Giacinto Scelsi

nato il 8.1.1905 a Pitelli, Liguria, Italia

morto il 9.8.1988 a Roma, Lazio, Italia

Giacinto Scelsi

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Giacinto Scelsi

Giacinto Scelsi (Arcola, 8 gennaio 1905  Roma, 8 agosto 1988) è stato un compositore italiano. È noto per i suoi lavori di musica microtonale.

Biografia

Nato da una famiglia aristocratica a Pitelli, allora frazione di Arcola e in seguito aggregata al Comune della Spezia, crebbe nel vecchio castello di Valva nell'alta valle del Sele in provincia di Salerno e venne istruito da un tutore privato che gli insegnò latino, scacchi e scherma. In seguito la famiglia si spostò a Roma dove il suo talento musicale venne stimolato e incoraggiato dalle lezioni private di Giacinto Sallustio.

Seguendo la disciplina di Arnold Schönberg, in Vienna, diventò il primo adepto della dodecafonia in Italia. Dal 1920 cominciò a viaggiare molto e instaurò amicizie con vari intellettuali europei, come Jean Cocteau e Virginia Woolf.

Morì a Roma l'8 agosto 1988. .

La sua musica

Attivo già negli anni trenta si interessò a tecniche compositive quali la dodecafonia o le teorie di Alexander Scriabin. Tra i lavori di quel periodo spicca il poema sinfonico Rotativa, eseguito a Parigi nel 1931.

Le prime composizioni si basano sulla musica attuale in quel tempo: studiò a Vienna con un allievo di Alban Berg e in Svizzera con un seguace di Alexander Scriabin.

Poco della sua musica è stato registrato in quel periodo, quindi conclusioni definitive sono impossibili. È facile notare il suo interesse in forme ben precise dai titoli delle composizioni (Introduzione e fuga, Variazioni ecc.). Inoltre gran parte di questa musica fu scritta per il pianoforte, strumento del quale era un virtuoso.

Il contrappunto di Scelsi in questo periodo è molto preciso, e utilizza la dodecafonia ed altri elementi neo-classici e neo-barocchi. Il suo paradigma è un preciso contrappunto che definisce l'armonia, che si può paragonare all'idioma di Kaikhosru Shapurji Sorabji. Il confronto tra queste due figure è appropriato per varie ragioni: la posizione al di fuori della corrente principale, la virtuosità pianistica e sopra tutto un paradigma all'interno di una struttura cromatica. A differenza di Shorabij, Scelsi mostra una marcata tendenza verso la compressione tematica e la brevità.

Durante la seconda guerra mondiale, scrisse il "Quattro pezzi per orchestra n°1" che è una delle sue importati prime composizioni. Durante lo stesso periodo la moglie lo lasciò, e questo gli causò più avanti un collasso psicologico. La sua terapia consistette nel suonare una singola nota di un pianoforte in continuazione che lo guidò verso il suo nuovo stile.

La Nascita del Verbo (1948) è considerato l'ultimo lavoro del suo primo periodo ed è un pezzo che continua ad avere profonde implicazioni per lui (benché all'apparenza non piacevoli) quando fu eseguito nel 1950. La cantata non era stata eseguita fino ad allora e rimane il più importante lavoro mai registrato.

Nel secondo dopoguerra vive periodi molto travagliati, rifugiandosi nel misticismo, nella poesia e nelle filosofie orientali; tutto questo verrà rispecchiato nella musica da lui composta a partire dalla metà degli anni cinquanta, ed il lavoro emblematico di questa nuova fase sarà i Quattro pezzi su una nota sola per orchestra da camera.

A partire da quel momento, la sua opera ha aperto la strada ad una concezione nuova rispetto alla forma e al timbro: Scelsi nella sua poetica musicale indaga la microstruttura del suono, sconfinando in territori fino ad allora insondati, utilizzando tecniche all'epoca non convenzionali (tra cui un uso intensivo dei microintervalli).

Scelsi fu un autore che lavorò sempre a stretto contatto con i musicisti che interpretavano le sue opere; fra gli interpreti più fedeli al maestro vanno citati i nomi di Michiko Hirayama (voce), Joëlle Léandre (contrabbasso), Frances Marie Uitti (violoncello), Jay Gottlieb (pianoforte).

Fu attivo anche in campo letterario.

Dalla scrittura musicale originalissima e dai contenuti sonori imbevuti di cultura orientale, l'opera compositiva di Giacinto Scelsi si pose nel panorama musicale del XX secolo quale sintesi fra Oriente ed Occidente.

La sua concezione musicale ha anticipato di alcuni anni alcune correnti nell'ambito della musica colta contemporanea quali la minimal music e la musica spettrale.

