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Musicista

Johannes Brahms

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nato il 7.5.1833 a Hamburg, Germania

morto il 3.4.1897 a Wien, Wien, Austria

Johannes Brahms

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Johannes Brahms[1] (pron. [ˈbraams][2]; Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco.

Il critico musicale Eduard Hanslick, contemporaneo del compositore, indicò in Brahms l'antagonista della "musica avveniristica" wagneriana, ascrivibile a quel filone romantico (al quale appartenevano anche Liszt e Berlioz) che intendeva trasferire nell'opera musicale i tratti letterari e collocava il fatto musicale all'interno di un programma che, affermando l'emancipazione rispetto al rigido impianto formale classico, ricercava una maggiore libertà espressiva.[3]

Il secondo romanticismo musicale tedesco, turbato dal titanismo estremo di Richard Wagner, è invece attraversato da una profonda intimità in Brahms, nel quale la severa continuità con la tradizione classica si armonizza con il ricorso ad accenti romantici. La musica brahmsiana, orientata a un vivido sinfonismo e segnata dal sistematico spirito di rivisitazione della struttura compositiva, meditata e sofferta, si accompagna a una tendenza a prediligere la spontaneità dei tratti della musica popolare viennese e ungherese. La trama musicale, adagiata nello spirito di riflessione e ripiegamento, esprime un senso di affettiva profondità e di dolcezza poetica (soprattutto nell'ultima produzione pianistica e sinfonica).[4]

In realtà fu la critica a fare di Brahms un epigono del classicismo, contrapposto a Wagner. Il suo rifiuto dell'"avvenirismo" wagneriano e l'estraneità al teatro musicale ne fecero un esponente di un filone in controtendenza rispetto alle avanguardie. Dal punto di vista della tecnica musicale Brahms fu tuttavia moderno allo stesso modo dei moderni suoi presunti "concorrenti". Nella fusione delle tecniche e nella ripetizione di generi il musicista amburghese esprimeva la propria anima decadente, rivolta alla reinterpretazione del passato, ma in forme diverse e innovative.[5]

Biografia

Brahms nacque da una famiglia modesta, secondo dei tre figli di Johann Jacob Brahms (1806-1872) e Johanna Henrika Christiane Nissen (1789-1865), sposatisi nel 1830. Aveva una sorella maggiore di nome Elisabeth detta "Elise" e un fratello minore di nome Fritz Friederich. Suo padre era musicista popolare e suonava diversi strumenti: flauto, corno, violino, contrabbasso, e fu lui a dare al giovane Johannes le prime lezioni di musica; la madre era una sarta e Brahms la amava profondamente. Quando il padre se ne separò nel 1865, il musicista — che non si sposò mai — rimase profondamente legato alla famiglia, tanto da sostenere anche la seconda moglie del padre, in vecchiaia. Malgrado le ristrettezze, la famiglia riconobbe le doti del piccolo Johannes e gli consentì un'educazione di qualità.

Il ragazzo rivelò un talento musicale naturale: precoce e attirato da tutti gli strumenti, cominciò a studiare pianoforte a sette anni e pareva destinato alla carriera concertistica. Approfondiva, sotto la guida di Eduard Marxsen, lo studio della composizione e prendeva anche lezioni di corno e di violoncello. Il suo primo concerto pubblico è attestato nel 1843, a dieci anni, e fin dai tredici anni il futuro compositore aveva cominciato a contribuire al bilancio familiare suonando — come suo padre — nei locali di Amburgo e, più avanti, dando lezioni di piano.

A vent'anni, nel 1853, Brahms ebbe alcuni incontri più significativi per la sua vita: prima il grande violinista Joseph Joachim, con il quale iniziò una lunga e proficua collaborazione; poi fu proprio Joachim a presentarlo a Franz Liszt (e Brahms si addormentò, durante l'esecuzione del maestro!), ma soprattutto lo introdusse in casa Schumann: il rapporto con i due sarà fondamentale nella vita di Brahms. Schumann lo considerò immediatamente e senza riserve un genio, e lo indicò nella sua Neue Zeitschrift für Musik (una rivista musicale fondata a Lipsia da Schumann stesso) come il musicista del futuro; Brahms, per parte sua, considerò Schumann il suo unico e vero maestro, restandogli vicino con devozione fino alla morte. Il legame con la moglie Clara Wieck Schumann durò fino alla morte di lei; Brahms le sopravvisse meno di un anno.

