John Lennon

nato il 9.10.1940 a Liverpool, North West England, Gran Bretagna

morto il 8.12.1980 a New York City, NY, Stati Uniti d'America

Alias Winston O'Ghurkin

John Lennon

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Oscar alla migliore colonna sonora 1971

John Winston Ono Lennon, nato John Winston Lennon (Liverpool, 9 ottobre 1940 – New York, 8 dicembre 1980), è stato un cantautore, polistrumentista, paroliere, attivista e attore cinematografico britannico.

Dal 1962 al 1970 fu compositore e cantante del gruppo musicale dei Beatles, dei quali, in coppia con Paul McCartney, compose anche la maggior parte delle canzoni. Con McCartney formò una delle più importanti partnership musicali di successo della storia della musica del ventesimo secolo, scrivendo "alcune tra le canzoni più famose della storia del Rock and roll". È il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi seguito da McCartney. Nel 2002, in un sondaggio della BBC sulle 100 personalità britanniche più importanti di tutti i tempi, si è classificato ottavo.[1]

Terminata l'esperienza con i Beatles, John Lennon fu anche musicista solista, autore di disegni e testi poetici, nonché attivista politico e paladino del pacifismo. Questo gli causò problemi con le autorità statunitensi (FBI), che per lungo tempo spiarono tutte le sue attività e quelle della moglie Yoko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card. Fu assassinato a colpi di rivoltella da un suo stesso fan, Mark David Chapman, la sera dell'8 dicembre 1980 a New York.

Lennon si sposò due volte: dal primo matrimonio con Cynthia Powell ebbe il figlio Julian, mentre dal secondo matrimonio con l'artista giapponese Yoko Ono, nacque il figlio Sean. Entrambi i figli hanno seguito la carriera artistica del padre. Dopo il matrimonio con Yoko, John cambiò legalmente il proprio nome in John Winston Ono Lennon.

John Lennon è al 5º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone; I Feel Fine, Strawberry Fields Forever, Imagine e Instant Karma! sono considerate le sue migliori canzoni.[2] Si trova inoltre al 55º posto della lista dei 100 migliori chitarristi secondo Rolling Stone.[3]

Biografia

Infanzia

« La prima cosa che ricordo è un incubo. »

(John Lennon[4])

John Lennon nacque al Maternity Hospital di Oxford Street, a Liverpool, nel pomeriggio del 9 ottobre 1940[5], mentre era in corso un raid aereo tedesco della seconda guerra mondiale[6][7], da una famiglia discendente dagli O'Leannain[8] dell'Irlanda occidentale. La madre Julia, nata Stanley, gli diede come secondo nome Winston, in onore dell'allora primo ministro Winston Churchill[9]. Il padre, Alfred, che si era imbarcato come cameriere su una lussuosa nave diretta nelle Indie Occidentali il giorno dopo il matrimonio, tornava a casa in licenza per brevi periodi e in una di queste occasioni, nel gennaio del 1940, Julia rimase incinta e si accorse di aspettare un bambino quando il marito aveva già ripreso il mare[10]. Nel 1942 i genitori di John si separarono e nel 1945 il padre, Alfred, decise di portare suo figlio con sé in Nuova Zelanda. John si rifiutò e decise di rimanere con la madre. Intanto Julia ebbe un'altra figlia, Victoria Elizabeth, nata nel giugno del 1945 dalla relazione con un soldato gallese, ma fu costretta a darla in adozione con il nome di Ingrid[11].

Nella primavera del 1946 la zia Mimi prese John sotto la protezione propria e di suo marito George, con cui non aveva figli, con l'intento di responsabilizzare maggiormente sua sorella, da lei considerata ingenua e imprudente.[12] Così John si trasferì a Woolton, al 251 di Menlove Avenue.[13]

Il piccolo John aveva dunque sei anni quando venne allontanato dalla madre per la prima volta. Nel 1946 Julia e Alfred divorziarono. Julia incontrò allora John 'Bobby' Dykins e decise di traslocare con lui e John, che nel frattempo non viveva più con gli zii, in un piccolo appartamento. Il padre di Julia mandò Mimi a fare un sopralluogo del nuovo appartamento della famiglia, e una volta giudicatolo inadeguato, John venne riportato a "Mendips"[14]. Il 5 marzo 1947 nacque Julia Dykins, la sorellastra di John, e i genitori tornarono a vivere a Penny Lane. Il 26 ottobre del 1949 venne alla luce anche la seconda sorellastra di John, Jacqueline, detta Jakie[15], e la famiglia traslocò a Springwood.

Adolescenza nella casa di zia Mimi

John cominciò a frequentare la Dovedale Primary School, dove il maestro e il preside si accorsero sin dall'inizio della personalità eccentrica del giovane alunno e della sua creatività.[16] Terminata la scuola elementare, si iscrisse alla Quarry Bank High School, dove collezionò risultati negativi. Zia Mimi, notato il talento del nipote nel disegnare, riuscì a farlo iscrivere, non senza fatica, al Liverpool College of Art.

« Ho sempre avuto questo sogno di fare l'artista in un piccolo cottage in una stradina. Il mio vero desiderio è scrivere versi e fare qualche quadro a olio. Era così un bel sogno, vivere in un cottage e andarsene in giro nei boschi. »

(John Lennon[17])

In quel periodo Lennon si avvicinò alla musica da autodidatta. Imparò dapprima a suonare un'armonica a bocca regalatagli da uno studente in pensione presso la zia Mimi a “Mendips”. Poi venne a contatto con le produzioni musicali che furoreggiavano allora: Rock Around the Clock di Bill Haley, Rock Island Line di Lonnie Donegan e Heartbreak Hotel di Elvis Presley. Folgorato da questi brani, si fece regalare una chitarra alla buona dalla madre che gli insegnò anche gli accordi al banjo; e nel 1956 formò la sua prima band, i Quarrymen[18]. Storica è la frase di zia Mimi che, vedendo il nipote sempre alle prese con la sua chitarra, gli disse: «La chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere» («The guitar's all very well, John, but you'll never make a living out of it»). Qualche anno dopo, raggiunta la popolarità, Lennon avrebbe fatto incidere questa frase su una targa d'argento, mandandola alla zia.[19]

« Il rock'n'roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l'unica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me. »

(John Lennon[20], 1970)

Nel giugno 1953 morì lo zio George. Ma un altro lutto ben più devastante avrebbe colpito John Lennon. Nel 1958 la madre Julia morì investita da un'auto guidata da un agente di polizia ubriaco.[21] Qualche anno dopo John avrebbe ricordato la notte dell'incidente come la più brutta della sua vita: «I lost my mother twice. Once as a child of five and then again at seventeen. It made me very, very bitter inside. I had just begun to re-establish a relationship with her when she was killed» ("Ho perso mia madre due volte. Una volta da bambino a cinque anni e poi ancora a diciassette. Mi diede molta, molta amarezza. Avevo appena iniziato a ristabilire una relazione con lei quando fu uccisa").

« Il dolore più grande è non essere desiderati, renderti conto che i tuoi genitori non hanno bisogno di te quando tu hai bisogno di loro. Quando ero bambino ho vissuto momenti in cui non volevo vedere la bruttezza, non volevo vedere di non essere voluto. Questa mancanza di amore è entrata nei miei occhi e nella mia mente. Non sono mai stato veramente desiderato. L'unico motivo per cui sono diventato una star è la mia repressione. Nulla mi avrebbe portato a questo se fossi stato "normale". »

(John Lennon[4], 1971)

« A volte mi sento sollevato per il fatto di non avere genitori. La maggior parte dei parenti dei miei amici assomigliava poco a degli umani. Avevano la testa piena di timori piccolo borghesi e invece la mia era piena di idee mie! Vivevo divertendomi, aspettando segretamente qualcuno con cui comunicare. La maggior parte della gente era morta; alcuni erano morti per metà e non ci voleva molto a divertirli. »

(John Lennon[4], 1978)

Il biografo di Lennon, Ian MacDonald, ha definito Julia come "più grande ed importante musa di suo figlio".[22] Durante un concerto dei Quarrymen, John incontrò Paul McCartney e andò a formarsi così il nucleo centrale dei futuri Beatles (McCartney aveva a sua volta perso la madre nel 1956 per un tumore al seno). In casa di zia Mimi, la "mitica" residenza dal nomignolo Mendips, al numero 251 di Menlove Avenue, Lennon visse fino al 1963. In quella casa sarebbero nate le prime canzoni dei Beatles. Assieme a McCartney, Lennon si sarebbe ritirato spesso nella tranquilla dimora – sicuramente uno dei punti-chiave della toponomastica beatlesiana – al fine di trarre ispirazione per nuove canzoni.

Formazione dei Beatles e periodo amburghese

I Beatles

Da Please Please Me a Rubber Soul (1963-1965)

I Beatles, dopo esser riusciti ad ottenere un contratto discografico con la Parlophone, pubblicarono il loro primo singolo; Love Me Do, che non ottenne il successo desiderato. John, nel 1963, scrisse con Paul McCartney, i primi due successi dei Beatles: Please Please Me, nata inizialmente come una lenta ballata alla Roy Orbison, ma poi accelerata per renderla più commerciale, piena di sottintesi significati sensuali (colti benissimo dai giovani dell'epoca, che ne decretarono l'immediato successo) e l'indimenticabile She Loves You, con il ritornello yeah yeah, tanto semplice e immediato, quanto efficace e indimenticabile, che divenne un vero tormentone tra i giovani inglesi.

