York, Gallery Books, 2014, ISBN 978-1-4767-6709-3.
  • Nicholas Pegg, David Bowie. L'enciclopedia, Roma, Arcana, 2002, ISBN 88-7966-270-8.
  • (EN) James E. Perone, The Words and Music of David Bowie, Westport, Praeger Publishing, 2007, ISBN 978-0-275-99245-3.
  • (EN) Christopher Sandford, Bowie. Loving the Alien, Boston, DaCapo Press, 1998 [1996], ISBN 0-306-80854-4.
  • (EN) Marc Spitz, Bowie: A Biography, New York, Crown/Archetype, 2009, ISBN 978-0-307-46239-8.
  • (EN) Elizabeth Thomson, David Gutman (a cura di), The Bowie Companion, Macmillan, 1993, ISBN 0-283-06262-2.

Letture aggiuntive

  • (EN) Jorge Lima Barreto, Rock & Droga. Misteri e segreti stupefacenti: una "Bibbia" rock-psichedelica, Gammalibri, Milano, 1984.
  • (EN) Carr, Roy e Shaar Murray, Charles - Bowie: An Illustrated Record, 1981.
  • (EN) Gillman, Peter & Leni - David Robert Jones Alias David Bowie. Sperling & Kupfer, 1989.
  • Marcheselli, Andrea - Rock e cabaret, in D'Ars 97, MIlano, 1981
  • (EN) Tremlett, George - David Bowie: Living on the Brink. Carroll & Graf, 1997
  • (EN) Wilson, Scott - Stop Making Sense: Music from the Perspective of the Real. Karnac Books, 2015

Voci correlate

  • Biografia di David Bowie, 1962-1966
  • Tony Visconti
  • Brian Eno
  • Tin Machine
  • Duncan Jones (regista)
  • Celebrità della Hollywood Walk of Fame
  • Songwriters Hall of Fame
  • Rock and Roll Hall of Fame
  • Band Aid
  • Live Aid

Altri progetti

Collegamenti esterni

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