L'attività concertistica di Brahms continuò fino agli anni settanta, spesso insieme con Joachim, parallelamente alla composizione e alla direzione d'orchestra. Una recensione così descrive il suo stile pianistico di quegli anni: «Molti artisti possiedono una tecnica più brillante, ma sono pochi quelli che sanno tradurre le intenzioni del compositore in maniera altrettanto convincente, o seguire il volo del genio beethoveniano e rivelarne tutto lo splendore, come fa Brahms».

Già dal 1853, anno della tournée con Reményi durante la quale aveva incontrato Joachim a Gottinga, Brahms cominciò quella vita un po' raminga cui lo costringeva il suo lavoro e che in fondo, nonostante fosse uomo molto legato alle proprie abitudini e al proprio modo di vivere, non doveva dispiacergli. La sua passione erano però i soggiorni che gli consentivano lunghe passeggiate in mezzo alla natura, occasioni propizie per continuare a elaborare musica.

Quando Clara Schumann si stabilì a Berlino, nel 1857 Brahms tornò ad Amburgo, dove costituì e diresse per tre anni un coro femminile. L'attività con il coro, che continuò alla corte di Detmold e poi alla Singakademie di Vienna, aveva certamente motivazioni economiche, ma fu anche importante per la composizione; Brahms non produsse mai musica per opere, ma pose grande attenzione alla scrittura per voce. Egli lasciò una battuta divertente e significativa, che lega la sua storia di scapolo a quella di mancato compositore d'opera: «Scrivere un'opera sarebbe per me altrettanto difficile che sposarmi. Ma probabilmente, dopo la prima esperienza, ne farei una seconda!»

Nel 1862 soggiornò a Vienna, che dall'anno successivo divenne il suo principale luogo di residenza. A Vienna fu assai apprezzato, sviluppò relazioni e vi si stabilì definitivamente nel 1878. Fu lì che avvenne il suo unico incontro con Wagner e soprattutto, nel 1870, conobbe Hans von Bülow, il grande direttore che divenne suo amico e uno dei suoi principali estimatori.

Alla continua ricerca di perfezione stilistica, Brahms fu assai lento nello scrivere e soprattutto nel pubblicare ed eseguire le proprie opere, o almeno quelle che egli considerava "importanti". La sua Prima sinfonia (che von Bülow definì "la Decima di Beethoven") ebbe la prima esecuzione solo nel 1876, a Karlsruhe: il maestro aveva già 43 anni e viveva di musica praticamente da sempre.

Negli ultimi 20 anni di vita, Brahms poté infine dedicarsi soprattutto alla composizione; sono gli anni dei principali lavori per orchestra: le altre 3 sinfonie, il Concerto per violino, il Secondo Concerto per pianoforte, fino ai magistrali capolavori cameristici dell'ultimo periodo. Nel 1879 l'Università di Breslavia (dal 1945 Wrocław, Polonia) gli conferì la laurea honoris causa, designandolo princeps severioris musicae. A titolo di ringraziamento Brahms scrisse l'impeccabile Akademische Fest-Ouverture (op. 80) che presenta una complessa elaborazione di noti canti goliardici.

Morì a Vienna di un cancro — come suo padre — il 3 aprile 1897, meno di un anno dopo la sua amica di una vita, Clara Schumann; fu sepolto nel cimitero centrale di Vienna, nel "Quartiere dei musicisti".

L'estetica di Brahms — che fa di lui uno dei grandissimi musicisti dell'Ottocento — si fonda su una straordinaria miscela di forme classiche rigorose, fondate su una grande sapienza contrappuntistica e polifonica, e spirito profondamente romantico, che si manifesta nel magnifico colore musicale, nell'inventiva melodica, nelle sorprendenti sovrapposizioni ritmiche.

Brahms e la religione

Brahms, di fede luterana, rimase per tutta la vita umanamente e eticamente tale. Tra le abitudini che non lasciò mai, sino dall'infanzia, c'era la lettura della Bibbia che gli era stata donata nell'anno della sua nascita e dalla quale egli trasse i testi per le composizioni corali sacre. La leggeva assiduamente e fino alla morte rimase per lui uno dei libri più importanti.