« Uno dei miei più bei ricordi di John è quando ci mettevamo a litigare: io non ero d'accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po' gli occhiali e diceva "è solo che sono fatto così...". Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell'armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un'armatura splendida; ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo. »

(Paul McCartney[23])

Negli anni a seguire, John si dimostrò un artista eclettico, riuscendo a farsi apprezzare anche come attore, sia nei film dei Beatles (Tutti per uno, Aiuto!, Magical Mystery Tour), sia in pellicole non musicali (Come ho vinto la guerra), e persino come scrittore – In His Own Write e A Spaniard in the Works – vincendo dei premi letterari. L'aspetto di John, però, che colpì maggiormente il pubblico e i critici fu senz'altro il suo umorismo dissacrante e sardonico nei confronti delle istituzioni. Famosa a proposito rimane una sua frase rivolta al pubblico: «For our last number, I'd like to ask for your help. For the people in the cheaper seats, clap your hands... and the rest of you, if you'll just rattle your jewellery» ("per la nostra ultima canzone vi chiedo un aiuto. Le persone nei posti economici possono applaudire... gli altri possono agitare i loro gioielli"). Tra il 1964 e il 1966, i Beatles si dedicarono alla realizzazione di diversi album, e intrapresero diversi tour mondiali che li portarono in molte parti del mondo, e che fecero dilagare la Beatlemania anche al di fuori dell'Inghilterra. Nel 1965, pubblicarono Rubber Soul, in cui John scrisse Nowhere Man, Girl, In My Life, Run for Your Life e Norwegian Wood, canzone molto innovativa per il periodo, sia per il testo, ma anche per la strumentazione, poiché conteneva un sitar, suonato da George Harrison; infatti i Beatles si dedicheranno sempre maggiormente alla sperimentazione musicale, abbracciando moltissimi stili musicali e introducendo nella musica rock elementi orientali e psichedelici, elementi che renderanno sempre più caratteristica la musica dei Beatles, sino a renderla unica.

Da Revolver al viaggio in India (1966-1968)

Nel 1966, i Beatles realizzarono Revolver, un album rivoluzionario in cui John scrisse canzoni come I'm Only Sleeping, She Said She Said, And Your Bird Can Sing, e in particolare Tomorrow Never Knows, dove la voce di Lennon si sovrapponeva a una miriade di effetti elettronici creati in studio dagli stessi Beatles, John scrisse il testo della canzone isprandosi al libro The Psychedelic Experience, di Timothy Leary, che a sua volta si era ispirato al Libro tibetano dei morti, per scrivere il suo libro; John ebbe modo di leggere questi testi e vi trasse il testo della canzone.

Il 4 marzo del 1966, venne pubblicato sul quotidiano londinese un articolo che descriveva l'intervista che Maureen Cleave, una giornalista che già in precedenza aveva realizzato articoli sui Beatles, aveva fatto a John, e durante l'intervista fece una propria osservazione sulle istituzioni religiose: «Il cristianesimo scomparirà. Si consumerà e poi svanirà [...] Non so cosa scomparirà prima: il rock'n'roll o il cristianesimo».[24] In Inghilterra non fu data grande rilevanza all'osservazione di John, ma in seguito una rivista statunitense per giovani pubblicò l'intervista, per inserirla in un articolo intitolato "I dieci adulti che amate o detestate di più";[25] le sue osservazioni su Gesù e sui Beatles scatenarono negli Stati Uniti ondate di sdegno pubblico, culminate in immensi falò dei loro album, organizzati da fanatici religiosi. I Beatles avrebbero dovuto compiere un tour estivo in America e si pensò di annullarlo, ma partirono comunque. Brian Epstein fece una dichiarazione di scuse, dichiarando che le parole di John erano state fraintese, ma i concerti furono molto tesi e i Beatles ricevettero addirittura minacce di morte. John e gli altri Beatles fecero una conferenza stampa per chiarire la situazione e John disse:

« Non sono contro Dio, contro Cristo o contro la religione. Non avevo alcuna intenzione di criticarla. Non ho affatto detto che noi eravamo migliori o più famosi... e non ho paragonato noi a Gesù Cristo come persona o a Dio come entità o qualsiasi altra cosa esso sia. [...] Ho detto che avevamo più influenza sui ragazzi di qualsiasi altra cosa, compreso Gesù. [...] Se avessi detto che la televisione era più popolare di Gesù probabilmente l'avrei passata liscia. Le mie opinioni sul cristianesimo derivano da ciò che di esso ho letto e osservato coi miei occhi e da quello che è stato e potrebbe essere. Dico semplicemente che mi sembra che stia perdendo terreno e contatto... La gente pensa che io sia contro la religione, ma non è così. Sono una persona molto religiosa... »

(John Lennon[26], 1966)

Dopo la decisione presa dal gruppo di porre fine ai concerti, che secondo Lennon erano diventati inascoltabili, i Beatles passarono vari anni a registrare in studio. Nella prima metà del 1967 il gruppo realizzò l'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, che venne pubblicato il primo giugno; l'album conteneva sonorità nuove e innovative rispetto ai precedenti album, ed è ancora oggi considerato uno dei migliori album di tutti i tempi. John compose all'interno di Sgt. Pepper Lucy in the Sky with Diamonds, una canzone ispirata da un disegno del figlio Julian, Being for the Benefit of Mr. Kite!, che scrisse basandosi su un manifesto che pubblicizzava uno spettacolo circense svoltosi nel 1843, e Good Morning Good Morning, un brano che narra della noia della vita casalinga, ispirato da una pubblicità televisiva.

« Io sono cresciuto. Non credo più alle figure paterne, come Dio, Kennedy o Hitler. Non sono più alla ricerca di un guru. Non sto più cercando niente. Non c'è ricerca, non c'è una strada da imboccare, non c'è niente. Le cose stanno così. Probabilmente continueremo a scrivere musica per sempre. »

(John Lennon[27], 1967)

Dopo l'album Magical Mystery Tour (contenente I Am the Walrus, di John) e il relativo film, i Beatles, nel febbraio del 1968 intrapresero un viaggio in India, per studiare la meditazione trascendentale al seguito del guru Maharishi Mahesh Yogi. In India il gruppo compose molte canzoni, e John in particolare realizzò Happiness Is a Warm Gun (tradotto, La felicità è una pistola calda), e altre canzoni come The Continuing Story of Bungalow Bill e Everybody's Got Something to Hide Except Me and My Monkey.

« Era come stare in alta montagna, ma in realtà ci trovavamo in una valle pedemontana affacciata sul Gange, piena di babbuini che venivano a rubarti la colazione e di gente che andava in giro vestita con delle semplici tuniche. Era uno scenario piacevole e sicuro e tutti sorridevano continuamente. »

(John Lennon[28])

George Harrison e John furono gli ultimi dei quattro Beatles a lasciare l'India, (Paul McCartney e Ringo Starr se ne erano già andati in precedenza) insospettiti da presunti abusi sessuali da parte del Maharishi. Durante il viaggio di ritorno John scrisse una canzone denigratoria verso il guru, inizialmente incentrata sulla parola "Maharishi", ma in seguito George Harrison convinse John a cambiare il titolo in Sexy Sadie.

« Non ho nessun rammarico sulla meditazione. Continuo a crederci e talvolta l'utilizzo ancora. L'India è stata una buona cosa per me... Avevo conosciuto Yoko poco prima di andarci e lì ebbi moltissimo tempo per pensare e chiarire tutti i miei dubbi. Poi sono tornato a casa, mi sono innamorato di Yoko e tutto è cambiato. »

(John Lennon[29])

Il divorzio da Cynthia

Cynthia Lennon era consapevole dei numerosi tradimenti compiuti da John in questo periodo, ma fu, secondo la sua ammissione, il crescente consumo di droga a dividerli, non solo l'entrata in scena di Yoko Ono. Dopo essere tornato dall'India, Lennon chiese il divorzio, accusando Cynthia di infedeltà, accusa che cadde nel vuoto quando si scoprì che Yoko era incinta. Lennon si rifiutò di concederle più di 75.000 sterline a titolo di alimenti. Alla fine Cynthia Powell ricevette 100.000 sterline, 2.400 sterline all'anno, la custodia di Julian e Kenwood, la casa di Lennon a Weybridge. Julian non rivedrà suo padre sino al 1969.

Dal White Album a Abbey Road (1968-1969)

Dopo essere tornato nel Regno Unito, il gruppo si dedicò alla creazione di una propria etichetta discografica, la Apple, e alla registrazione di un album doppio intitolato The Beatles, più comunemente conosciuto come il White Album, nome dovuto alla copertina bianca. In questo periodo cominciano a emergere i primi attriti tra i Beatles, che sommati alla ormai costante presenza in studio di Yoko Ono, la compagna di John, porteranno alla rottura del gruppo. Il White Album contiene un gran numero di brani composti da John, molti dei quali composti in India, come Dear Prudence, Yer Blues, Glass Onion, I'm So Tired, Julia, una canzone dedicata alla madre; Sexy Sadie, Cry Baby Cry, Revolution 1, Revolution 9, (una composizione sonora formata da registrazioni sovrapposte realizzata da John, George Harrison, e Yoko Ono); e Good Night, composta per il figlio Julian e cantata da Ringo Starr. Nel 1969 cominciarono le session dell'album che poi sarebbe diventato Let It Be, in cui John compose interamente Dig a Pony e Across the Universe; in seguito i Beatles realizzarono il loro ultimo album insieme, Abbey Road, dedicandolo all'omonimo studio di registrazione che i Beatles utilizzarono sin dal 1962; John all'interno dell'album compose Come Together, I Want You (She's So Heavy), Because e all'interno del medley che occupa il lato B del disco, i Beatles inserirono tre frammenti di canzoni incomplete composte da John in India: Sun King, Mean Mr. Mustard e Polythene Pam.

