Serge Gainsbourg

Serge Gainsbourg

nato il 2.4.1928 a Paris, Francia

morto il 2.3.1991 a Paris, Francia

Serge Gainsbourg

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Serge Gainsbourg, pseudonimo di Lucien Ginsburg (Parigi, 2 aprile 1928 – Parigi, 2 marzo 1991), è stato un cantautore e attore francese di origini ucraini.

Ebbe successo internazionale a partire dalla seconda metà degli anni sessanta[2] specialmente grazie alla canzone Je t'aime... moi non plus, cantata in coppia con Jane Birkin e, in una prima versione, con Brigitte Bardot.[2][8]

Biografia

Origini e primo matrimonio

Figlio di immigrati ebrei ucraini, suo padre, Joseph Ginsburg, nato a Charkiv (Ucraina) il 27 marzo 1896, entrò nel Conservatorio di Pietrogrado, poi a quello di Mosca per studiare musica: Joseph scelse il pianoforte. Poi, in Crimea, incontra Brucha Goda Besman, soprannominata Olia o Olga, una mezzo-soprano che diviene sua moglie il 18 giugno 1918. È nel 1919 che Joseph e Olga, scappando dalla guerra e dalla dittatura bolscevica, lasciano Odessa (Ucraina), si esiliano in Georgia, poi a Istanbul prima di sbarcare il 25 marzo 1921 a Marsiglia e trasferirsi a Parigi dove ritrovano il fratello di Olga che lavora per la banca Louis-Dreyfus. Joseph è pianista di bar e di cabaret, Olga canta al conservatorio russo. Vivono in Rue de la Chine nel 20° arrondissement di Parigi. Hanno nel 1922 il primo figlio, Marcel, che muore a sedici mesi per una polmonite, poi una figlia, Jacqueline, nel 1926, infine dei gemelli, Liliane e Lucien, nel 1928, nati alla maternità dell'Hôtel-Dieu di Parigi nell'Île de la Cité. La famiglia Ginsburg ottiene la nazionalità francese il 9 giugno 1932.

La famiglia continuò a vivere a Parigi, dove venne presto identificata durante il periodo dell'occupazione da parte dei nazisti e fu quindi costretta a fuggire nelle campagne fino al 1944. In quegli anni, Lucien fu costretto ad appuntare una stella gialla sulla sua uniforme di studente e iniziò a suonare, da autodidatta, il pianoforte.[8]

Lucien venne quindi iscritto dal padre a un istituto d'arte per studiare pittura. Lì incontrò la modella russa Elizabeth Levitsky, segretaria di Georges Hugnet, amico di Salvador Dalí. La frequentazione con la donna, e anche con l'artista surrealista, diventarono habitat ideale per Lucien. Nel 1951, infatti, si sposò con Elizabeth, da cui divorziò nel 1957.[8]

Dalla vita da chansonnier al rapporto con B.B. (anni 1957–1968)

A questo punto omaggia le sue origini russe adottando il nome d'arte Serge, mentre tramuta il proprio cognome scegliendo Gainsbourg, in omaggio al pittore inglese Thomas Gainsborough.[8] Inoltre è pronto a dare una svolta alla propria carriera con l'ingaggio al nightclub Milord L'Arsouille, ottenuto anche grazie all'amica Michèle Arnaud, giovane intellettuale e filosofa. Altra svolta è rappresentata dal fatto che comincia a interpretare da sé le proprie canzoni, fino ad allora nobilitate dall'icona Juliette Gréco. La figura di chansonnier, ispirata dall'amore per le donne, sarà quella che lo contraddistinguerà per il resto della vita.

Du chant à la une! viene pubblicato nel formato 10" con un'introduzione di Marcel Aymé. Il debutto di Gainsbourg spazia tra swing, jazz e musica d'autore malinconica e romantica, intrisa di temi sofisticati e seducenti come le donne, l'adulterio, l'alcol, la povertà, l'insoddisfazione, trattati con sarcasmo e classe, indipendentemente da ogni cliché. Inoltre gran parte dell'ispirazione per i primi lavori, è dovuta alle poesie di Boris Vian, vera e propria ossessione per il trentenne Serge. Il 1958 è contrassegnato da una tournée e dal ritorno alla casa paterna, dove incide l'album N° 2 (1959) con il pianoforte del padre Joseph, un immancabile pacchetto di Gitanes e necessarie dosi di caffè e alcol. L'album è caratterizzato da otto canzoni in cui, grazie all'arrangiamento del fedele Alain Goraguer, si lascia spazio al pop-jazz, ma anche all'esotismo ammiccante, al folk tzigano e alla ballate. Grazie alla sua figura da esteta affascinante e provocatorio, perfettamente espressa con la foto di copertina di N° 2, Serge incanta e inizia ad uscire dall'anonimato, combinando grazia e accidia.[8]