Il compositore tedesco, suo amico, Walter Niemann ha dichiarato: "Il fatto che Brahms abbia iniziato la sua attività creativa con la canzone popolare tedesca e abbia chiuso con la Bibbia rivela il vero credo religioso di questo grande uomo del popolo"[6].

Tuttavia si ritiene perlomeno "critico" il rapporto e l'atteggiamento di Brahms verso la religione. Il compositore Josef Suk riportò di una discussione del marzo 1896, insieme a Brahms e Antonín Dvořák, durante la quale il primo sconcertò il devotissimo Dvořák ammettendo di avere "letto troppo Schopenhauer per essere religioso".[7][8]

Opere

Tra parentesi la data di composizione.

Composizioni per orchestra

  • Sinfonie:
    • n. 1 in do minore op. 68 (1862-1876)
    • n. 2 in re maggiore op. 73 (1877)
    • n. 3 in fa maggiore op. 90 (1883)
    • n. 4 in mi minore op. 98 (1884-1885)
  • Ouverture:
    • Ouverture per una festa accademica in do minore op. 80 (1880)
    • Ouverture tragica in re minore op. 81 (1880)
  • Variazioni su un tema di Haydn, op. 56a (1873)
    • Tema. Corale S.Antonio. Andante
    • Variazione I. Poco più animato (Andante con moto)
    • Variazione II. Più vivace (Vivace)
    • Variazione III. Con moto
    • Variazione IV. Andante con moto (Andante)
    • Variazione V. Vivace (Poco presto)
    • Variazione VI. Vivace
    • Variazione VII. Grazioso
    • Variazione VIII. Presto non troppo (Poco presto)
    • Finale. Andante
  • Serenate:
    • Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 (1857-1858)
    • Serenata n. 2 in la maggiore, op. 16 (1858-1859)
  • Concerti per pianoforte e orchestra:
    • n. 1 in re minore op. 15 (1856-1858)
    • n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 (1881)
  • Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 77 (1878)
  • Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102 (1887)
  • Trascrizione di tre Danze ungheresi (1873)
    • n.1 in Sol minore
    • n.3 in Fa maggiore
    • n.10 in Fa maggiore

Musica da camera senza pianoforte

  • Sestetti per archi:
    • n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 (1860)
    • n. 2 in sol maggiore op. 36 (1864-1865)
  • Quintetti per archi:
    • n. 1 in fa maggiore op. 88 (1882)
    • n. 2 in sol maggiore op. 111 (1890)
  • Quintetto per clarinetto e archi in si minore op. 115 (1891)
  • Quartetti per archi:
    • n.1 in do minore op. 51,1 (1873)
    • n.2 in la minore op. 51,2 (1873)
    • n.3 in si bemolle maggiore op. 67 (1875)

Musica da camera con pianoforte

  • Quintetto per pianoforte e archi in fa minore op. 34 (1862-1864)
  • Quartetti per pianoforte e archi:
    • n. 1 in sol minore op. 25 (1861)
    • n. 2 in la maggiore op. 26 (1861)
    • n. 3 in do minore op. 60 (1873-1874)
  • Trii per pianoforte e archi:
    • n. 1 in si maggiore op. 8 (1854, seconda versione 1889)
    • n. 2 in do maggiore op. 87 (1882)
    • n. 3 in do minore op. 101 (1886)
  • Trio per pianoforte, violino e corno in mi bemolle maggiore op. 40 (1865)
  • Trio per pianoforte, clarinetto e violoncello in la minore op. 114 (1891)
  • Sonate per pianoforte e violino:
    • n. 1 in sol maggiore op. 78 (1878-1879)
    • n. 2 in la maggiore op. 100 (1886)
    • n. 3 in re minore op. 108 (1886)
  • Scherzo per pianoforte e violino (per la Sonata F.A.E., 1853)
  • Sonate per pianoforte e violoncello:
    • n.1 in mi minore op. 38 (1862-1865 movimento)
    • n.2 in fa maggiore op. 99 (1886)
  • Sonate per pianoforte e clarinetto (o viola) op. 120 (1894)
  • n.1 in fa minore
  • n.2 in mi bemolle maggiore

Composizioni per pianoforte

Due pianoforti

  • Sonata in fa minore op. 34bis (1864)
  • Variazioni su un tema di Haydn, op. 56b (1874 a Manchester con Charles Hallé e Hans von Bülow)