« Gli anni sessanta hanno assistito a una rivoluzione tra i giovani, che non si è limitata solo ad alcuni piccoli segmenti o classi, ma che ha coinvolto l'intero modo di pensare. Toccò prima ai giovani, poi la generazione successiva. I Beatles furono parte di questa rivoluzione, che in realtà è un'evoluzione ancora in atto. Eravamo tutti nella stessa barca: una barca che andava alla scoperta del Nuovo Mondo. I Beatles erano di vedetta. »

(John Lennon[30])

Gli album sperimentali e Live Peace in Toronto

Durante il periodo che lo vide insieme ai Beatles, Lennon pubblicò insieme a Yoko Ono tre album di musica elettronica sperimentale (almeno per l'epoca), che non avranno grande successo: Unfinished Music No.1 - Two Virgins, Unfinished Music No.2 - Life with the Lions e Wedding Album; il primo è una composizione sonora realizzata in un modo simile a Revolution 9, dei Beatles. Però l'elemento caratterizzante dell'album è l'immagine di copertina, che raffigura John e Yoko nudi; all'epoca la copertina fece scandalo, e alcune case discografiche si rifiutarono di commercializzarlo, l'album fu comunque pubblicato e la copertina venne nascosta da un involucro di carta marrone.[31]

« [Lo scopo] era dimostrare che non siamo una coppia di eccentrici squinternati, che non siamo rincretiniti e che le nostre menti sono sanissime... Non abbiamo scelto una fotografia speciale che ci facesse apparire belli o sexy... c'erano altri scatti dove eravamo venuti meglio, e non si vedevano quelle parti non proprio così affascinanti... ma abbiamo voluto usare l'immagine più schietta e naturale per mostrare che eravamo semplicemente degli esseri umani... Ci sentivamo come due vergini perché eravamo innamorati, ci eravamo appena incontrati e stavamo cercando di creare qualcosa... La gente sta sempre a osservare cosa fanno le persone come me, in cerca di qualche segreto. "Che cosa fanno? Vanno al gabinetto? Mangiano?" Perciò abbiamo semplicemente detto: "Eccoci qui". »

(John Lennon[32])

Il secondo album sperimentale (Unfinished Music No.2 - Life with the Lions) contiene diversi brani ma quello principale è Cambridge 1969, che venne registrato all'università di Cambridge e consiste in oltre venti minuti di John alla chitarra che accompagna Yoko Ono nei suoi urli e singhiozzi, il terzo album (Wedding Album) venne pubblicato in occasione del matrimonio svoltosi a Gibilterra tra John e Yoko. Nel 1969, pubblicò l'album dal vivo Live Peace in Toronto, registrato al Rock'n'Roll Revival Concert,[33] a Toronto, con una band appositamente creata, la Plastic Ono Band, che in quell'occasione annoverava come musicisti Eric Clapton alla chitarra solista, Klaus Voormann al basso e Alan White alla batteria. L'album fu il primo live ad essere pubblicato da John, anche se in precedenza si era fermamente opposto all'idea di Paul McCartney che i Beatles ricominciassero a fare qualche esibizione dal vivo. Tale album contiene, tra le altre canzoni, le ben note Give Peace a Chance, vero e proprio inno contro le guerre nel mondo, e l'allora inedita Cold Turkey un brano che si rifà alla sua esperienza con l'eroina; infatti il cold turkey, letteralmente «tacchino freddo», un riferimento alla crisi d'astinenza, è il sudore di chi cerca di disintossicarsi. Nell'album è contenuta anche una versione di Yer Blues, un brano dei Beatles pubblicato nel White Album, due brani di Yoko Ono e tre classici del Rock'n'Roll, Blue Suede Shoes, Money (That's What I Want) e Dizzy Miss Lizzy. Il concerto esiste anche in forma di documentario (Sweet Toronto, D. A. Pennebaker, 1971).[34]

Bed-in di protesta

Nel marzo del 1969, venne ideato l'episodio del Bed-In, un evento di protesta pacifista, attuato da Lennon assieme a Yoko Ono nella camera numero 1902 (oggi 702) dell'Hilton Hotel di Amsterdam: i due, che stavano trascorrendo la loro luna di miele, in favore del pacifismo e contro la guerra del Vietnam, rimasero a letto un'intera settimana, dal 25 al 31 marzo, facendosi riprendere da numerosi fotografi. I giornalisti si accalcarono per riuscire ad entrare nella camera, credendo che la coppia avrebbe fatto l'amore in pubblico, davanti alle loro macchine fotografiche, ma si trovarono invece di fronte ai due che, in pigiama, rilasciavano interviste e dichiarazioni sulla pace nel mondo e contro le spese militari.

« Marciare andava bene per gli anni Trenta. Oggi bisogna usare metodi diversi. Tutto ruota intorno a una sola cosa: vendere, vendere, vendere. Se vuoi promuovere la pace, devi venderla come se fosse sapone. I media ci sbattono continuamente la guerra in faccia: non soltanto nelle notizie ma anche nei vecchi film di John Wayne e in qualsiasi altro dannato film; sempre e continuamente guerra, guerra, guerra, uccidere, uccidere, uccidere. Così ci siamo detti: "Mettiamo in prima pagina un po' di pace, pace, pace, tanto per cambiare"... Per ragioni note soltanto a loro, i media riportano quello che dico. E ora sto dicendo "Pace". »

(John Lennon[35].)

« A Parigi i colloqui sulla pace in Vietnam non sono riusciti a procedere oltre la decisione della forma del tavolo attorno al quale dovranno sedersi i delegati. E questi colloqui sono andati avanti per mesi. Noi, standocene una settimana a letto, abbiamo ottenuto molto di più... Una vecchia signora di Wigam, o di Hull, ha scritto al "Daily Mirror" per chiedere se potevano mettere più spesso in prima pagina Yoko e me, perché, così ha detto, erano secoli che non si faceva una risata così piacevole. Eccezionale! E proprio questo che volevamo. Voglio dire, è davvero un mondo divertente se due persone che passano in un letto la loro luna di miele riescono a monopolizzare le prime pagine di tutti i giornali per una settimana. Mi andrebbe benissimo di morire come il pagliaccio del mondo. Non sono in cerca di epitaffi. »

(John Lennon[36])

Al primo bed-in olandese ne seguì un altro: la coppia in principio aveva scelto New York ma a Lennon era stato impedito l'accesso negli Stati Uniti per l'accusa di utilizzo di cannabis, così il viaggio di nozze proseguì in Canada, nella provincia del Québec, a Montreal. Di nuovo John e Yoko rimasero chiusi per una settimana, dal 26 maggio al 2 giugno, nella camera 1742 dell'Hotel Fairmont La Reine Elizabeth. Proprio durante questo bed-in, nella suite dell'hotel canadese il 1º giugno 1969 sotto la direzione di André Perry fu effettuata la registrazione di Give Peace a Chance, uno dei primi singoli targati Plastic Ono Band e ancor oggi inno del movimento pacifista internazionale.[37][38]

L'addio ai Beatles, Yoko Ono e la carriera solista

La fine dei Beatles e Plastic Ono Band (1970)

Quando John incontrò la giapponese Yoko Ono e instaurò una relazione con la donna, iniziarono i contrasti all'interno della band. Yoko – già nota artista d'avanguardia – non era infatti gradita agli altri componenti dei Beatles e uno dei motivi del loro scioglimento consiste proprio nell'allontanamento di John dal gruppo, imputato all'influenza della compagna. Dal 1968 John lavorò sempre più spesso con Yoko. Iniziò così la sua carriera da solista, che a poco a poco oscurò la sua immagine di Beatle.

« Sono molto ottimista a causa dei contatti che ho stabilito a livello personale in tutto il mondo... so che in giro ci sono altre persone con cui posso trovarmi d'accordo. Non sono pazzo e non sono solo. Questo a livello personale; e, naturalmente, Woodstock, l'isola di Wight e tutti gli incontri di massa dei giovani per me sono una cosa assolutamente positiva... E questo è solo l'inizio. Gli anni sessanta non sono stati che un assaggio. Gli anni sessanta sono stati come la colazione al mattino, e non siamo ancora arrivati all'ora di cena, e io sono impaziente per l'attesa. Davvero, non sto più nella pelle. Sono felice di esserci, e sarà una cosa eccezionale... »

(John Lennon[39])

I Beatles si separarono ufficialmente nell'aprile del 1970, ma John, già emotivamente lontano, non ne risentì minimamente. Alla fine dell'anno, John e Yoko pubblicarono i rispettivi album come solisti, entrambi accompagnati dalla medesima formazione della Plastic Ono Band, con Ringo Starr, Klaus Voormann e Billy Preston. John Lennon/Plastic Ono Band contiene, tra le altre, Working Class Hero, un brano fortemente autobiografico e politicamente impegnato sulle pretese origini proletarie e sull'infanzia difficile di Lennon. L'album fu fortemente influenzato dalla Terapia dell'urlo primitivo, del dottor Arthur Janov, John aveva ricevuto una copia del libro di Janov The Primal Scream e confessò di esserne rimasto impressionato e accettò di intraprendere la terapia in prima persona. La tesi di Janov, basata sul presupposto che ogni persona sin dall'infanzia inizia a erigere difese psicologiche contro il mondo che lo circonda, consiste nell'abbattere queste barriere e l'unico modo per farlo è quello di regredire all'infanzia rivivendo i traumi della propria vita. John in questo modo riuscì ad affrontare il trauma subito con la morte della madre; da questa esperienza trarrà spunto per i brani di Plastic Ono Band. L'album infatti comincia con un brano intitolato Mother (che inizia con dei rintocchi di campana rallentati) e termina con My Mummy's Dead, una breve canzone anch'essa dedicata alla madre Julia. Il disco esorcizza i miti in cui Lennon aveva creduto durante gli anni sessanta, il brano God infatti contiene una lunga lista di tutte le cose in cui John non crede più e una di queste sono i Beatles, simbolicamente messi per ultimi nella lista. John nel brano afferma che "Il sogno è finito" ("The dream is over"), decretando definitivamente la fine degli anni sessanta e dei Beatles.