Si aprono per lui anche le porte del cinema, che lo rende costante comparsa in molti film storici, in cui interpreta generalmente personaggi malvagi come Corvino nel film La rivolta degli schiavi (1960). Nel 1961 pubblica L'étonnant Serge Gainsbourg, in cui i toni si fanno più confidenziali e suadenti. D'obbligo è l'omaggio alla poesia francese in Chanson de Prévert, dedicata a Jacques Prévert, per la quale Serge ha chiesto direttamente al poeta, che ha acconsentito, l'utilizzo del suo nome.[8] L'album non ottiene un grande successo (meno di 5.000 copie vendute) e Serge rischia di ritornare nella nicchia da jazz club, complice anche l'ondata twist di quegli anni. Prima pensa a tornare a dipingere, poi invece prova a volgere a suo favore gli eventi, incidendo Requiem pour un Twister, una vera e propria messa alla berlina per uno dei tanti viveur provetti, che muore della sua stessa passione, appunto il twist.[8]

Nel 1962 viene pubblicato N° 4, quarto album in studio per Serge in cui inizia ad approcciarsi anche all'inglese (Intoxicated Man). Il brano Vilaines filles et Mauvis Garçons verrà infatti registrato anche come EP in Inghilterra con Harry Robinson, futuro collaboratore di Nick Drake e Sandy Denny.

Nel 1963 Serge viene chiamato per realizzare la colonna sonora del film Strip-Tease del suo amico Jacques Pointrenaud, a cui partecipa un'ancora sconosciuta Christa Paffgen (Nico). Nel 1964 Serge sposa Béatrice Pancrazzi, una donna aristocratica abbastanza possessiva che limita anche il rapporto di Gainsbourg con Juliette Gréco e persino col vecchio pianoforte del padre. Questa parentesi di quiete domestica viene utilizzata per registrare in soli due giorni l'album Gainsbourg Confidentiel insieme al chitarrista Michel Gaudry e al contrabbassista Elek Bacsik. Il quinto album in studio è per Serge un gioiello jazz, elettrificato dalle chitarre, che viene salutato dalla critica come uno dei suoi migliori lavori.[8]

Nel 1964 viene inciso Gainsbourg Percussions che, come dice il titolo stesso, si avvale di percussioni (cinque per la precisione) e di un coro di dodici fanciulle francesi oltre che, come sempre, del pianista e arrangiatore Goraguer. In questo disco quindi viene sperimentata la musica afro, reinterpretando anche Kiyakiya (che diventa Joanna) e Akiwowo (New York - USA) e Gin-go-lo-ba (Marabout) di Babatunde Olatunji. Gainsbourg Percussions segna anche il debutto di France Gall. Le recensioni del disco non sono confortanti, ma questo a Serge non importa, essendo un artista che rinuncia al raggiungimento del successo a tutti i costi, in favore di una libertà espressiva che lo soddisfi personalmente a 360 gradi.

Nel 1964 nasce la sua prima figlia, Natascha. In questo periodo Serge inizia a comporre canzoni pop, dirigendosi verso lo yéyé, per popstar giovani e ingenue come France Gall (che vince con Poupée de Cire, Poupée de Son l'Eurofestival 1965). Nel 1965, inoltre, Michèle Arnaud, vecchia amica di Gainsbourg diventata produttrice televisiva, torna sulla scena discografica con un album contenente Les Papillons Noirs, scritta proprio da Serge. Ed è proprio Michèle che presenta a Serge il regista Pierre Koralnik, con cui gira il telefilm Anna. Ne viene fuori anche un album, appunto Anna, realizzato con Michel Colombier e a cui partecipa (come nel telefilm) la danese Anna Karina. Durante la messa in onda del telefilm (1967), Serge si è già trasferito in un appartamento presso la Cité Internationale Des Arts e Lettres, dove realizza diversi EP e prende parte a numerose pellicole.