Pianoforte a quattro mani

  • Variazioni sul Geister-Thema di Robert Schumann op. 23 (1863)
  • 16 Valzer op. 39 (1865)
    • n.1 in si maggiore: Tempo giusto
    • n.2 in mi maggiore
    • n.3 in sol diesis minore
    • n.4 in mi minore: Poco sostenuto
    • n.5 in mi maggiore: Grazioso
    • n.6 in do diesis maggiore: Vivace (do maggiore nella versione per pianoforte solo)
    • n.7 in do diesis minore: Poco più Andante
    • n.8 in si bemolle maggiore
    • n.9 in re minore
    • n.10 in sol maggiore
    • n.11 in si minore
    • n.12 in mi maggiore
    • n.13 in do maggiore (si maggiore nella versione per pianoforte solo)
    • n.14 in la minore (sol diesis minore nella versione per pianoforte solo e per due pianoforti)
    • n.15 in la maggiore (la bemolle maggiore nella versione per pianoforte solo e per due pianoforti)
    • n.16 in re minore (do diesis minore nella versione per pianoforte solo)
  • 21 Danze ungheresi WoO 1 (1869 e 1880)
    • n.1 in sol minore: Allegro molto
    • n.2 in re minore: Allegro non assai
    • n.3 in fa maggiore: Allegretto
    • n.4 in fa minore (fa♯ minore per orchestra): Poco sostenuto
    • n.5 in fa♯ minore (sol minore per orchestra): Allegro
    • n.6 in re♭ maggiore (re maggiore per orchestra): Vivace
    • n.7 in la maggiore (fa maggiore per orchestra): Allegretto
    • n.8 in la minore: Presto
    • n.9 in mi minore: Allegro non troppo
    • n.10 in mi maggiore (fa maggiore per orchestra): Presto
    • n.11 in re minore: Poco andante
    • n.12 in re minore: Presto
    • n.13 in re maggiore: Andantino grazioso
    • n.14 in re minore: Un poco andante
    • n.15 in si♭ maggiore: Allegretto grazioso
    • n.16 in fa minore: Con moto
    • n.17 in fa♯ minore: Andantino
    • n.18 in re maggiore: Molto vivace
    • n.19 in si minore: Allegretto
    • n.20 in mi minore: Poco allegretto
    • n.21 in mi minore: Vivace
  • Liebeslieder-Walzer per canto (ad libitum) e pianoforte a 4 mani op. 52a (1869)
  • Trascrizioni da opere proprie o di altri autori

Pianoforte solo

  • Sonate
    • n. 1 in do maggiore op. 1 (1852-1853)
    • n. 2 in fa diesis minore op. 2 (1852)
    • n. 3 in fa minore op. 5 (1853)
  • Scherzo in mi bemolle minore, op. 4 (1851)
  • Variazioni:
    • su un tema di Schumann op. 9 (1854)
    • su un tema originale op. 21,1 (1857)
    • su un tema ungherese op. 21/2 (1854)
    • su un tema di Händel op. 24 (1861)
    • su un tema di Paganini op. 35 (1862-1863)
  • 4 Ballate op. 10 (1854)
  • Valzer op. 39 (1865)
  • 8 pezzi op. 76 (1878)
  • 2 Rapsodie op. 79 (1879)
  • 7 fantasie op. 116 (1892)
  • 3 intermezzi op. 117 (1892)
  • 6 pezzi op. 118 (1893)
  • 4 pezzi op. 119 (1893)
  • Trascrizioni, esercizi, cadenze

Composizioni per organo

  • Fuga in la bemolle minore WoO 8 (1856, ampliata nel 1864)
  • Preludio e fuga in la minore WoO 9 (1856)
  • Preludio e fuga in sol minore WoO 10 (1857)
  • Preludio corale e fuga su “O Traurigkeit, o Herzeleid„ WoO 7 (1858, preludio rielaborato nel 1882)
  • 11 preludi corali op. post. 122 (1896)

Musica vocale

Composizioni corali con orchestra

  • Ave Maria per coro femminile e orchestra o organo op. 12 (1858)
  • Begräbnisgesang (Canto funebre) per coro e strumenti a fiato op. 13 (1858)
  • Vier Gesänge (Quattro canti) per coro femminile, 2 corni e arpa op. 17 (1859, 1860)