« Se i Beatles o gli anni Sessanta hanno avuto un messaggio, era questo: impara a nuotare. Punto. E una volta che hai imparato, mettiti a nuotare. La gente che è rimasta ancorata ai Beatles e al sogno degli anni Sessanta ha perso di vista l'orizzonte non appena i Beatles e gli anni Sessanta sono diventati l'orizzonte. Portarseli dietro tutta la vita sarebbe come portarsi dietro Glenn Miller e la seconda guerra mondiale. Con questo non voglio dire che non si possano ascoltare con piacere Glenn Miller o i Beatles, ma vivere dentro quel sogno significa scegliere la via del tramonto. »

(John Lennon[40])

Agli inizi del 1971 pubblicò il singolo Power to the People, un brano corale dei primi mesi del 1971, che divenne anch'esso un inno della sinistra americana e dei manifestanti pacifisti contro la guerra del Vietnam, sebbene le foto pubblicitarie ritraessero il gruppo rivoluzionario giapponese Zengakuren.[41]

Imagine (1971)

A Plastic Ono Band seguì il primo trionfo di Lennon come solista, l'album Imagine, arrivato ai primi posti delle classifiche, sia in Europa che negli Stati Uniti. L'album sarebbe diventato il suo disco di maggior successo, soprattutto grazie alla grande notorietà della title track, diventata un inno internazionale del pacifismo:

(EN)

« Imagine there's no countries
it isn't hard to do
nothing to kill or die for
and no religion too. »

(IT)

« Immagina che non esistano le nazioni
non è difficile
niente per cui uccidere o morire
e nessuna religione. »

(John Lennon)

I videoclip dell'epoca mostrano la villa di Lennon e Yoko come appariva nel pieno del loro "periodo bianco": le pareti, il pianoforte, persino gli abiti erano tutti rigorosamente bianchi. L'album fu prodotto da Phil Spector che, tra l'altro, introdusse l'effetto eco a risposta corta, riproposto anche nei due album successivi. La stampa internazionale si occupò esaurientemente dell'ennesima polemica a distanza tra Lennon e McCartney, culminata con la canzone How Do You Sleep?.[42]

Some Time in New York City (1972)

Nel marzo 1972, la Plastic Ono Band si esibì dal vivo a New York con Frank Zappa e i Mothers of Invention. Il concerto trova posto sul successivo album solista di Lennon, Some Time in New York City del 1972, che ha un'impostazione chiaramente politica. Il disco, che ebbe ottimi riscontri di vendite in Gran Bretagna e pessimi negli Stati Uniti, si avvaleva di prestigiose collaborazioni; alle incisioni del lato 3, per esempio, registrato dal vivo al Lyceum londinese, parteciparono Eric Clapton e George Harrison alla chitarra, Billy Preston e Nicky Hopkins alle tastiere, Klaus Voormann al basso, Keith Moon e Jim Gordon alla batteria.[43]

Un'altra apparizione live importante fu quella con Yoko Ono e gli Elephant's Memory (gruppo newyorkese, noto soprattutto per la colonna sonora del film Un uomo da marciapiede) al concerto di beneficenza per la fondazione benefica One to One, che si svolse il 30 agosto 1972 al Madison Square Garden di New York. A fine anno, fu poi pubblicato il singolo Happy Xmas (War Is Over), che sarebbe diventato un tipico standard natalizio.

I rapporti di Lennon con l'industria discografica furono tumultuosi, poiché Lennon pretendeva la totale autonomia e indipendenza delle sue opere, mentre i discografici non accettavano un prodotto finito a scatola chiusa. È d'altronde vero che Lennon non finiva mai di stupire il mondo con le sue celeberrime provocazioni, come l'album Two Virgins, da molti ritenuto un'oscenità rivoluzionaria, come la restituzione, tra le lacrime della zia Mimi, dell'onorificenza e del titolo di Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico (MBE), le continue battaglie, anche radicali, a favore dei comunisti e di alcuni personaggi molto discussi come John Sinclair e Angela Davis, il suo sostegno, anche finanziario, alle Black Panthers, ai movimenti femministi americani, il tutto divulgato anche attraverso i testi e i titoli delle sue canzoni (come nell'album Some Time in New York City); proprio per questo, i discografici, e non solo loro, non si fidavano troppo delle sue iniziative, definite destabilizzanti.

La temporanea separazione da Yoko, il lost weekend

Mind Games e Walls and Bridges (1973-1974)

Dal settembre 1973, John Lennon e Yoko Ono vissero un periodo di separazione che sarebbe durato diciotto mesi, durante i quali Lennon si trasferì in California, accompagnato dalla giovane segretaria personale di lei, May Pang. Questo periodo, che Lennon più tardi definì il suo «weekend perduto» (lost weekend), al di là di qualche bevuta di troppo con l'allegra brigata di Harry Nilsson, Ringo Starr, Keith Moon e alcuni altri – coi quali l'ex-Beatle fu il protagonista di alcuni coloriti episodi pubblici, puntualmente riportati dalla stampa – fu in realtà molto creativo dal punto di vista musicale. Alla fine del 1973 era uscito Mind Games, il suo primo album autoprodotto, che sembrò riportarlo allo stile di Imagine. Poi, dopo aver iniziato e successivamente accantonato una serie di registrazioni di standard di rock and roll anni cinquanta, nell'ottobre 1974 Lennon pubblicò l'apprezzato Walls and Bridges, il suo miglior album dai tempi di Imagine. Il disco, grazie al successo del singolo Whatever Gets You Thru the Night, arrivò al primo posto in classifica negli Stati Uniti.

Tra gli ospiti presenti in Walls and Bridges, c'era anche Elton John, il quale, convinto delle potenzialità di Whatever Gets You Thru the Night, nella quale doppiava la voce di Lennon, durante le registrazioni aveva fatto promettere a Lennon che, se la canzone fosse arrivata al Numero Uno in America, l'ex-Beatle sarebbe apparso dal vivo come ospite durante un suo concerto. Elton aveva visto giusto. La sera del 28 novembre 1974, per tener fede alla parola data, Lennon fece la sua apparizione al Madison Square Garden di New York e i due suonarono tre pezzi insieme: la hit del momento Whatever Gets You Thru the Night, Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles (riportata in auge proprio in quel periodo da un singolo-cover di Elton John) e I Saw Her Standing There. Fu quella l'ultima apparizione dal vivo di John Lennon e la si può trovare anche su disco.

Nel gennaio del 1975 Lennon piazzò un altro "Numero Uno" negli Stati Uniti, questa volta come coautore, grazie alla canzone Fame incisa da David Bowie. È da sottolineare che Lennon partecipò anche alla seduta di registrazione del brano suonando la chitarra e cantando come seconda voce.

Rock 'n' Roll e il ritiro dalla vita pubblica (1975)

Nel 1975 Lennon tornò a New York a vivere con Yoko Ono. Pubblicò un ultimo album, Rock 'n' Roll, contenente classici del rock anni cinquanta, che ebbe una storia emblematica. Innanzitutto ne esistevano due versioni: la prima si chiamava "Roots", conteneva due canzoni non comprese nel secondo disco (Angel Baby e Be My Baby) e avrebbe dovuto essere distribuito, addirittura per corrispondenza, dalla etichetta "Adam VIII" di proprietà di Morris Levy, detentore dei diritti di gran parte delle canzoni degli anni cinquanta, che decise di pubblicarlo senza il consenso di Lennon. Il disco rimase sconosciuto a causa della fatiscente campagna promozionale, e al boicottaggio dell'autore, che ne bloccò la commercializzazione, accelerando l'uscita della propria "versione", con il titolo di Rock'n'roll, caratterizzata dalla copertina con la foto che lo ritraeva ai tempi di Amburgo, da qualche traccia diversa e da modalità di distribuzione più consoni a quelle tradizionali della Apple.

Ebbe una buona accoglienza da parte del pubblico e della critica, grazie alle convincenti interpretazioni di Lennon. Annoveriamo la celeberrima Stand by Me di Ben E. King, Be-Bop-A-Lula di Gene Vincent e Peggy Sue di Buddy Holly. In seguito, Lennon commentò che il tutto aveva connotati "karmici": si ritirava dalle scene cantando le canzoni con le quali aveva iniziato la sua carriera.

Dopodiché, infatti, si ritirò dalla musica per cinque anni per stare vicino al figlio appena nato, Sean, e all'amore ritrovato, Yoko (anche se qualcuno mormora a causa di una dipendenza dall'eroina), ora che era libero da contratti e in grado di muoversi liberamente al di fuori degli Stati Uniti.

Gli anni del ritiro

Negli anni seguenti John si ritirò dalla scena pubblica, e rinunciò anche a pubblicare dischi. In realtà non smise mai di comporre musica[44], come è testimoniato dalle innumerevoli registrazioni che effettuava solitamente con l'ausilio di un pianoforte o di una chitarra.