In questi anni ritorna a frequentare Béatrice, ma l'evento che più di altri lascerà un segno nella vita e nella produzione di Serge è l'incontro con Brigitte Bardot, avvenuto durante il Sacha Show, programma televisivo condotto da Sacha Distel. I due attori e cantanti reinterpretano assieme il classico di Burt Bacharach Raindrops Keep Fallin' on My Head. Nasce un'immediata e incontenibile passione che li porta a porre fine ai conti in sospeso coi relativi partner, ossia Beatrice da una parte e Gunther Sachs dall'altra. I due diventano inseparabili e Serge scrive per Brigitte diverse canzoni, tra cui una prima versione di Je t'aime... moi non plus, registrata in una notte del 1967 a Parigi con l'arrangiamento di Michel Colombier. La coppia, durante le registrazioni, interpreta un cortometraggio in cui si lascia andare a un vero e proprio petting. L'album che ne scaturisce è Bonnie and Clyde (1968), ispirato dalla coppia di rapinatori Bonnie e Clyde. Il disco contiene tracce già edite (cantate precedentemente da Anna Karina o dalla Gréco), revisioni di classici jazz (come Everybody Loves My Baby, scritta da Spencer Williams) e inediti, come la canzone che dà il titolo all'album.

Nello stesso 1968 viene pubblicato Initials B.B., che sancisce la fine del rapporto tra Serge e Brigitte, che nel frattempo ha dato un'altra chance al marito Sachs.[8] Serge è disperato da quanto accaduto e porta a termine l'album da solo. Il disco contiene nuove rivisitazioni e altri inediti, come la title track, Shu Ba Du Ba Loo Ba e Ford Mustang.

Jane Birkin e i concept album (1969–1977)

Dopo la fine del rapporto con B.B., il quarantenne Serge si dedica alla realizzazione di colonne sonore per il cinema. Nel 1969 proprio il cinema diventa, grazie al regista Pierre Grimblat e in particolare al film Slogan, anello di congiunzione che lo lega all'inglese Jane Birkin. Nel film Serge è attore e autore della colonna sonora, mentre Jane è protagonista femminile (che era già conosciuta per Blow-Up e che sostituisce all'ultimo momento Marisa Berenson). Tra i due inizia una relazione che porta Serge a lasciare la moglie incinta, ben consapevole che quella avrebbe potuto essere l'ennesima effimera conquista.[8] A dire il vero, l'inizio di questo legame è disastroso, in quanto Jane era ancora un'innocente ventenne e non conosceva il francese, mentre Serge era uno snob che arrivava spesso a denigrare sul set la giovane inglese. Successivamente però, i due dimenticano i primi approcci e iniziano un sodalizio artistico e sentimentale.

Serge propone a Jane di reinterpretare Je t'aime... moi non plus, e lei accetta saltando gli ostacoli, dovuti innanzitutto al fatto che quella canzone era legata a Brigitte Bardot e in secondo luogo alla lingua. La nuova versione del brano apre l'album Jane Birkin - Serge Gainsbourg inciso a Londra nel 1969. Lo scandalo di B.B. lascia spazio, nella nuova versione, ad un pudore malizioso e perverso, sensuale e fragile. Il singolo, pubblicato nel febbraio del 1969 su etichetta Philips, diviene immediatamente oggetto di scandalo. Giunto in Italia, nell'estate successiva, viene da prima censurato dalla Rai, che ne proibisce la diffusione e vieta categoricamente a Lelio Luttazzi di pronunciarne il titolo nella trasmissione radiofonica Hit Parade, nonostante il disco si trovasse allora ai primi posti della classifica. In seguito il Vaticano, attraverso L'Osservatore Romano appoggia la decisione della RAI e Paolo VI emette una scomunica nei confronti del produttore del brano. Nel Regno Unito viene bandito dalla BBC e il disco viene ritirato, anche grazie alla regina Giuliana dei Paesi Bassi, che possiede parte della Philips.[9] Le altre dieci canzoni che compongono il disco fanno semplicemente da contorno: in esse c'è molto spazio per Jane, oltre che per "chanteuse" folk (Le canari est sur le bancon), si può trovare un irriverente charleston (18-39), un brano la cui musica è il Preludio No. 4 in Mi minore, Op. 28 di Chopin (Jane B.) e una delicata L'anamour, composta originariamente per Françoise Hardy.

Nel 1970 la coppia si concede un viaggio in giro per il pianeta, con toccate in India, che getta il terreno per un'esperienza di musica psichedelica. Al ritorno, infatti, nel 1971, arriva l'opera di consacrazione per il duo, ossia Histoire de Melody Nelson. Il progetto del concept album nasce dall'acquisto nell'Est Europa di una Rolls-Royce del 1910, alla cui guida si imbatte una quindicenne Melody Nelson (trasfigurazione di Jane).[8] Nel frattempo Jane rimane incinta e, cinque mesi dopo la pubblicazione di Histoire di Melody Nelson, nasce Charlotte Gainsbourg.