1) Es tönt ein voller Harfenklang 2) Lied da Shakespeare (Komm herbei) 3) Der Gärtner (Il giardiniere) 4) Gesang aus Ossians Fingal (Canto dalla Grotta di Fingal)

  • Ein deutsches Requiem (Requiem tedesco) per soprano e baritono soli, coro e orchestra op. 45 (1868)
  • Rinaldo, cantata per tenore, coro maschile e orchestra op. 50 (1863, 1868)
  • Rapsodia per contralto solo, coro maschile e orchestra op. 53 (1869)
  • Schicksalslied (Canto del destino) op. 54 (1871 a Karlsruhe diretta da Hermann Levi)
  • Triumphlied (Canzone trionfale) op. 55 (1870,1871)
  • Nänie (Nenia) op. 82 (1881)
  • Gesang der Parzen (Canto delle parche) op. 89 (1882)

Composizioni a più voci con pianoforte

Diverse composizioni tra cui:

  • Liebeslieder-Walzer per canto (ad libitum) e pianoforte a 4 mani op. 52 (1869)
  • Neue Liebeslieder-Walzer per canto e pianoforte a 4 mani op. 65 (1874)
  • Zigeunerlieder (Canzoni zigane) per 4 voci e pianoforte op. 103 (1887-1888)

Cori a cappella

Diverse composizioni tra cui Mottetti e arrangiamenti di canzoni popolari.

Duetti con pianoforte

24 composizioni divise in 6 numeri d'opus.

Lieder

Circa 330 Lieder per canto e pianoforte tra cui:

  • 5 Melodie per voce sola e pianoforte op. 49 (1868),
  • 15 Romanze dalla Magelone di Ludwig Tieck op. 33 (1861-1869)
  • 2 canti per contralto, viola e pianoforte op. 91 (1864, 1884)
  • Zigeunerlieder (Canzoni zigane) op. 103 (1886-1888)
  • 5 Lieder per voce grave op. 105 (1886-1888)
  • 4 Ernste Gesänge (canti seriosi) per basso op. 121 (1896)

Curiosità

  • A Brahms è stato intitolato il cratere Brahms, sulla superficie di Mercurio.
  • Molti contemporanei lo considerarono il successore di Ludwig van Beethoven, e la sua Prima sinfonia fu definita da Hans von Bülow «la Decima di Beethoven».
  • Nel 1924 fu trovata a Bonn, dal musicologo Ernst Bücken, una partitura manoscritta (copia a mano redatta da un copista) senza frontespizio: un Trio in la minore per pianoforte, violino e violoncello. La composizione venne eseguita in pubblico come "opera di autore ignoto" durante il Rheinisches Musikfest dell'anno seguente, suscitando un certo consenso. Nel 1938 l'editore Breitkopf & Härtel di Lipsia decise di pubblicare il manoscritto come opera postuma di Johannes Brahms. A quel punto i musicologi si divisero tra chi sosteneva si trattasse veramente di una composizione perduta del musicista e chi lo negava. Esaminando le caratteristiche specifiche di questo Trio, si può constatare tuttavia che difficilmente si potrebbe trattare dell'opera di un imitatore; gli stilemi distintivi della musica brahmsiana sono in molti passi evidenti. Gli studiosi non sono del resto riusciti a indicare un nome alternativo. Oggi la maggior parte dei critici lo considera un'opera giovanile del musicista, precedente o successiva al Trio op. 8 (quindi quando l'autore era poco più che ventenne) rimasta inedita. (Cfr. Marina Caracciolo, Enigmi della musica. Qualche scoperta, qualche mistero, in Il Pensiero Poetante, Antologia tematica di poesia e teoria, III. L'enigma. Genesi Editrice, Torino 2010).
  • Forse non tutti sanno che Brahms si trovò al centro di un'aspra polemica per aver ottenuto grande successo (e quindi congrui emolumenti) con la pubblicazione delle sue Danze Ungheresi, avendo anche usufruito di note melodie zigane composte in realtà da musicisti ungheresi. I suoi principali accusatori furono: il violinista Ede Reményi (diversi anni prima suo amico e partner in numerosi concerti), Otto Neitzel e il quotidiano Kölnische Zeitung, che diffuse pubblicamente l'accusa. Dalla parte del musicista si schierò invece il suo editore berlinese Fritz Simrock. Pur non entrando mai direttamente nella bagarre, Brahms riuscì a dimostrare di aver ragione poiché, se è vero che non aveva citato espressamente i titoli delle composizioni preesistenti e i loro rispettivi autori, non aveva presentato alle stampe le Danze Ungheresi come opera propria (esse non hanno infatti un numero di catalogo e sono indicate come WoO, Werke ohne Opuszahl) ma solo come suo arrangiamento per pianoforte a quattro mani. Sul frontespizio dell'edizione, sia nel primo che nel secondo fascicolo, è infatti scritto chiaramente: Ungarische Tänze. Bearbeitet von Johannes Brahms. (Per maggiori dettagli, cfr. Claude Rostand, Brahms, 2 voll. Fayard, Parigi 1954. Traduzione ital. di Paolo Donati. Milano, Rusconi 1978; pp. 286 e segg.).