Bob Gruen, un fotografo della musica rock che in quel periodo frequentava John, riguardo agli anni del ritiro dalla vita pubblica disse:

« Un recluso? Be', sì e no, o almeno il tipo di recluso che può decidere di andare alle Bermuda o a Long Island se solo gliene viene voglia. Alcune persone che si chiudono in casa sono come topi in gabbia. Ma John aveva un ampio spazio in cui vivere. Per andare da un punto all'altro della sua casa bisognava percorrere una distanza di quasi mezzo isolato. »

(Bob Gruen[45])

Lennon continuava comunque a tenersi informato sugli avvenimenti del mondo della musica tramite le innumerevoli visite che aveva nella propria abitazione[46], anche se la cura del figlio aveva la priorità, infatti non ebbe mai intenzione di frequentare alcun amico che potesse fargli riprendere le vecchie abitudini. Per esempio, nel 1977, Mick Jagger, cantante dei Rolling Stones, si trasferì in un appartamento nelle vicinanze, ma tutti i tentativi di approccio di Jagger furono ignorati da John. Il cantante commentò così gli avvenimenti:

« Forse gli viene mai in mente di chiamarmi? Esce mai di casa? No. Cambia il numero di telefono ogni dieci minuti. Ho rinunciato... probabilmente sta lì a prosternarsi davanti alla sua dannata moglie. »

(Mick Jagger[46])

Double Fantasy (1980)

Nel 1980, Lennon si recò negli studi di registrazione Hit Factory di New York per registrare un nuovo album, Double Fantasy[47], che venne pubblicato nel novembre di quello stesso anno.

8 dicembre 1980: la morte

Poche settimane dopo l'uscita del disco, la sera dell'8 dicembre 1980 alle 22.51, al termine di un pomeriggio trascorso al Record Plant Studio, mentre Lennon si accingeva a rincasare con la moglie e si trovava di fronte all'ingresso del Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell'Upper West Side a New York), un venticinquenne di nome Mark Chapman esplose contro di lui cinque colpi di pistola colpendolo quattro volte (il quinto colpo non andò a segno) mentre esclamava: «Hey, Mr. Lennon». Uno dei proiettili trapassò l'aorta e Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo mormorando «I was shot…» (mi hanno sparato), prima di cadere al suolo perdendo i sensi.[48] Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23:15.

« Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un'auto per salire su un'altra. »

(John Lennon[49], 1969)

« Non rimpiango niente di quello che ho fatto, davvero, a parte forse di aver ferito altre persone. Non rinnego niente. »

(John Lennon[50], 1971)

In una recente intervista del 10 giugno 2007, rilasciata a Radio BBC dalla moglie Yoko Ono, si è appreso che Lennon, la sera della sua uccisione, stava andando a salutare il figlio Sean.[51] Il corpo di Lennon fu cremato e parte delle sue ceneri sparse nell'oceano Atlantico e non si hanno notizie di una vera tomba dell'artista.

Nel testamento, Lennon aveva dichiarato Yoko Ono e il figlio Sean eredi universali e aveva anche disposto che una parte del patrimonio andasse a Julian, dopo il compimento dei 30 anni, appena fosse diventato maturo.

Gli anni successivi

Dopo il tragico evento Double Fantasy balzò al primo posto in classifica, sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito, e gran parte dei dischi precedenti tornarono in auge. Tra la fine del 1980 e i primi mesi del 1981, Lennon fu infatti presente nelle classifiche con i singoli (Just Like) Starting Over, Give Peace a Chance, Happy Xmas (War Is Over), Imagine, Woman e Watching the Wheels, e con gli album Double Fantasy, Imagine, Walls and Bridges, Rock 'n' Roll e Shaved Fish.

Come già accaduto con altre illustri vittime del rock, la morte di John Lennon ha aperto la strada a svariate operazioni discografico-speculative, che hanno visto coinvolta in prima persona Yoko Ono, la quale è stata l'artefice principale (e spesso nell'ombra) di tutte le varie ricorrenze che, soprattutto nel corso degli anni ottanta, hanno assiduamente celebrato la vita e la musica di Lennon. Criticata e contestata, anche dopo la morte del marito, la Ono si è dimostrata comunque abile nel gestire l'ingente fortuna lasciatale dall'ex-Beatle, uno degli artisti più importanti del secolo.

Indipendentemente da queste considerazioni, è senz'altro vero che la figura di John Lennon ha influenzato notevolmente la prima parte degli anni ottanta, periodo in cui molti artisti gli hanno dedicato canzoni di tributo. In particolare, nel 1981, i Roxy Music gli hanno dedicato, con molto successo, un'azzeccata versione di Jealous Guy, mentre gli ex colleghi George Harrison, Paul McCartney e Ringo Starr lo hanno ricordato, rispettivamente con All Those Years Ago (1981),[52] Here Today (1982)[53] e una cover di I Call Your Name (1990, in occasione del decennale della morte).[54] L'8 dicembre 1980, i Queen si stavano esibendo alla Wembley Arena di Londra, quando giunse sul palco la notizia della morte di John Lennon, direttamente da New York; omaggiarono il grande artista, nell'esibizione del giorno dopo, con una versione della sua Imagine.

Elton John, che aveva frequentato molto Lennon negli ultimi anni, ed era il padrino di suo figlio Sean, gli dedicò due canzoni: la strumentale The Man Who Never Died e la commovente Empty Garden (Hey Hey Johnny), nell'album Jump Up! del 1982, che viene eseguita anche dal vivo, accompagnata da un collage di filmati su John. Anche i Queen lo ricordarono, con la canzone Life Is Real (Song for Lennon), contenuta nell'album Hot Space del 1982. In Italia fu ricordato dai Pooh, che gli dedicarono la canzone Chi fermerà la musica (1981) e dopo un toccante incontro a New York con Yoko Ono, registrarono e pubblicarono un singolo contenente una cover di Happy Xmas (War Is Over), cantata a quattro voci da ogni elemento del gruppo.

Per quanto riguarda la discografia postuma, alla fine del 1982 è stata pubblicata la prima antologia, The John Lennon Collection, un album di grande successo. È poi seguìto Milk and Honey nel 1984, l'ultimo album contenente canzoni nuove, che era stato registrato nell'estate del 1980, contemporaneamente a Double Fantasy. Verso la metà del decennio, il figlio primogenito Julian, nato dal primo matrimonio, ha ottenuto un discreto successo come solista e come probabile sosia del padre. Nel 1986, la registrazione del concerto "One To One" del 1972 è stata pubblicata sull'album Live in New York City. Successivamente, nel 1988, in risposta ad una biografia, non autorizzata e ferocemente negativa nei confronti di Lennon, scritta da Albert Goldman, è stato realizzato il film documentario Imagine: John Lennon, la cui colonna sonora è stata pubblicata sull'album dallo stesso titolo.

Nel 1989, a un'asta di Christie's in cui vennero battute alcune memorabilia dei Beatles, apparve il Jukebox di John Lennon, acquistato poi per 2.500 £, dall'impresario musicale di Bristol John Midwinter. Lennon aveva acquistato il jukebox nel 1965, inserendovi quaranta canzoni tra le sue preferite, in modo da poterle ascoltare in tournée.

Nel 1990, in coincidenza con le ricorrenze di quello che sarebbe stato il 50º compleanno dell'artista e del 10º anniversario della sua scomparsa, l'opera solista di John Lennon è stata raccolta nel box quadruplo Lennon. Più recentemente, nel 1997, è stata pubblicata l'antologia Lennon Legend, che ha sostituito la celebre Collection del 1982. Alla fine del 1998, è stata poi la volta del cofanetto John Lennon Anthology, che presenta un assemblaggio di outtake, prove di studio e demo casalinghi inediti.

Nel 2001 si tenne un concerto di beneficenza in omaggio all'artista, col nome di Come Together: A Night for John Lennon's Words and Music dove si esibirono artisti come Alanis Morissette, Marc Anthony, Nelly Furtado e Craig David. Nel marzo 2002, la sua città natale, Liverpool, ha deciso di onorarlo, intitolandogli l'aeroporto cittadino e adottando come motto dello stesso una frase tratta dalla canzone Imagine: «Above us only sky» ("Sopra di noi solo il cielo").

Il 9 ottobre del 2007, Yoko Ono ha inaugurato un monumento alla sua memoria: l'Imagine Peace Tower sull'isola di Vidney, nei pressi di Reykjavík, in Islanda.[55] Nel 2010 la nota casa automobilistica Citroën ha inserito un video di John Lennon in uno dei suoi spot, che ha scatenato la rabbia dei fan per un'operazione commerciale non in linea con le idee di Lennon.

Vita privata, relazioni e interessi personali

Cynthia Powell e il figlio Julian

John e Cynthia Powell si incontrarono al Liverpool Art College durante il 1957. A metà del 1962 Cynthia scoprì di essere incinta, e i due si sposarono il 23 agosto al Mount Pleasant Register Office di Liverpool, dove si erano sposati i genitori di John.[56] La sera stessa John andò a suonare in un locale.

Il manager Brian Epstein pensò che un Beatle sposato potesse essere sgradito alle fan e quindi insistette con John perché il matrimonio fosse tenuto segreto. John Charles Julian Lennon nacque al Sefton General Hospital l'8 aprile 1963, mentre Lennon era in tournée. John lo vide solo per tre giorni, dopodiché andò in Spagna per una breve vacanza con Epstein, il che dette origine a molti pettegolezzi (Brian Epstein era omosessuale).