Nel 1973 Serge, all'età di 45 anni, mai appagato dalla sua passione per le gitanes, viene colto da un attacco cardiaco. Tuttavia non smette di fumare, anzi la sua convalescenza si trasforma in un recupero del vizio. Successivamente si sposta in Inghilterra e ingaggia il tastierista Alan Hawkshaw per gli arrangiamenti del suo nuovo album, mettendo quindi fine alla collaborazione con Jean Claude Vannier, che aveva curato il disco precedente. Vu de l'extérieur viene pubblicato nello stesso anno (1973) e è un concept album incentrato sull'ano, tema che farà discutere e suscitare imbarazzi. L'album spiazza e rimane incompreso. Al contempo Serge diviene sempre più l'ombra di Jane, impegnata da parte sua in film piuttosto leggeri. Il successivo lavoro è Rock Around the Bunker, scritto sul traghetto Calais-Dover e consegnato ad Hackshaw in forma scarna, prima di essere completato e arrangiato.[8] Questo lavoro si caratterizza di un rock blues, in controcorrente sia nello stile di quei tempi, che rispetto alla psichedelia fornita dall'Historie. Nelle tematiche il disco affronta il tema della Germania nazista in chiave grottesca e di humour nero.

Tra il 1975 e il 1976 Serge tenta di esorcizzare il mancato successo e l'indifferenza del pubblico inglese nei confronti degli ultimi due album puntando sulla sua immagine mediatica. Si cimenta quindi con la pubblicità, per cui compone temi musicali e di cui diviene protagonista con Jane: per molto tempo resta fissato nell'immaginario collettivo per lo spot del detersivo Woolite. È comunque capace di muoversi con disinvoltura da questi progetti a quelli musicali: nel 1976 realizza infatti L'Homme à tête de chou (il titolo è preso dall'opera di Claude Lalanne), un altro concept album, questa volta cupo e opprimente, che si incentra su una storia di amore e morte di cui sono protagonisti l'esuberante Marilou e l'uomo a testa di cavolo.[8] Il disco, visionario e morboso, può essere definito un'immagine al negativo di Histoire de Melody Nelson.

Gainsbourg in Giamaica e ritorno come Gainsbarre

La proverbiale dipendenza da edonismo di Serge lo spinge alla ricerca di un'immagine pubblica mai fine a se stessa, ma sempre funzionale alla sua figura di genio e sregolatezza. Il rapporto con Jane inizia a deteriorarsi e Serge punta lo sguardo su nuovi progetti. Il suo produttore Philippe Lerichomme invita Gainsbourg ad affrontare un nuovo percorso: Serge si sposta in Giamaica e inizia a lavorare con musicisti reggae, contaminando il suo genere french in quello che verrà definito freggae.[8]

I musicisti di punta in questa nuova avventura sono Robbie Shakespeare (basso), Uziah "Sticky" Thompson (percussioni), Sly Dunbar (batteria) e le I Threes (cori), tra le quali c'è anche Rita Marley. L'arrivo di Serge in Giamaica viene accolto con molto entusiasmo, ma il progetto di Gainsbourg non prevede feste. Il risultato infatti, Aux armes et cætera è un concentrato di provocazioni: l'inno nazionale francese, La Marsigliese viene trasformato in Aux armes et cætera (che dà il titolo al disco);[10] mentre altre canzoni narrano di droga, alcol e sesso selvaggio. Le vendite del disco vanno a gonfie vele. L'album, uscito nel marzo 1979, conquista il disco d'oro e al contempo suscita in patria l'indignazione per la profanazione della Marsigliese. Serge decide di promuovere comunque il disco in un tour europeo, con annessi strascichi di polemiche e esibizioni non proprio tranquille, condite da minacce di morte da parte dei veterani di destra della guerra d'indipendenza algerina.

Il legame tra Gainsbourg e Jane Birkin, nel frattempo, diventa sempre più problematico. Dopo aver tentato il suicidio gettandosi nella Senna, una Jane ormai donna matura e da tempo madre, decide di lasciare Serge per il regista Jacques Doillon, da cui avrà una figlia.

Nel 1980 Serge ritorna a essere un uomo solo e disperato, che non ha cuore che per l'alcol. Per quanto riguarda la sua attività artistica, il nome Serge Gainsbourg lascia posto a quello di Gainsbarre. Il suo alter ego pittore Evguénie Sokolov sconvolge come protagonista di Gasogramma, romanzo sull'arte del segno inciso da una mano attraverso le vibrazioni del peto. Il discorso continua su Mauvaises nouvelles des étoiles, album del 1981 che trae il titolo da un'opera di Paul Klee e che viene realizzato con gli stessi musicisti di Aux armes et cætera. Sempre nel 1981 scrive per Catherine Deneuve l'album Souviens-toi de M'Oublie e per Isabelle Adjani Pull Marine.