Onorificenze

Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti
— 1873

Note

  1. ^ Talvolta italianizzato in Giovanni Brahms o Johann Brahms.
  2. ^ Luciano Canepari, Brahms, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  3. ^ Brahms, Johannes - Sapere.it
  4. ^ Johannes Brahms nell'Enciclopedia Treccani
  5. ^ Claudio Casini, Storia della musica, dal Seicento al Novecento, Bompiani, Milano 2006, pp. 489-490
  6. ^ Klaus Wolters: Handbuch der Klavierliteratur zu zwei Händen. Atlantis-Verl., Zürich u.a. 1994 (4. Aufl.). ISBN 3-254-00188-5
  7. ^ Josef Suk, Wiener Brahms-Erinnerungen, Der Merker 2, 1910, p.149
  8. ^ [1] J.A. Loader, Johannes Brahms, agnosticism and some other wisdom, University of Vienna

Bibliografia Italiana

  • Alessandro Romanelli, Brahms. Il principe della variazione, Schena Editore, Fasano, 1997
  • Amedeo Poggi - Edgar Vallora, Brahms. Signori, il catalogo è questo, Torino, Einaudi, 1997, ISBN 88-06-14139-2
  • Christian M. Schmidt, Brahms, Torino, EDT, 1990
  • Francesco Bussi, La Musica strumentale di Johannes Brahms, LIM Libr. Musicale Italiana, Lucca, 2008 (ristampa 2008), ISBN 978-88-7096-524-7
  • Francesco Bussi, Tutti i Lieder di Johannes Brahms per voce e pianoforte, LIM Libr. Musicale Italiana, Lucca, 1999 (ristampa 2007), ISBN 88-7096-479-5
  • Francesco Bussi, Brahms dopo Brahms. Tracce panoramiche di una discendenza e di un'eredità. LIM, Libr. Musicale Italiana, Lucca, 2009
  • Francesco Bussi, Tutti i duetti e i quartetti vocali con pianoforte di Johannes Brahms (testi in tedesco a fronte). LIM, LIbr. Musicale Italiana, Lucca, 2014
  • Francesco Bussi, Il Brahms ritrovato. Tutte le composizioni sacre e profane polifoniche. LIM, Libr. Musicale Italiana, 2016
  • Giorgio Pestelli, Canti del destino. Studi su Brahms, Einaudi, 2000 (ristampa 2007), ISBN 88-06-14836-2
  • Guido Salvetti, Le Sonate per pianoforte e violoncello di Johannes Brahms, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2005, ISBN 88-7096-413-2
  • Artemio Focher (a cura di), Johannes Brahms. Album letterario ovvero Lo scrigno del giovane Kreisler (pp. 207). Torino, EdT, 2007, ISBN 978-88-6040-181-6
  • Massimo Mila, Brahms e Wagner, Torino, Einaudi, 1994
  • Umberto Berti - Domenico Mason, L'assoluto microcosmo. L'op. 91 di Johannes Brahms, Zecchini Editore, Varese, 2007, ISBN 88-87203-57-1
  • Marina Caracciolo, Brahms e il Walzer. Storia e lettura critica (Walzer op. 39; Liebeslieder-Walzer op. 52 e Neue Liebeslieder-Walzer op. 65); pp. 166. Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2004, ISBN 978-88-7096-362-5

Voci correlate

  • Sonata F.A.E.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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