Comunque siano andate le cose, resta il fatto che tra John e suo figlio Julian ci fu sempre una certa freddezza e distanza. Tanto che Julian si affezionò molto di più a Paul McCartney che al padre (McCartney avrebbe dedicato a Julian la malinconica Hey Jude, una delle canzoni più famose dei Beatles). Julian più tardi avrebbe detto che «Paul and I used to hang about quite a bit... more than dad and I did. We had a great friendship going and there seems to be far more pictures of me and Paul playing together at that age than there are pictures of me and my dad» ("Paul e io eravamo spesso insieme, eravamo molto amici e ho più foto in cui giocavo con lui che con mio padre da bambino").

Yoko Ono

John incontrò Yoko mentre quest'ultima stava esponendo alcune sue opere di arte moderna all'Indica Gallery di Londra il 9 novembre 1966. Lennon fu suggestionato dall'ironia e dall'interattività delle opere esposte, come l'installazione che prevedeva una scala davanti ad una tela nera e che per mezzo di specchietti faceva leggere la parola "Yes". C'era anche una mela vera (o almeno che sembrava tale) esposta con la targhetta "Mela"; quando Lennon venne a sapere che il prezzo della mela era di 200 sterline pensò ad uno scherzo, ma lo ritenne divertente.[57] Un'altra opera consisteva in un muro dove i visitatori erano invitati ad inserire un chiodo con un martello, ma poiché l'esibizione sarebbe dovuta iniziare solo il giorno successivo, la Ono vietò a Lennon di infilare il primo chiodo. Dopo le insistenze del cantante e dopo un'accesa discussione con il proprietario della galleria, la Ono permise a Lennon di mettere il primo chiodo, ma solo al prezzo di 5 scellini. Al che Lennon replicò: "Ti darò 5 scellini immaginari se tu mi lasci inserire un chiodo immaginario".[58] Iniziarono a frequentarsi 2 anni dopo. Nella primavera del 1968 Yoko Ono rimase incinta di Lennon per la prima volta: il figlio, che fu chiamato John Ono Lennon II, venne purtroppo abortito spontaneamente il 21 novembre dello stesso anno, a gravidanza già avanzata[59]. In seguito al divorzio di Lennon dalla sua prima moglie Cynthia, John Lennon e Yoko Ono si sposarono il 20 marzo 1969. Inizialmente dovevano sposarsi a Parigi, ma poi scelsero la rocca di Gibilterra (al consolato britannico) la quale, essendo territorio inglese, facilitò soprattutto le pratiche burocratiche di John. Nel giugno dello stesso anno Lennon annunciò che la Ono aspettava un bambino: la gravidanza si interruppe in modo spontaneo il successivo 12 ottobre.[60] Agli inizi di marzo del 1970 Yoko Ono scoprì di essere nuovamente incinta. Anche questa terza gravidanza non arrivò però a termine, dal momento che l'artista perse il bambino il 1º agosto successivo.[61] In alcune biografie la causa dei ripetuti aborti sofferti dalla Ono è stata imputata all'abuso di sostanze stupefacenti di cui sia lei, sia Lennon, erano stati dipendenti. Con tutto ciò John Lennon e Yoko Ono ebbero poi, cinque anni dopo, il loro unico figlio, Sean, che nacque prematuro nel giorno del 35º compleanno di Lennon, il 9 ottobre 1975.

Lennon menzionò la Ono in molte delle sue canzoni. Quando era ancora nei Beatles scrisse The Ballad of John and Yoko e la menzionò implicitamente in Julia, una canzone dedicata alla madre, dove un verso recita Ocean child calls me, so I sing a song of love (traduzione: "La bambina dell'oceano mi chiama, così canto una canzone d'amore");[62] altre canzoni di Lennon su Ono sono: Oh Yoko!, e Dear Yoko.

Rapporti con gli altri Beatles

Paul McCartney

L'ultima volta che suonò con Paul McCartney fu nel 1974 (quattro anni dopo lo scioglimento dei Beatles) in una sessione in uno studio di Los Angeles. Le registrazioni di questa session sono state raccolte in un bootleg album: A Toot and a Snore in '74.

Secondo quanto affermato da Lennon in un'intervista del 1980, l'ultima volta che i due si videro fu nel 1976, quando Paul si presentò improvvisamente a casa sua. In quell'occasione, mentre guardavano il Saturday Night Live alla televisione, il presentatore della trasmissione invitò in studio gli ex componenti dei Beatles in cambio di una somma di denaro. I due furono tentati di presentarsi allo studio, posto nelle vicinanze della casa di Lennon, ma desistettero per la stanchezza. Da quell'episodio è tratto il film Due di noi di Michael Lindsay-Hogg, già regista di Let It Be.

George Harrison

Per i primi anni George ha sempre avuto una sorta di timore per John che era più grande di 3 anni, forte, talentuoso e deciso. I due avevano un buon rapporto anche se John considerò George come "un ragazzino taciturno con la chitarra" per troppi anni per sua stessa ammissione. John scrisse alcune canzoni nei Beatles per farle cantare a George e lo incoraggiò a scrivere brani propri. George suonò con il massimo impegno in tutti i brani di Lennon, mentre Lennon non si può dire che fece lo stesso.

Suonò la chitarra e il dobro nell'album di Lennon Imagine (1971), dando un notevole contributo; chiese la partecipazione di Lennon al suo Concert for Bangladesh, a cui John non volle partecipare senza che fosse invitata anche Yoko Ono.[63] Si incontrarono ancora nel 1974 a New York, strimpellarono insieme qualcosa, probabilmente non si videro più di persona. Nel 1980 George scrisse il libro autobiografico I Me Mine, dove in effetti Lennon ha un ruolo assolutamente marginale; John si risentì e lo esplicitò alla stampa.[64][65] Dopo la morte di Lennon, avvenuta nel dicembre del 1980, George realizzò All Those Years Ago, un brano dedicato a John, anche se originariamente pensato per Ringo Starr;[65] alla registrazione parteciparono anche lo stesso Ringo, Paul e Linda McCartney.

Attivismo politico

Intimoriti dalle sue prese di posizione "estremiste" a favore di personaggi della sinistra radicale come Angela Davis o John Sinclair che avevano un forte impatto sulla gioventù statunitense (l'età 18-21 aveva appena avuto accesso al voto), nel 1972 il governo Nixon e l'FBI iniziarono una massiccia campagna di discredito nei confronti di John Lennon,[66] negando innanzitutto il permesso di soggiorno in U.S.A, come documenta il film U.S.A. contro John Lennon. Leon Wildes, l'avvocato che lo difese da allora sino al 1976, decise di attuare la strategia legale di presentarlo come "personalità importante nelle arti, la cui presenza nello stato è di interesse nazionale". Per far questo, chiese e ottenne delle lettere di referenze da varie personalità artistiche, tra cui Andy Warhol, Clive Barnes, Jasper Johns, Stanley Kubrick, Elia Kazan, Claes Oldenburg, Leonard Bernstein e Virgil Thomson.

Dopo vari ed estenuanti rinvii, nel 1975 Lennon ottenne finalmente la ambita Green Card, che gli permetteva di risiedere liberamente sul suolo statunitense. Wildes telefonò subito a Lennon, che proprio in quel momento stava recandosi in ospedale perché Yoko stava partorendo. Tra l'altro quel giorno era pure il suo compleanno. «Nello stesso giorno» - ricorda un divertito Wildes - «vinse la causa, compì gli anni (35) e divenne padre di Sean». Secondo un suo assistente, Fried Seaman, sul finire degli anni settanta Lennon rivide radicalmente le proprie opinioni politiche e iniziò ad esprimere supporto per Ronald Reagan e critiche per l'allora presidente Jimmy Carter.[67]

La tossicodipendenza

Importante è, per le conseguenze sulla vita e sull'arte di Lennon, la sua dipendenza dall'eroina. La sua prima assunzione insieme a Yoko Ono avvenne durante le incisioni del White Album;[68] i due dichiararono di aver iniziato a farne uso per scaricare il nervosismo dovuto all'eccessiva attenzione dei giornalisti.[69]

Inoltre, per la paura degli aghi, l'eroina venne sempre da loro inalata e mai iniettata.[70] Una delle prime conseguenze però di tale abuso – che divenne presto una tossicodipendenza – fu che il carattere di Lennon cambiò in peggio, come ha rivelato tra gli altri Geoff Emerick,[71] contribuendo ad esasperare quei contrasti all'interno del gruppo che ne portarono allo scioglimento.

Lennon intraprese vari tentativi di disintossicazione (come cantato da lui stesso in Cold Turkey), ma alla fine, come ha recentemente rivelato in un'intervista Yoko Ono, fu un solo fatto a rivelarsi decisivo: il loro fornitore, per elevare il suo profitto, aveva tagliato l'eroina con borotalco per bambini, diluendone di molto gli effetti e questo, unito al timore degli aghi e al carattere di entrambi, facilitò di molto la coppia nel processo di disintossicazione.[72]

Strumentazione

Uno dei primi strumenti musicali che furono suonati da John Lennon fu l'armonica, strumento che continuò a suonare anche negli anni a venire, e anche nei Beatles Love Me Do e I'm a Loser ne sono validi esempi.