Dalla relazione con la modella Caroline von Paulus, in arte Bambou, nasce il suo quarto figlio, Lucien, detto Lulu. Nonostante i fumi dell'alcool, l'imminente cecità e i sintomi di una cirrosi, Serge continua a lavorare con colonne sonore e altro. In televisione, nel marzo 1984, è protagonista di un altro scandalo: brucia una banconota da 500 franchi per ribellarsi al sistema fiscale troppo pressante.[8] In un'altra ospitata televisiva dichiara a Whitney Houston, ospite con lui del programma, l'intenzione di voler portarla a letto alla fine della trasmissione.

Nello stesso periodo esce il suo album Love on the Beat che viene registrato nel New Jersey con il chitarrista Billy Rush e altri musicisti (Larry Fast, Stan Harrison, Steve e Gorge Simms). Il risultato è un disco synth pop la cui copertina ritrae Serge truccato da donna (il tema dell'omosessualità ricorre anche in Kiss Me Hardy). Altro discorso vale per Lemon Incest in cui l'adolescente Charlotte Gainsbourg e suo padre si dichiarano amanti su una base di Chopin, con tanto di videoclip.

La morte

L'ultimo capitolo in studio della produzione di Gainsbourg è You're Under Arrest (1987), dedicato alla polizia. Negli ultimi quattro anni della sua vita, quasi cieco e al limiti dell'alienazione, Serge si consacra definitivamente al suo vizio e inizia a frequentare abitualmente l'ospedale. Il suo ultimogenito Lucien, detto Lulu, cresce con Bambou. La notte del 2 marzo 1991, nella sua casa di Rue De Verneuil, Serge, poco più che sessantenne, muore a causa di un attacco cardiaco.[11] Viene sepolto pochi giorni dopo al cimitero di Montparnasse.[8]

Gainsbourg e il cinema

Il percorso cinematografico di Gainsbourg inizia parallelamente a quello musicale: nel corso della sua carriera realizza oltre 40 colonne sonore, interpreta e dirige decine di film. Tra il 1959 e il 1969 lavora con registi del calibro di Jacques Doniol-Valcroze, Hervé Bromberger, Claude Chabrol, Jean Luc Godard, Jacques Rouffio, Jean Aurel, Jean Gabin, William Klein, Pierre Grimblat e altri.

Nei primi anni settanta realizza colonne sonore per Pierre Koralnik e Claude Berri. Nel 1976 esce l'opera prima da regista di Gainsbourg, intitolata Je t'aime moi non plus, che prende il nome dalla leggendaria canzone del 1969. La trama ruota intorno a un ménage à trois tra un camionista gay (interpretato da Joe Dallessandro), il suo compagno e una giovane donna androgina (interpretata dalla sua allora compagna Jane Birkin). Negli anni seguenti compone musiche per i film di Joe D'Amato e Patrice Leconte. Nel 1980 è attore in Je vous aime di Claude Berri. L'anno seguente gira il cortometraggio Le Physique et le Figuré, mentre nel 1983 esce Equator - L'amante sconosciuta (Équateur), terzo lavoro alla regia e secondo lungometraggio. Riceve diverse nomination al premio César per la migliore musica da film, che vince solo nel 1996 per Élisa. Nel 1986 realizza con la figlia il semi-autobiografico Charlotte for Ever.

L'ultimo film diretto e musicato da Serge è Stan the Flasher (1990), a cui partecipa come attore Claude Berri.

Stile musicale

Cantante baritono noto per il repertorio provocatorio e che "eleva la decadenza ad arte raffinata"[12] Serge Gainsbourg si è da sempre cimentato in un repertorio da chansonniere fondendo elementi jazz, pop e rock,[12][13][14][15] questo dopo gli esordi jazz,[3] cool jazz[3] e yé-yé, stile che ha popolarizzato.[16] Viene spesso citato fra gli artisti lounge[6][7] mentre altri lo considerano esponente della canzone d'autore,[17] del pop barocco,[2] del jazz[2] e del pop-jazz[2] Secondo AllMusic, Gainsbourg è il principale artista French pop.[2]

Citazioni e omaggi

Diversi sono gli omaggi a Gainsbourg da parte di artisti e musicisti francesi e non.