Le sue opere vengono a tutt'oggi eseguite in varie importanti Istituzioni e Festival di musica contemporanea del mondo. Il suo numeroso Catalogo è oggetto di studi e approfondimento interpretativo presso numerose accademie e centri di musica contemporanea di rilievo mondiale.

Polemiche post mortem

Alla sua morte il compositore Vieri Tosatti, analogamente ad altri suoi colleghi tra cui Roman Vlad e Sergio Cafaro, dichiarò di essere l'autore di molte opere di Scelsi, creando così una vasta polemica che ebbe risonanza decisamente internazionale.

Franco Sciannameo (un violinista che collaborò con Scelsi), a tal proposito afferma, in un articolo sul Musical Times: "lui [Scelsi] registrava sequenze di suoni eseguite su un piccolo apparecchio elettronico [un'ondiola], ma qualcun altro doveva occuparsi del resto. Questo "qualcuno" era Vieri Tosatti. Le partiture dei grandi lavori per orchestra, e i quartetti per archi furono probabilmente scritte da Tosatti. Io sono certo che il Quartetto n.4 e Anagamin lo furono."

Se è cosa praticamente accertata il fatto che Scelsi utilizzasse correntemente dei trascrittori, i quali avevano il compito di stendere in partitura le sue improvvisazioni strumentali, rimarrebbe da verificare quanto questo lavoro di trascrizione abbia influenzato l'essenza di quei brani, vista anche la notevole distanza stilistica tra le musiche di Scelsi e quelle dei succitati compositori uscite a loro proprio nome.

Nel 1989 alla Spezia, viene fondato in suo onore L'Ensemble Scelsi.

Opere scelte

  • Rotativa (1929), poema sinfonico per tre pianoforti, ottoni e percussioni;
  • Concertino (1934), per pianoforte e orchestra;
  • Quartetto n. 1 (1944), per archi;
  • La nascita del Verbo (1948), per coro misto e orchestra;
  • Suite n. 8 "Bot-ba" (1952), per pianoforte;
  • Suite n. 9 "Ttai" (1953), per pianoforte;
  • Yamaon (1954), per basso e cinque strumenti;
  • Divertimento n. 5 (1956), per violino solo;
  • Quattro pezzi (1957), per tromba sola;
  • Tre canti sacri (1958), per coro a otto voci miste;
  • Trio per archi (1958), per violino, viola e violoncello;
  • Kya (1959), per clarinetto e sette strumenti;
  • Quattro pezzi su una nota sola (1959), per orchestra da camera;
  • Uaxuctum, per Ondes Martenot, Coro e Grande Orchestra;
  • (1960), per soprano solo;
  • Hurqualia. Un royaume différent per orchestra (1960)
  • Quartetto n. 2 (1961), per archi;
  • Riti: I funerali d'Achille (1962), per quartetto di percussioni;
  • Chukrum (1963), per orchestra d'archi;
  • Anahit (1965), per violino e 18 strumenti;
  • Ko-Tha (1967), per chitarra;
  • Ko-Lho (1966), per flauto e clarinetto;
  • Okanagon (1968), per arpa, tam tam e contrabbasso;
  • Antifona (sul nome Gesù) (1970), per coro virile e tenore solo;
  • Canti del Capricorno (1972), per voce solista e strumenti;
  • Sauh III e IV (1973), per coro femminile a quattro voci;
  • In nomine lucis, in memoriam Franco Evangelisti (1974), per organo;
  • Pfhat (1974), per coro, organo e orchestra;
  • Dharana (1975), per contrabbasso e violoncello;
  • Maknongan (1976), per contrabbasso;
  • Quartetto n. 5 (1985), per archi;
  • Krishna e Rada (1986), per flauto e pianoforte;
  • Un Adieu (1988), per pianoforte.

Bibliografia

  • Claudio Annibaldi, "Scelsi Giacinto", voce del The New Grove Dictionary of Music and Musicians, vol. XVI, 1980, pp. 580-581.
  • Pierre Albert Castanet e Nicola Cisternino, a cura di, "Giacinto Scelsi, Viaggio al centro del suono", Luna Editore, La Spezia 2001
  • Adriano Cremonese, a cura di, "Giacinto Scelsi", Nuova Consonanza - Le parole gelate, Roma 1985
  • Giacinto Scelsi, Il sogno 101. Prima e seconda parte, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini. Con un saggio introduttivo di Quirino Principe e un omaggio di Sylvano Bussotti, Macerata, Quodlibet 2010
  • Valerio Mattioli, Roma 60. Viaggio alle radici dell'underground italiano. Parte seconda, Blow Up, #188 Gennaio 2014, Tuttle Edizioni

Collegamenti esterni

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