« Non ricordo perché cominciai con l'armonica, forse ne trovai una veramente a buon mercato. So che affittavamo le stanze agli studenti e uno di loro aveva un'armonica a bocca; disse che me ne avrebbe comprata una se fossi riuscito a imparare un motivetto entro la mattina seguente. Ne ho imparati due. A quel tempo devo aver avuto tra gli otto e i dodici anni, avevo i pantaloni corti, comunque. »

(John Lennon[17])

In seguito la madre, Julia, gli insegnò a suonare parzialmente il banjo, e la madre stessa comprò a John la sua prima chitarra, una chitarra acustica. John, all'interno dei Quarrymen cominciò a suonare la chitarra ritmica, pur non conoscendo una vasta gamma di accordi; fu l'entrata di Paul McCartney all'interno dei Quarrymen, nel 1957, a dare un contributo decisivo alla crescita musicale del gruppo, infatti Paul insegnò a John diversi accordi. Durante gli anni seguenti si procurò diverse chitarre elettriche di cui fece un largo utilizzo. Durante il periodo amburghese dei Beatles utilizzò una Rickenbacker 325, che in seguito continuò a suonare anche nei primi anni della Beatlemania. Ma la chitarra più conosciuta per aver avuto un largo utilizzo da parte di John Lennon, ma anche di Paul McCartney e George Harrison, è la Epiphone Casino. John comprò la sua prima Epiphone Casino nel 1965, la fece modificare varie volte, cambiando anche i meccanismi interni e il colore. Lennon suonò anche altre chitarre, come la Gibson J-160E; e in certe occasioni, quando Paul McCartney suonava altri strumenti, John fece uso di alcuni bassi. Altri strumenti che utilizzò durante la sua vita furono il piano (anche elettrico) e il Mellotron (fra i primi musicisti).

Chitarre

  • 1957: Gallotone Champion
  • 1958: Dallas Tuxedo
  • 1959: Hofner Club 40
  • 1960: Hofner Senator
  • 1960: 1958 Rickenbaker 325 Capri (in due colori differenti: jet-glo e maple-glo)
  • 1962: 1962 Gibson J-160E
  • 1964: 1964 Gibson J-160E
  • 1964: 1963 Rickenbaker 325 Jet-glo
  • 1964: 1964 Rickenbaker 325/12 Jet-glo
  • 1964: Ramirez A-1
  • 1964: 1964 Rickenbaker 325 (Rose-Morris) Fire-glo
  • 1964: Framus 12-string ''Hootenanny''
  • 1964: 1961 Fender Stratocaster
  • 1965: 1963 Gretsch 6120 (Nashville)
  • 1965: ''Russian'' guitar
  • 1966: 1965 Epiphone E230TD Casino
  • 1966: Guild Starfire XII (12-string)
  • 1967: 1966 Vox Kensington
  • 1967: 1965 Martin D-28
  • 1971-73: Gibson Les Paul Junior
  • 1974: Gibson Les Paul 25/50

Utilizzò inoltre una chitarra Hofner 5140 Hawaiian Standard, un 1968 Fender Jazz Bass (a 4 corde), un Fender Bass VI (a 6 corde) ed il suo Steinway Upright Piano di colore bianco.

Discografia

Discografia solista

LP sperimentali
  • 1968 - Unfinished Music No.1 - Two Virgins (con Yoko Ono)
  • 1969 - Unfinished Music No.2 - Life with the Lions (con Yoko Ono)
  • 1969 - Wedding Album (con Yoko Ono)
Album studio
  • 1970 - John Lennon/Plastic Ono Band
  • 1971 - Imagine
  • 1972 - Some Time in New York City (con Yoko Ono)
  • 1973 - Mind Games
  • 1974 - Walls and Bridges
  • 1975 - Rock 'n' Roll (grandi classici del Rock 'n' Roll cantati da Lennon)
  • 1980 - Double Fantasy (con Yoko Ono)
Live
  • 1969 - Live Peace in Toronto 1969
Raccolte
  • 1975 - Shaved Fish

Pubblicazioni postume

Album studio
  • 1984 - Milk and Honey
Album realizzato con Yoko Ono nel 1980.
  • 1986 - Menlove Avenue
Album di registrazioni alternative e qualche inedito.
Live
  • 1986 - Live in New York City
Concerto del 1972.
Raccolte
  • 1982 - The John Lennon Collection
Selezione antologica.
  • 1998 - Lennon Legend: The Very Best of John Lennon
  • 1998 - John Lennon Anthology
Registrazioni alternative e qualche inedito.
  • 1998 - Wonsaponatime
Selezione antologica con qualche inedito.
  • 2004 - Acoustic
Selezione antologica con qualche inedito.
  • 2005 - Working Class Hero: The Definitive Lennon
  • 2010 - Gimme Some Truth
  • 2010 - Power to the People: The Hits
  • 2010 - John Lennon Signature Box
Selezione antologica con qualche inedito.
Colonne sonore
  • 1988 - Imagine: John Lennon
Colonna sonora di un film-documentario biografico.
  • 2006 - The U.S. vs. John Lennon (colonna sonora)
Colonna sonora di un documentario.

Cover in italiano

  • 1972 - La cantante Mia Martini incise una versione in italiano di Mother intitolata Madre (Mother) e inclusa nell'album Piccolo uomo.
  • 1972 - Il complesso dei Capricorn College incise una versione in italiano (con testo di Domenico Serengay che ne capovolge il senso) di Woman Is the Nigger of the World, intitolata Donna ed incisa su 45 giri (Kansas, DM 1158).

Filmografia e filmati promozionali

Durante la sua vita Lennon partecipò come attore a diversi film, prima, negli anni sessanta con i Beatles (Tutti per uno, Aiuto!, e Magical Mystery Tour) e anche un film come attore senza gli altri Beatles (Come ho vinto la guerra). In seguito, insieme alla compagna Yoko Ono realizzò diversi filmati di svariata natura, alcuni per accompagnare i loro album.

  • Tutti per uno - 1964
Film dei Beatles. Regia di Richard Lester.
  • Aiuto! - 1965
Film dei Beatles. Regia di Richard Lester.
  • Come ho vinto la guerra - 1966
John Lennon interpreta la parte del soldato semplice Gripweed, regia di Richard Lester.
  • Magical Mystery Tour - 1967
Film dei Beatles, basato sulla musica dell'album Magical Mystery Tour. Regia dei Beatles.
  • Two Virgins - 1968
Filmato incentrato sulla musica dell'album Unfinished Music No.1 - Two Virgins; regia di John & Yoko, 19 minuti.
  • Rape - 1968
Regia di Yoko Ono, 78 minuti.
  • Rape Part II - 1968
Regia di John & Yoko.
  • Smile - 1969
Regia di John & Yoko, 52 minuti.
  • Honey Moon - 1969
Filmato basato sul matrimonio e sulla luna di miele di John e Yoko, filmato ad Amsterdam durante il Bed-In. Regia di John & Yoko, 41 minuti.
  • Self Portrait - 1969
Filmato che riprende il pene di Lennon mentre passa dalla posizione di riposo all'erezione. Regia di John & Yoko.
  • Apotheosis - 1969
Regia di John & Yoko, 1/2 minuti.
  • Apotheosis 2 - 1969
Regia di John & Yoko.
  • Fly - 1970
Filmato che riprende il volo di una mosca sul corpo di una ragazza nuda. Regia di John & Yoko.
  • Erection - 1970
Filmato che riprende la costruzione di un edificio. Regia di John & Yoko.
  • Up Your Legs - 1971
Regia di John & Yoko, 70 minuti.
  • Clock - 1971
Film tuttora inedito. Regia di John & Yoko, 60 minuti.
  • Imagine - 1972
Realizzato come filmato promozionale per l'omonimo album. Regia di John & Yoko, 100 minuti.

Doppiatori italiani

Nelle sue apparizioni cinematografiche come attore, Lennon è sempre stato doppiato (anche nel film d'animazione) dall'attore e doppiatore italiano Cesare Barbetti.

Onorificenze

Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico
— 1965, restituito nel 1969

Libri e opere scritte

John Lennon nel corso della sua vita si dedicò anche alla scrittura, anche se non fu una delle sue principali attività. John scrisse soprattutto durante l'adolescenza un gran numero di racconti satirici e umoristici, simili a quelli che compongono gli unici suoi due libri pubblicati quando era ancora in vita, durante gli anni sessanta (In His Own Write e A Spaniard in the Works).

  • In His Own Write - 1964
  • A Spaniard in the Works - 1965
  • Skywriting by Word of Mouth - 1986 (Raccolta postuma dei racconti e degli schizzi di Lennon degli anni settanta).

Riferimenti in altri media

  • Sulla sua adolescenza è incentrato il film del 2009 Nowhere Boy, in cui il cantautore è interpretato da Aaron Johnson.
  • Del 2000 è il film biografico per la televisione In His Life: The John Lennon Story che segue l'adolescenza di Lennon e la prima fase dell'attività da musicista con i Beatles, fino alla prima tournée statunitense che portò il gruppo ad esibirsi all'Ed Sullivan Show.
  • Il 30 aprile 2012 è uscito LennoNYC, un film documentario sulla vita del musicista dopo l'abbandono dei Beatles.
  • Nel film Forrest Gump del 1994, il protagonista del film, Forrest Gump, incontra John Lennon in un talk-show americano.
  • The Lennon Report (regia di Jeremy Profe, 2016) narra quel che successe dopo il trasporto di Jonh Lennon, morente, in ospedale, e di come per caso il giornalista Alan Weiss si trovasse al pronto soccorso quando vi arrivò Lennon. Il film segue i disperati tentativi per rianimarlo e il momento in cui fu resa nota la sua morte dai media.