  • Tra il 1995 e il 1997, Mick Harvey pubblica per la Mute Records il mini-compendio costituito da due atti: Intoxicated Man (1995) e Pink Elephants (1997), in cui le parti vocali vengono affidate ad Anita Lane e Nick Cave. Nel 2016 e 2017 il tributo da parte di Mick Harvey si completa di altri due album: Delirium Tremens e Intoxicated Women.
  • John Zorn realizza un'opera chiamata Great Jewish Music: Serge Gainsbourg, anello della serie Radical Jewish Culture dedicata alla cultura ebraica. Al disco partecipano importanti musicisti e cantanti come Mike Patton, Marc Ribot, Ikue Mori, Fred Frith, Eszter Balint e le Cibo Matto.
  • Nel 2006 esce la raccolta di cover Monsieur Gainsbourg Revisited a cui prendono parte tra gli altri Franz Ferdinand, Jarvis Cocker, Michael Stipe, Marianne Faithfull, Feist, Tricky, Portishead, Placebo, The Kills, Sly & Robbie, Cat Power e Karen Elson.
  • Verranno pubblicati anche i volumi Dernières nouvelles des étoiles (1994) e Pensées, provocs et autres volutes (2006), oltre all'intervista Gainsbourg raconte sa mort (2001) e a biografie e omaggi da parte di Gilles Verlant (Gainsbourg, 1993 e 2000, Gainsbourg et caetera, 1995 e Gainsbourg au bout de la nuit, 1996).
  • Nel 2010 esce un film dedicato alla vita di Gainsbourg. Si tratta di Gainsbourg (vie héroïque), diretto da Joann Sfar e con Éric Elmosnino nel ruolo del protagonista.
  • Nel 1992 Steve Wynn registra Bonnie and Clyde in duetto con Johnette Napolitano (inserita nell'album Dazzling Display).
  • Belinda Carlisle interpreta Bonnie and Clyde e Contact nel suol album del 2007 Voila.
  • La canzone Bonnie and Clyde è stata anche interpretata dai Luna nel 1995 (traccia nascosta nell'album Penthouse).
  • Il gruppo svedese Sambassadeur ha suonato La chanson de Prévert nel suo album Sambassadeur.
  • Il gruppo italiano dei Baustelle cita Gainsbourg nel brano Il Musichiere 999 presente nell'album Sussidiario illustrato della giovinezza (2000).
  • Gli Okkervil River hanno tradotto e cantato in inglese Je suis venu te dire que je m'en vais.
  • I Beirut hanno inserito nell'album Live at the Music Hall of Williamsburg una loro versione di La javanaise.
  • David Holmes ha reinterpretato Cargo Culte (col titolo Don't Die Just Yet) nel suo album del 1997 Let's Get Killed.
  • I Tame Impala hanno suonato Bonnie and Clyde dal vivo nel corso del loro tour del 2011.
  • I De La Soul hanno usato i sample di Les Oubliettes e En Melody per due tracce del loro album del 1991.
  • I Folk Implosion hanno usato campionamenti da Requiem pour un con nel loro brano tributo Serge, presente nell'album One Part Lullaby del 1999.

Discografia parziale

Album in studio

  • 1958 – Du chant à la une!
  • 1959 – Serge Gainsbourg N° 2
  • 1961 – L'étonnant Serge Gainsbourg
  • 1962 – Serge Gainsbourg N° 4
  • 1963 – Gainsbourg Confidentiel
  • 1964 – Gainsbourg Percussions
  • 1968 – Bonnie and Clyde (con Brigitte Bardot)
  • 1968 – Initials B.B.
  • 1969 – Jane Birkin - Serge Gainsbourg (con Jane Birkin)
  • 1971 – Histoire de Melody Nelson (con Jane Birkin)
  • 1973 – Vu de l'extérieur
  • 1975 – Rock Around the Bunker
  • 1976 – L'Homme à tête de chou
  • 1979 – Aux armes et cætera
  • 1981 – Mauvaises nouvelles des étoiles
  • 1984 – Love on the Beat
  • 1987 – You're Under Arrest

Album dal vivo

  • 1980 – Enregistrement public au Théâtre Le Palace
  • 1986 – Live (Casino de Paris)
  • 1988 – Le Zénith de Gainsbourg

Colonne sonore

  • 1967 – Anna
  • 1970 – Cannabis (strumentale)
  • 1976 – Je t'aime... moi non plus – Ballade de Johnny-Jane (strumentale)
  • 1977 – Madame Claude
  • 1977 – Goodbye Emmanuelle (strumentale)
  • 1980 – Je vous aime (tre tracce)
  • 1986 – Putain de film ! – B.O.F. Tenue de soirée

