Andy Razaf

Andy Razaf

nato il 16.12.1895 a Washington, DC, MD, Stati Uniti d'America

morto il 3.2.1973 a Hollywood, CA, Stati Uniti d'America

Andy Razaf

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Paul Andriamanantena Razafinkarefo o Razafkeriefo, noto come Andy Razaf (Washington, 16 dicembre 1895 – Hollywood, 3 febbraio 1973), è stato un compositore e poeta statunitense, autore di alcuni famosissime canzoni considerate pilastri della storia della musica quali Ain't Misbehavin e Honeysuckle Rose.

Biografia

Figlio di Henry Razafkeriefo, nipote della regina Ranavalona III del Madagascar, il quale fuggì con la madre a soli 15 anni negli Usa subito dopo l'invasione del Madagascar da parte francese, e Jennie Waller Razafkeriefo, figlia di John L. Waller, primo console nero americano in Madagascar. Cresciuto ad Harlem, lasciò la scuola a 16 anni iniziando a lavorare come portiere in un ascensore presso gli uffici della Tin Pan Alley.[1] Un anno dopo scrisse il suo primo testo.

Le prime pubblicazioni di poesie da parte di Andy Razaf sono intorno al 1917-1918 sul Voice, primo giornale del Nuovo Movimento Negro. Ha collaborato con compositori Eubie Blake, Paul Denniker, Don Redman, James P. Johnson, JC Johnson, Harry Brooks e Fats Waller. Ha scritto anche i testi per classici della storia del jazz come Stompin 'at the Savoy.

Deve gran parte del suo successo grazie alla collaborazione con Fats Waller, con il quale ha dato vita a molti standard in voga in quegli anni: Ain't Misbehavin, Honeysuckle Rose, Cristopher Columbus, The Joint Is Jumpin', Willow Tree, Keepin' Out of Mischief Now e Black and Blue. La sua musica è stata ripresa anche da diversi artisti tra cui Benny Goodman, Eubie Blake e Cab Calloway.

Il suo successo è dovuto anche grazie ai suoi testi, alcuni considerati pietre miliari dalle comunità dei neri, situati al primo posto dalla società americana soprattutto per le questioni razziali. I suoi testi forniscono uno spaccato della vita dei neri a New York nella prima metà del XX secolo. Nel 1972, entra nella Hall of Fame dei cantautori.[2]

Morì nel 1973, per un male incurabile.

Note

  1. ^ Broadway: An Encyclopedia by Ken Bloom. Routledge, 2003); ISBN 0-415-93704-3
  2. ^ Songwriters Hall of Fame

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