Curiosità

  • Nell'Hard Rock Café di Londra è custodita la famosa giacca dell'esercito degli Stati Uniti che indossava ai suoi concerti e anche un paio dei suoi famosissimi occhiali tondi, che continuava ad acquistare.
  • Lennon è stato possessore di una Rolls-Royce Phantom V acquistata il 21 dicembre del 1965. Scelse un esemplare di colore bianco ma, in seguito, la fece completamente dipingere con decorazioni psichedeliche dal team artistico olandese The Fool.[73] Fece anche modificare gli interni, facendo installare un letto a due piazze al posto del divano posteriore. Dopo essere stata utilizzata fino al 1977, percorrendo soltanto 29.283 miglia, fu donata da Lennon e Yoko Ono al Cooper-Hewitt Museum di New York. Questa vettura è ancora uno dei pezzi più pregiati della pop art e, dopo successive donazioni e vendite all'asta per cifre strabilianti, è successivamente stata conservata presso il Royal British Columbia Museum di Victoria (Canada).[74]

Note

  1. ^ (EN) Ten greatest Britons chosen, news.bbc.co.uk. URL consultato l'8 agosto 2015.
  2. ^ (EN) Jackson Browne, 100 Greatest Singers: John Lennon, Rolling Stone. URL consultato il 9 gennaio 2014.
  3. ^ (EN) 100 Greatest Guitarists: John Lennon, Rolling Stone. URL consultato il 9 gennaio 2014.
  4. ^ a b c The Beatles Anthology, 2010, p. 7.
  5. ^ Davies, 1979, p. 20.
  6. ^ Harry, 2001, p. 432.
  7. ^ Dalle ultime indagini, pare che la notizia del raid aereo sia solo una "leggenda di famiglia". Secondo le puntigliose ricerche a opera dell'ex Quarry Man Rod Davis, i giornali locali dell'epoca non riportano per quel giorno alcuna incursione dell'aviazione tedesca. Davis conclude che Lennon nacque in un periodo di bombardamenti, anche se il 9 ottobre non si registrò alcun attacco aereo. In Davies, 2009, p. xv.
  8. ^ Spitz, 2006, p. 12.
  9. ^ Norman, 1981, p. 18.
  10. ^ Baird, 2008, pp. 32-33.
  11. ^ Harry, 2001, pp. 435-436.
  12. ^ Spitz, 2006, p. 20.
  13. ^ (EN) Cynthia Lennon, John, Crown Publishers, 2005, p. 56, ISBN 978-0-307-33855-6.
  14. ^ Baird, 2008, p. 53.
  15. ^ Baird, 2008, p. 63.
  16. ^ Davies, 2009, p. 10.
  17. ^ a b The Beatles Anthology, 2010, p. 8.
  18. ^ Davies, 2009, pp. 18-21.
  19. ^ Harry, 2001, p. 345.
  20. ^ The Beatles Anthology, 2010, p. 11.
  21. ^ Norman, 2009, pp. 79-80.
  22. ^ MacDonald, Ian, Revolution in the Head:The Beatles' Records and the Sixties, Second revised, Pimlico, 2005, p. 327, ISBN 978-1-84413-828-9.
  23. ^ Norman, 2009, p. 242.
  24. ^ Norman, 2009, p. 265.
  25. ^ Norman, 2009, p. 266.
  26. ^ Norman, 2009, pp. 268-269.
  27. ^ The Beatles Anthology, 2010, p. 357.
  28. ^ Norman, 2009, p. 327.
  29. ^ Norman, 2009, p. 331.
  30. ^ Citato in The Beatles Anthology, 2010.
  31. ^ Norman, 2009, p. 360.
  32. ^ Norman, 2009, p. 359.
  33. ^ Russino, 2004, p. 33.
  34. ^ Alberto Brodesco, «Sweet Toronto. Il primo concerto di un ex Beatle», in Lo Squaderno, n. 5 (Ex: percorsi d'uscita), 2007, pp. 31-34. Academia.edu
  35. ^ Norman, 2009, p. 377.
  36. ^ Norman, 2009, pp. 377-378.
  37. ^ Quarant'anni fa il "bed-in" di Lennon e Yoko Ono, in la Repubblica, 1° aprile 2009. URL consultato il 3 novembre 2013.
  38. ^ Ernesto Assante, "Io e John 40 anni fa a letto contro la guerra", in la Repubblica (Montreal), 1º aprile 2009. URL consultato il 3 novembre 2013.
  39. ^ Norman, 2009, p. 401.
  40. ^ Norman, 2009, p. 403.
  41. ^ Carr-Tyler, 1979, p. 94 - alla voce Power to the People.
  42. ^ Carr-Tyler, 1979, p. 97 - alla voce Imagine.
  43. ^ Carr-Tyler, 1979, pp. 102-103 - alla voce Some Time in New York City
  44. ^ Norman, 2009, p. 500.
  45. ^ Norman, 2009, p. 498.
  46. ^ a b Norman, 2009, p. 503.
  47. ^ Norman, 2009, p. 522.
  48. ^ tutticrimini.com, http://www.tutticrimini.com/2013/12/08/john-lennon-e-il-fan-che-lo-ha-ucciso-mark-david-chapman/ .
  49. ^ The Beatles Anthology, 2010, p. 14.
  50. ^ The Beatles Anthology, 2010, p. 354.
  51. ^ Enrico Franceschini, Yoko Ono: "Volevo abortire ma Lennon me lo impedì", in la Repubblica (Londra), 11 giugno 2007. URL consultato il 3 novembre 2013.
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  54. ^ Luca Biagini, I Call Your Name, Pepperland. URL consultato il 9 luglio 2014.
  55. ^ (EN) Nadia Gilani, They say he was a dreamer: Imagine Peace Tower lit up to mark John Lennon’s 71st birthday, Daily Mail online. URL consultato il 4 novembre 2013.
  56. ^ Baird, 2008, p. 209.
  57. ^ Spitz, 2006, p. 650.
  58. ^ Spitz, 2006, p. 632.
  59. ^ Cross, 2005, p. 250.
  60. ^ Cross, 2005, p. 292.
  61. ^ Cross, 2005, p. 307.
  62. ^ in kanji 洋子 - "Yoko" - significa letteralmente "bambina dell'oceano".
  63. ^ Ingham, 2005, p. 169.
  64. ^ Norman, 2009, p. 517.
  65. ^ a b Ingham, 2005, p. 172.
  66. ^ Jon Wiener, Dimmi la verità. Il Watergate del rock'n'roll. Il dossier dell'FBI su John Lennon, Selene, Milano, 2002, pagg. 7-12, ripreso in Sawyers, 2010, pp. 303-11.
  67. ^ The Humble Libertarian: Weird: John Lennon was a closet Republican, humblelibertarian.com. URL consultato il 3 novembre 2013.
  68. ^ (EN) Cold Turkey, The Beatles Bible. URL consultato il 28 marzo 2013.
  69. ^ Everybody's Got Something To Hide Except Me And My Monkey|The Beatles Bible
  70. ^ Bramwell, 2006, p. 263.
  71. ^ Emerick, 2007, p. 303.
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  73. ^ Harry, 2001, p. 299.
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Bibliografia

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  • Ray Coleman, Un mito, un uomo: John Lennon, Sperling & Kupfer, 1989, ISBN 978-88-200-0863-5.
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  • John Lennon (traduzione e adattamento di Antonio Taormina e Donatella Franzoni), Vivendo Cantando. Racconti e Lennonsense, Arcana editrice, 1990 (prima edizione italiana dei due libri di Lennon di racconti e poesie In His Own Write 1964 e A Spaniard in the Works 1965), ISBN 88-85859-94-1
  • John Lennon (cura e adattamento italiano di Donatella Franzoni e Antonio Taormina), Immagina. Racconti, disegni e sogni di un genio (nuova edizione italiana dei due libri di Lennon di racconti e poesie In His Own Write 1964 e A Spaniard in the Works 1965), Milano, Il Saggiatore, 2016, ISBN 978-88-4282193-9.
  • John Lennon (edizione italiana a cura di Antonio Taormina ed Enzo Gentile), Skywriting, scritti, disegni, poesie, Il Saggiatore, 2013 (prima edizione italiana di Skywriting by Word of Mouth, 1986), ISBN 978-884281954-7
  • Michelangelo Iossa, Gli ultimi giorni di Lennon, Infinito, 2005, ISBN 978-88-89602-05-8
  • Philip Norman, John Lennon, La Biografia, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2009, ISBN 978-88-04-59361-4.
  • Philip Norman, Shout! - La vera storia dei Beatles, Milano, Mondadori, 1981. (Shout!, Simon & Schuster, New York, 1981)
  • John Robertson, L'arte e la musica di John Lennon (introduzione all'edizione italiana di Antonio Taormina), Firenze, Tarab Edizioni, 1997, ISBN 88-86675-05-4.
  • Riccardo Russino, Le Canzoni di John Lennon, Editori Riuniti, 2004.
  • June Skinner Sawyers (a cura di), Read the Beatles, Roma, Arcana Edizioni, 2010, ISBN 978-88-6231-139-7. (Read the Beatles, Mendel Media Group LLC, New York, 2006)
  • Bob Spitz, The Beatles. La vera storia, Milano, Sperling & Kupfer, 2006, ISBN 88-200-4161-8. (The Beatles - The Biography, Little, Brown and Company Inc, New York, 2005)
  • Antonio Taormina, John Lennon oltre il mito, Gallo, 1985
  • Antonio Taormina, Donatella Franzoni, Beatles tutti i testi. 1962-1970, Arcana Edizioni, 1992, ISBN 88-85859-90-9
  • John Lennon "Tutte le Canzoni con un'intervista di Alberino Daniele Capisani, Anteditore, Verona 1977 ripubblicato con una prefazione di Luigi Granetto dalla Lato Side nel 1981

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