Singoli

  • 1962 – Black Trombone
  • 1963 – La Javanaise
  • 1964 – Couleur Café
  • 1964 – New York U.S.A.
  • 1966 – Les Sucettes
  • 1967 – Hold Up
  • 1968 – Bonnie and Clyde con Brigitte Bardot
  • 1968 – Initials B.B.
  • 1969 – Je t'aime... moi non plus con Jane Birkin
  • 1971 – La Décadanse con Jane Birkin
  • 1973 – Je suis venu te dire que je m'en vais
  • 1976 – L'Homme à Tête de Chou
  • 1976 – Marilou
  • 1978 – Sea, Sex and Sun
  • 1979 – Aux armes et caetera
  • 1979 – Lola Rastaquouère
  • 1980 – Dieu fumeur de havanes con Catherine Deneuve
  • 1984 – Sorry Angel
  • 1985 – Lemon Incest con Charlotte Gainsbourg
  • 1986 – Je t'aime moi non plus con Brigitte Bardot
  • 1987 – You're Under Arrest
  • 1987 – Mon légionnaire
  • 1991 – Requiem pour un con
  • 1994 – La Noyée
  • 1995 – Élisa

Album scritti per altri artisti

  • 1973 – Di doo dah (Jane Birkin)
  • 1975 – Lolita Go Home (Jane Birkin, metà dell'album)
  • 1977 – Rock'n rose (Alain Chamfort)
  • 1978 – Ex fan des sixties (Jane Birkin)
  • 1980 – Guerre et pets (Jacques Dutronc, due terzi dell'album)
  • 1981 – Amour année zéro (Alain Chamfort)
  • 1981 – Souviens-toi de m'oublier (Catherine Deneuve)
  • 1982 – Play blessures (Alain Bashung)
  • 1983 – Isabelle Adjani (o Pull marine) (Isabelle Adjani)
  • 1983 – Baby Alone in Babylone (Jane Birkin)
  • 1986 – Charlotte for Ever (Charlotte Gainsbourg)
  • 1987 – Lost Song (Jane Birkin)
  • 1989 – Made in China (Bambou)
  • 1990 – Amours des feintes (Jane Birkin)
  • 1990 – Variations sur le même t'aime (Vanessa Paradis)

Singoli scritti per altri artisti

  • 1965 – Les Incorruptibles (Petula Clark)
  • 1965 – Poupée de cire, poupée de son (France Gall)
  • 1966 – Baby Pop (France Gall)
  • 1968 – Comment te dire adieu? (Françoise Hardy)
  • 1979 – Manureva (Alain Chamfort)
  • 1990 – Dis-lui toi que je t'aime (Vanessa Paradis)
  • 1990 – White and Black Blues (Joëlle Ursull, solo testo)
  • 1995 – La Gadoue (Jane Birkin)

Filmografia

Attore

Cinema

  • Voulez-vous danser avec moi?, regia di Michel Boisrond (1959)
  • La rivolta degli schiavi, regia di Nunzio Malasomma (1960)
  • Sansone, regia di Gianfranco Parolini (1961)
  • La furia di Ercole, regia di Gianfranco Parolini (1962)
  • Strip-tease, regia di Jacques Poitrenaud (1963)
  • L'Inconnue de Hong Kong, regia di Jacques Poitrenaud (1963)
  • Carré de dames pour un as, regia di Jacques Poitrenaud (1963)
  • Le Jardinier d'Argenteuil, regia di Jean-Paul Le Chanois (1966)
  • L'Inconnu de Shandigon, regia di Jean-Louis Roy (1967)
  • Estouffade à la Caraïbe, regia di Jacques Besnard (1967)
  • Ce sacré grand-père, regia di Jacques Poitrenaud (1968)
  • Erotissimo, regia di Gérard Pirès (1968)
  • Vivre la nuit, regia di Marcel Camus (1968)
  • La Pacha, regia di Georges Lautner (1968)
  • Slogan, regia di Pierre Grimblat (1969)
  • Mister Freedom, regia di William Klein (1969)
  • Cannabis, regia di Pierre Koralnik (1970)
  • 19 djevojaka i Mornar, regia di Abraham Polonsky (1971)
  • Romance of a Horsethief, regia di Abraham Polonsky (1972)
  • The Day the Clown Cried, regia di Jerry Lewis – non accreditato (1972)
  • Trop jolies pour être honnêtes, regia di Richard Balducci (1972)
  • La morte negli occhi del gatto, regia di Antonio Margheriti (1973)
  • La Dernière Violette, regia di André Hardellet – cortometraggio (1974)
  • Sérieux comme le plaisir, regia di Robert Benayoun (1975)
  • Je vous aime, regia di Claude Berri (1980)
  • Le Grand Pardon, regia di Alexandre Arcady (1982)
  • Fumeurs de charme, regia di Frédéric Sojcher (1985)
  • Charlotte for Ever, regia di Serge Gainsbourg (1986)
  • Jane B. par Agnès V., regia di Agnès Varda (1988)
  • Stan the Flasher, regia di Serge Gainsbourg (1990)

Televisione

  • En passant par Paris (1962)
  • Passe-temps (1962)
  • Teuf-teuf (1963)
  • Seul à seul (1964)
  • Les Cinq Dernières Minutes (1965)
  • Marie-Mathématique (1965–1966)
  • Noêl à Vaugirard (1966)
  • Valmy (1967)
  • Anna (1967)
  • Vidocq (1967)
  • Le Lapin de Noël (1967)
  • Saint-Tropez priez pour eux (1968)
  • Les Dossiers de l'agence O (1968)
  • Molody (1971)
  • Le Lever de rideau (1973)
  • Bon baisers de Tarzan (1974)

Regista

  • Je t'aime moi non plus (1976)
  • Le Physique et le Figuré (1981)
  • Scarface – film TV (1982)
  • Equator - L'amante sconosciuta (Équateur) (1983)
  • Charlotte for Ever (1986)
  • Springtime in Bourges – film TV (1987)
  • Stan the Flasher (1990)

Onorificenze

Ufficiale dell'Ordre des Arts et des Lettres
— 19 settembre 1985

Note

  1. ^ a b (EN) Renzo Stefanel, Sesso, droga e calci in bocca: Storie del rock maledetto, Giunti, capitolo: Serge Gainsbourg: Gitane Maudit.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Serge Gainsbourg, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 15 novembre 2017.
  3. ^ a b c (EN) RJ Smith, To Serge with Love, in Spin, 15 novembre 2017.
  4. ^ Autori vari, Francia settentrionale e centrale, EDT, capitolo "Jazz e chansons".
  5. ^ (EN) Serge Gainsbourg: dix chansons immortelles, su lefigaro.fr. URL consultato il 15 novembre 2017.
  6. ^ a b (EN) Lacey Tauber, I, Lucifer - The Real Tuesday Weld, in CMJ (numero 125), 2004.
  7. ^ a b (EN) Beck’s Serge Gainsbourg mixtape, su dummymag.com. URL consultato il 16 novembre 2017.
  8. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Serge Gainsbourg, su OndaRock. URL consultato il 15 novembre 2017.
  9. ^ (EN) Sylvie Simmons, Serge Gainsbourg. A fistful of Gitanes, Da Capo Press, 2002, ISBN 0306811839.
  10. ^ (EN) Thom Jurek, Aux armes et cætera, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  11. ^ Gaisbourg, chanteur maledetto Isbnedizioni.it
  12. ^ a b (EN) Marc Spitz, Incest Is Best - Serge Gainsbourg Woos Daughter, in Spin, ottobre 2000.
  13. ^ (EN) Simon Trezise, The Cambridge Companion to French Music, Cambridge University, 2015, p. 282.
  14. ^ (EN) Joshua Louis Moss, Why Harry Met Sally: Subversive Jewishness, Anglo-Christian Power, and the Rhetoric of Modern Love, University of Texas, 2017, p. 179.
  15. ^ (EN) Ruth Blackmore, James McConnachie, Paris, Rough Guides, 2003, p. 312.
  16. ^ (EN) Juliana Tzvetkova, Pop Culture in Europe, ABC Clio, 2017, p. 27.
  17. ^ 26 anni fa moriva Serge Gainsbourg: da 'Je t'aime moi non plus' a 'Requiem pour un con', le sue canzoni più famose, su Rockol, 2 marzo 2017. URL consultato il 15 novembre 2017.

Bibliografia

  • Francesco Gazzarra, Lounge music. Il blues dell'uomo bianco, Castelvecchi, 2003, pp. 116-118, ISBN 9788882101404.
  • Sylvie Simmons, Serge Gainsbourg. Per un pugno di Gitanes, Arcana Editrice, giugno 2004.
  • (FRIT) Dionisio Bauducco (a cura di), Serge Gainsbourg. Poesia senza filtro, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2006, ISBN 978-88-7226-932-9.

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